L’intervista approfondisce la visione di Valeria Sandei sulla leadership come motore di innovazione e inclusione, due elementi che non si escludono ma si esaltano a vicenda. Si parla del ruolo creativo e collaborativo necessario per sviluppare tecnologie realmente utili, del potenziale italiano nel settore dell’AI, dell’importanza di una sovranità tecnologica europea e della necessità di credere nelle capacità industriali del Paese. Un dialogo che mette al centro la sfida competitiva globale, la sostenibilità e la responsabilità nell’uso dell’intelligenza artificiale.
Valeria Sandei: "L’innovazione nasce dall’inclusione"
Dottoressa Sandei, la sua leadership è spesso definita innovativa e inclusiva. Come riesce a conciliare queste due dimensioni nel lavoro quotidiano?
Innovazione e inclusione non sono elementi in contrasto; anzi, l’innovazione si rafforza grazie all’inclusione. Le idee migliori nascono quando si lavora insieme, quando si ascoltano punti di vista differenti e si crea un terreno comune in cui ciascuno possa contribuire. In un settore come quello tecnologico, e soprattutto nell’ambito dell’intelligenza artificiale, questo approccio è decisivo. Mettere a terra soluzioni evolute non significa solo possedere competenze tecniche, che restano essenziali, ma anche saper guardare ai problemi da angolature diverse, comprendere i contesti e le esigenze reali delle persone. Solo così la tecnologia diventa strumento utile per migliorare servizi e processi, sia nel pubblico sia nel privato. La vera leadership consiste nel generare uno spazio aperto, dove talento e creatività possano trasformarsi in valore.
Il settore tecnologico corre veloce. Qual è, oggi, la sfida più urgente per l’Europa?
Oggi dobbiamo dimostrare con concretezza che l’Italia è perfettamente in grado di sviluppare tecnologie competitive, solide e capaci di affermarsi nel mercato globale. Il nostro Paese ha risorse, competenze e risultati che troppo spesso non valorizziamo abbastanza. Serve fiducia, visione industriale e la consapevolezza che possiamo puntare a un’intelligenza artificiale veramente europea, sovrana, capace di crescere e competere senza dipendere completamente dai grandi player internazionali. Questo significa investimenti, ma anche sostenibilità: ambientale, economica e sociale. L’AI deve essere uno strumento utile, pragmatico, al servizio di cittadini e imprese. L’Italia, insieme alle sue eccellenze tecnologiche, può e deve giocare un ruolo determinante in questa partita. È il momento di crederci con convinzione.
VALERIA SANDEI, CEO DI ALMAWAVE
Dal 2007 Valeria Sandei è CEO di Almawave, società del Gruppo Almaviva attiva in Data & Artificial Intelligence, con 7 aziende, 450 professionisti, 6 laboratori R&D proprietari e oltre 400 clienti globali. È Presidente di The Data Appeal Company, SisTer, Almawave do Brasil, Almawave USA e Mabrian Technologies, nonché consigliere di OBDA Systems. Membro degli Advisory Board di B7, UniCredit e dell’Osservatorio Astrid sull’AI, coautrice di 3 brevetti USA e parte del Comitato scientifico MBA AI & Business Strategy di RCS Academy. Inserita tra le 100 Most Powerful Women e Top Manager 2024 da Fortune e Forbes.