Raffaele Fusilli (Renault Italia) presenta 'Renaulution': "Una trasformazione profonda del nostro business model"

- di: Redazione
 
I punti chiavi di ‘Renaulution’, che riorienta a fondo la strategia del Gruppo Renault, i capisaldi della Mégane E-Tech Electric e il grande ritorno, anch’esso in chiave zero emissioni, della storica Renault 5, i problemi ancora nella rivoluzione elettrica dell’automotive e molto altro ancora in questa intervista a Raffaele Fusilli, AD Renault Italia.

Intervista a Raffaele Fusilli, AD Renault Italia

‘Renaulution’, voluto dal CEO Luca de Meo, è il nuovo piano strategico che intende riorientare la strategia del Gruppo Renault che passa dalla corsa ai volumi alla creazione di valore. ‘Renaulution’ si divide in tre fasi: ‘Risurrezione’, che continuerà fino al 2023; ‘Rinnovamento’, che proseguirà fino al 2025; ‘Rivoluzione’, che avrà inizio nel 2025. Dottor Fusilli, può fornirci i punti salienti di ‘Renaulution’? Per il Gruppo si tratta di una vera svolta?
Il piano strategico Renaulution, lanciato a gennaio 2021, ha costituito davvero una svolta per il Gruppo Renault: una profonda trasformazione del nostro business model, perché da quel momento l’azienda non misura più le sue performance tramite quote di mercato e vendite, ma attraverso criteri come la redditività, la generazione di liquidità e l’efficacia degli investimenti. In linea con questa organizzazione focalizzata sul valore, sono state create 4 Business Unit differenziate, fondate su Marche pienamente responsabili, focalizzate sui clienti e sui mercati: Renault, Dacia/Lada, Alpine e Mobilize.
La fase “Risurrezione”, che stiamo vivendo attualmente, si concentra sulla ripresa del margine e sulla generazione di liquidità. La fase “Rinnovamento” vedrà appunto il rinnovamento e l’arricchimento delle gamme, contribuendo alla redditività delle Marche, ed infine, la fase “Rivoluzione”- che inizierà nel 2025 - farà evolvere il modello economico del Gruppo verso la tecnologia, l’energia e la mobilità. Passeremo dall’essere un’azienda automotive che fa uso della tecnologia ad un’azienda tecnologica che fa uso delle auto.

Lei ha affermato che ‘da un anno a questa parte il Gruppo sta realizzando uno sforzo eccezionale per rilanciare il brand’, mettendo in campo anche nuove, importanti partnership. In questo quadro, i capisaldi appaiono la Mégane E-Tech Electric e il grande ritorno, anch’esso in chiave zero emissioni, della storica Renault 5, quest’ultima ancora in versione concept. Ci può parlare di questi due prodotti capisaldo e della forza d’impatto che avranno in termini di rilancio del brand?
Mégane E-TECH Electric rappresenta sicuramente per noi il momento più importante del 2022; parliamo del primo modello figlio ed emblema della Renaulution e della “Nouvelle Vague” di Renault, la nuova era in cui è entrata la Marca. Megane E-Tech Electric è anche il primo modello della “generazione 2.0” dei veicoli elettrici, la GTI delle elettriche, in quanto inaugura tecnologie altamente innovative che permetteranno di offrire ai nostri clienti un’esperienza di guida unica. Questo modello interpreta perfettamente l’evoluzione delle aspettative dei clienti, che in un veicolo elettrico non cercano più solo il DNA ecologico, ma anche un design innovativo, equipaggiamenti altamente tecnologici, sportività e piacere di guida, un’auto piacevole e divertente da guidare! Nuova Mégane E-TECH Electric è l’auto che quest’anno ci consentirà, insieme al nuovo SUV Austral, di sferrare l’offensiva nel segmento C che abbiamo già messo in campo nel 2021 con il lancio di Arkana. Gli ordini di Mégane E-TECH Electric sono aperti dal 16 dicembre, e le prime vetture arriveranno in concessionaria in primavera.
R5 Prototype, invece, è strettamente legata alla nostra storia, ma simboleggia il futuro. Si tratta di un’operazione “pop” alla Andy Warhol che renderà i veicoli elettrici popolari ed accessibili a tutti. Il nostro CEO, Luca de Meo, dice che “l’anima di una Marca sta nelle sue radici”, questo significa che senza nostalgia verso il passato, deve però trarne ispirazione per ritrovare lo spirito di quei tempi gloriosi ed è proprio questo il ruolo di Renault 5 Prototype, dimostrare che Renault riuscirà a democratizzare i veicoli elettrici in Europa con un approccio moderno dell’auto popolare ed essenziale. È un’affascinante city car compatta, che proietta nel futuro una delle icone senza tempo di Renault, con un tocco di modernità al 100% elettrico. Mantiene un’aria divertente e sbarazzina, con una carrozzeria gialla molto “pop” appunto... Il team design di Gilles Vidal si è ispirato ad un modello cult del patrimonio Renault, conosciuto in tutto il mondo e simbolo di un’intera generazione di cui Renault 5 Prototype riprenderà a grandi linee il design originale. È un modello che incarna quindi la modernità, radicato nel suo tempo, urbano, elettrico e affascinante.

