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Sanzioni ai magistrati, ormai è una lotta all’arma bianca. Colpi bassi e battaglia a tutto campo

- di: Bruno Coletta
 
Sanzioni ai magistrati, ormai è una lotta all’arma bianca. Colpi bassi e battaglia a tutto campo
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (foto) ha scatenato un terremoto politico e istituzionale con la sua proposta di inasprire le sanzioni disciplinari per i magistrati. L’obiettivo? Punire quei comportamenti che, pur essendo legittimi, potrebbero “compromettere il decoro della magistratura” o minarne la terzietà. Una mossa che ha immediatamente sollevato un coro di proteste da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) e delle opposizioni, mentre il governo difende la necessità di “ripristinare ordine e legalità”.

L’Anm: “Inquietante monito, è un attacco all’indipendenza”

Cesare Parodi, presidente dell’Anm, non ha usato mezzi termini: “Questa proposta è un inquietante monito che rischia di limitare la libertà e l’indipendenza dei magistrati”. In una dichiarazione rilasciata oggi, Parodi ha aggiunto: “Se approvata, questa norma avrebbe un effetto intimidatorio su chi svolge il proprio dovere con correttezza e autonomia. È un attacco alla magistratura stessa”.
Le parole di Parodi riflettono il malcontento di molti giudici, preoccupati che la nuova disciplina possa essere usata come un “bavaglio” per ridurre il loro margine di azione. “Non possiamo accettare che il nostro lavoro sia ostacolato da norme vaghe e potenzialmente punitive”, ha sottolineato un magistrato romano, che ha chiesto di rimanere anonimo.

Gasparri: “La legge vale per tutti, anche per le toghe”
Dall’altra parte della barricata, Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha difeso a spada tratta la proposta di Nordio. “La Costituzione e la legge valgono per tutti, anche per la magistratura”, ha dichiarato oggi il senatore. “Alcuni magistrati si credono intoccabili, ma non è così. Nordio sta facendo quello che va fatto: riportare ordine in un sistema che ha perso il senso dei propri limiti”.
Gasparri ha poi attaccato duramente l’Anm, definendo le sue critiche “frutto di commiserazione”. “Purtroppo per loro, il governo non ha intenzione di fare sconti a nessuno. La magistratura non può essere al di sopra delle regole”, ha aggiunto.

Le opposizioni: “È un tentativo di mettere il bavaglio ai giudici”
Le reazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha bollato la proposta come “un chiaro tentativo di mettere il bavaglio alla magistratura”. “L’amarezza dell’Anm è più che comprensibile – ha dichiarato Zanella – e a loro va tutta la nostra solidarietà. Questa iniziativa è pericolosa e minaccia l’indipendenza del potere giudiziario”.
Anche il Partito Democratico ha espresso forti preoccupazioni. “Nordio sta usando il tema della disciplina per attaccare chi non è allineato con il governo”, ha dichiarato un portavoce del partito. “È una deriva autoritaria che non possiamo accettare”.

Il precedente del “bavaglio” e il nuovo contesto normativo
La proposta di Nordio non è del tutto nuova. Già durante la stesura dell’ultimo decreto sulla giustizia il governo aveva provato a introdurre una norma che prevedeva sanzioni per i magistrati che non si astenevano dai procedimenti “quando sussistono gravi ragioni di convenienza”. La norma, ribattezzata “bavaglio” dalle opposizioni, era stata poi stralciata dopo un’ondata di critiche.
Ora, Nordio sembra voler riprendere il discorso, facendo riferimento all’articolo 4 della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere, attualmente in discussione al Senato. “Il governo ha il fermo intendimento di rivedere il regime degli illeciti disciplinari”, si legge nella risposta alle interrogazioni di Gasparri.

La mozione di sfiducia e il voto alla Camera

La proposta arriva in un momento già teso tra governo e magistratura. Giovedì 27 marzo, la Camera voterà una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro Nordio, legata al caso Almasri. Sebbene la mozione abbia scarse possibilità di passare, il voto promette di essere un’occasione per le opposizioni di esprimere il loro dissenso in modo unitario.
“Sarà una seduta ad alta tensione”, ha previsto un parlamentare di opposizione. “Nordio sta giocando con il fuoco, e le conseguenze potrebbero essere gravi”.

Cosa succederà ora?
La proposta di Nordio è ancora in una fase preliminare, ma ha già acceso un dibattito infuocato. Da una parte il governo insiste sulla necessità di “riportare ordine” nella magistratura; dall’altra, le toghe e le opposizioni temono un attacco all’indipendenza del potere giudiziario.
Una cosa è certa: il braccio di ferro tra governo e magistratura è destinato a continuare, con ripercussioni che potrebbero segnare profondamente il futuro della giustizia italiana.

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