Mégane E-Tech Electric è già in pista sul mercato. Quali segnali state ricevendo dai potenziali acquirenti?
I primi riscontri sono senza dubbio promettenti! Sin da quando abbiamo svelato l’auto all’IAA Mobility di Monaco, a settembre scorso, e poi con l’apertura degli ordini il 16 dicembre, abbiamo riscontrato un grandissimo interesse intorno a questo modello, sia sul web che attraverso i feedback che ci arrivano dai nostri concessionari. Qualche giorno fa l’abbiamo fatta provare ai giornalisti della stampa internazionale e le prime impressioni sono assolutamente positive. Siamo molto fiduciosi sulle potenzialità di questo modello che rompe veramente con il passato e che ci consentirà di rafforzare la nostra presenza nel segmento C.

Continuiamo a parlare di vendite. Renault Italia nel primo semestre 2021 è stata leader di vendite elettriche e ibride plug-in. Come si è chiuso l’anno?
Il 2021 è stato un anno particolarmente complesso, tra la seconda ondata della pandemia, la crisi dei microchip e il rincaro dei costi delle materie prime, ma per Renault Italia si è chiuso con dei risultati di cui siamo fieri. In linea con il piano Renaulution, abbiamo portato avanti in Italia una strategia volta alla ricerca del valore, che ha portato ad un incremento delle vendite sui canali più redditizi. Infatti, l’anno si è chiuso con 56.609 veicoli immatricolati a clienti privati, con una quota di mercato del 5,9%, su un totale di 88.366 vendite totali (autovetture + veicoli commerciali). In Italia abbiamo conquistato la leadership del mercato elettrico a privati (autovetture + veicoli commerciali), con Twingo E-TECH Electric che è stata l’auto più venduta su questo mercato. Inoltre, il nostro SUV Renault Captur si è posizionato come leader del mercato ibrido plug-in a privati, confermandosi il nostro modello di punta anche nella motorizzazione E-TECH.

Renault è stata antesignana dell’elettrificazione e ne è rimasta sempre protagonista. In un’intervista sul percorso che c’è ancora da fare sull’elettrificazione del settore automotive, lei ha detto che ‘ci sono dei temi ancora da risolvere: il tema infrastrutture, il tema dei costi legati all’elettrico e dell’efficienza dei motori elettrici’ e il fatto che ‘l’ecosistema elettrico diventa neutrale quando anche la produzione non è più legata ai combustibili fossili, ancora usati oggi all’89%’. Cosa c’è da attendersi nei prossimi 5 anni sul fronte di questi temi? Questione svecchiamento del parco veicolare italiano, dove ci sono ancora milioni di auto euro 0 o euro 1, con un forte impatto ambientale. Ci sono misure particolari che lei suggerisce per accelerare questo svecchiamento?

La regolamentazione europea ha imposto a tutti i costruttori una forte accelerazione in materia di elettrificazione; noi che siamo stati appunto antesignani dell’elettrico, siamo pronti con un’ampia gamma di soluzioni elettrificate, che spaziano dal full hybrid al plug-in hybrid al 100% elettrico, nonché all’idrogeno. Il nostro E-TECH è una tecnologia unica sul mercato, che ha dato origine ad oltre 150 brevetti e che deriva direttamente dal nostro know-how nei veicoli elettrici, oltre che dalle competenze acquisite in più di 40 anni di presenza in Formula 1. Ma questo non basta: il mercato dell’elettrico non decolla ancora in Italia e la scadenza del 2035 è molto ravvicinata. Se pensiamo che oggi in Italia abbiamo 25mila punti di ricarica pubblici, che il PNRR si limita a finanziare poco più di 2.200 punti di ricarica fast in autostrada e nei centri urbani e che nel 2030 saranno necessari tra 95.000 e 130.000 punti di ricarica per soddisfare le esigenze del parco circolante di vetture elettrificate esistente a quella data, cioè circa 6 milioni, vediamo che il delta è enorme tra l’infrastruttura esistente e quella che si deve ancora installare. La mancanza di un piano di incentivazione strutturale resta uno dei principali freni all’acquisto dei veicoli elettrici, oltre alla carenza dell’infrastruttura di ricarica sul nostro territorio, e al tema del costo dell’energia. Abbiamo assistito negli ultimi anni ad incentivi stop & go che non rassicurano il cliente che si trova ad affrontare la transizione ecologica, non lo aiutano nel decidere il passaggio all’elettrico e non consentono ai costruttori la necessaria visibilità per elaborare dei piani industriali efficaci, rendendo estremamente difficile la gestione della logistica.
Il nostro Governo non favorisce la sostituzione del parco, come giustamente diceva, abbiamo l’enorme problema di un parco circolante che è il più vecchio d’Europa, costituito da circa 12 milioni di unità Euro 0,1,2,3,4, nel nostro Paese gli incentivi dovrebbero costituire quindi un’assoluta priorità. Dobbiamo fare sistema sul tema della transizione energetica: se tutti gli attori coinvolti -Case auto, stakeholder, utility energetiche- non lavoreranno in sinergia per creare tutti insieme le condizioni favorevoli ad uno sviluppo su larga scala della mobilità sostenibile, mancherà sempre un tassello del mosaico.
In tutti i Paesi europei, il segmento delle elettriche è sostenuto da forti agevolazioni governative e da infrastrutture reali, concrete. Per arrivare alla definitiva transizione si deve necessariamente passare per queste tappe obbligate.
Infine, dobbiamo concentrarci sull’obiettivo, e non su come arrivarci in termini di tecnologia. L’elettrico sarà sicuramente la tecnologia trainante nei prossimi anni ma anche altre tecnologie dovrebbero essere prese in considerazione, come ad esempio le benzine sintetiche o l’idrogeno, ad esempio. Essere monotematici non aiuterà, anche se stiamo investendo tutti molto nell’elettrico e con le tempistiche imposte dalla regolamentazione europea, la transizione energetica rischia di non essere indolore.

Come il Gruppo Renault sta affrontando la crisi della disponibilità di chip, ossia dei semiconduttori indispensabili per le auto sempre più digitali? Che impatto ha oggi questa carenza sulla vostra produzione?
A livello global abbiamo stimato la nostra perdita di produzione vicino ai 500.000 veicoli sull’anno, di cui 400.000 per la Marca Renault. Aggiorneremo questa stima in occasione della pubblicazione dei risultati finanziari, a fine gennaio. Il 2021 è stato un anno di alti e bassi per tutto il settore. È iniziato con un’alta domanda di autovetture, grazie all’alleggerimento dei vincoli legati al Covid e alle misure di incentivazione statali, ma con un’offerta che è andata via via diminuendo sul mercato a causa della crisi dei componenti.
Nella seconda parte del 2021, Renault - come tutti i costruttori -
ha subito dei rallentamenti a causa della crisi della componentistica e dell’aumento dei costi delle materie prime che hanno reso più complicata la piena disponibilità prodotto.
Per affrontare al meglio questa situazione, abbiamo focalizzato le risorse ove sapevamo che il ritorno sarebbe stato maggiore, per noi e per i clienti, e fronteggiando i ritardi di consegne sviluppando delle offerte integrate con la nostra finanziaria captive, RCI Bank. In tal modo siamo riusciti a gestire i clienti in attesa del nuovo veicolo, garantendo al tempo stesso le loro esigenze di mobilità.

Renault è presente in Formula 1 da 43 anni ed ha un DNA profondamente sportivo. Quali sono le novità su questo fronte? Si parla anche di un ritorno nei rally, nel caso possa rappresentare un vantaggio per la produzione di veicoli elettrici. Cosa c’è di vero?
Noi di Renault abbiamo lo sport nel nostro DNA! La nostra storia in F1, fino al 2020 con Renault e dal 2021 sotto l’egida di Alpine, continua ininterrottamente da più di quarant’anni, costellata da tanti ed importanti successi. Già noto per i record e il successo conseguito nell’endurance e nel rally, il nome Alpine ha trovato, quindi, con naturalezza il suo posto nel prestigio e nella performance della F1, dove nel 2021 Alpine F1 Team ha concluso la stagione attestandosi in quinta posizione nel Campionato Costruttori, con 155 punti al suo attivo. Questo risultato dà al team ancora più voglia di ritrovare i primi posti della griglia quest’anno per battersi per le vittorie e i titoli, anche in vista delle opportunità associate al cambiamento del regolamento.
Per quanto riguarda l’Italia, quest’anno realizzeremo delle attività in occasione dei 2 Gran Premi italiani di Imola e Monza, rispettivamente ad aprile e settembre e speriamo che il contesto pandemico consenta di nuovo delle gare con il pubblico sulle tribune!
Inoltre, continueremo il nostro impegno in pista con il Campionato Clio Cup e la Press League dedicata ai giornalisti e confermo che saremo presenti anche all’interno delle competizioni rallystiche, quindi un anno ricco di novità per gli amanti degli sport motoristici!
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