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Fs, Donnarumma: «Avanti sull’Alta Velocità. Dal 2026 l’ingresso di fondi nella nuova società di rete»

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Fs, Donnarumma: «Avanti sull’Alta Velocità. Dal 2026 l’ingresso di fondi nella nuova società di rete»

Crescita contenuta dei ricavi, traffico passeggeri sostanzialmente stabile, cantieri Pnrr che condizionano la regolarità del servizio e il dossier strategico sull’Alta Velocità che avanza verso la creazione di una società ad hoc. È l’agenda di Ferrovie dello Stato delineata dall’amministratore delegato Stefano Antonio Donnarumma, che in un’intervista al Corriere della Sera ha confermato l’obiettivo di portare entro il 2026 investitori istituzionali nella newco dedicata alla rete AV, aprendo così una stagione inedita per la finanza infrastrutturale del Paese.

Fs, Donnarumma: «Avanti sull’Alta Velocità. Dal 2026 l’ingresso di fondi nella nuova società di rete»

Sul fronte dei numeri, Fs registra nel 2025 un incremento del 2% dei ricavi, mentre i volumi passeggeri si confermano sui livelli del 2024. «L’effetto Giubileo sui flussi è stato inferiore alle attese», ha spiegato Donnarumma, sottolineando come la domanda domestica di Alta Velocità resti solida ma non in espansione. La crescita resta quindi trainata più dai ricavi che dai volumi, in linea con la dinamica tariffaria e con una gestione sempre più orientata alla redditività.

L’estero pesa per 3 miliardi

Un asse sempre più rilevante per il gruppo è quello internazionale, che nel complesso vale circa 3 miliardi di fatturato, includendo sia il trasporto passeggeri che le merci.
In Spagna i risultati dell’Alta Velocità sono giudicati soddisfacenti, mentre in Francia i margini restano sotto pressione per effetto dei pedaggi elevati e di una struttura dei costi più rigida. «Vorremmo crescere nei volumi, ma le autorità francesi mantengono un approccio prudente all’apertura della rete», ha osservato l’ad.

Diversa la situazione in Germania, dove Fs si è affermata come secondo operatore nel trasporto pendolari, con ritorni economici giudicati positivi. Proprio qui, accanto alla tratta già operativa Monaco–Parigi, il gruppo prepara nuovi collegamenti internazionali: Milano-Monaco e Roma-Monaco entro il 2026, seguiti da estensioni verso Berlino.
In Olanda continua l’esperienza nei trasporti locali con bus elettrici, mentre in Grecia e Regno Unito la presenza è ormai consolidata. Un altro progetto di rilievo riguarda la Parigi–Londra, sulla quale si lavora in vista di un’apertura a medio termine.

L’impatto dei cantieri Pnrr
Se l’espansione internazionale dà respiro, sul mercato domestico la gestione quotidiana è complicata da una rete ferroviaria interessata da circa 1.200 cantieri al giorno finanziati dal Pnrr. «La prossima estate ci troveremo nel picco delle consegne delle opere, con inevitabili impatti sulla circolazione», ha detto Donnarumma. A differenza di quanto avviene in Germania, dove le tratte vengono chiuse durante i lavori, in Italia si è scelto di mantenere la circolazione, pur a fronte di ritardi inevitabili.
Per gestire la fase, Fs ha avviato negli ultimi mesi una campagna informativa mirata a rendere più trasparente per i passeggeri l’impatto dei lavori sui tempi di viaggio.

La newco dell’Alta Velocità
Il capitolo più strategico riguarda la costituzione di una società dedicata alla rete AV, che sarà controllata da Rfi, a sua volta interamente posseduta da Fs. «Lo studio con il ministero dell’Economia è in fase di completamento – ha dichiarato Donnarumma –. In autunno, se arriverà il via libera, potremmo conferire i primi mille chilometri di rete, destinati a diventare circa duemila con gli investimenti in corso».
L’orizzonte è quello del 2026, quando si ipotizza l’ingresso di fondi istituzionali italiani e internazionali. «Non si tratta di una privatizzazione in senso stretto – ha chiarito l’ad –. Gli investitori avrebbero solo quote di minoranza, senza prerogative di governance, e contribuirebbero a finanziare lo sviluppo della rete liberando risorse pubbliche da destinare ad altre priorità».

Un modello per la finanza infrastrutturale
Il disegno punta a creare un veicolo capace di attrarre capitali privati su un’infrastruttura percepita come strategica, senza cedere il controllo. Una formula che, nelle intenzioni, consentirebbe a Fs di sostenere l’espansione dell’Alta Velocità e, al tempo stesso, di contribuire a un salto di qualità del mercato infrastrutturale italiano, sempre più orientato a forme di partenariato pubblico-privato.
La sfida, oltre alla costruzione societaria, sarà convincere gli investitori sulla stabilità regolatoria e sulla redditività di lungo periodo dell’asset. Per Fs si tratterebbe di una svolta: aprire la rete AV al capitale privato pur mantenendo la regia pubblica significherebbe rafforzare la capacità di investimento senza gravare sui conti dello Stato.

Un passaggio cruciale che, se confermato già in autunno, potrebbe rappresentare il punto di svolta per il futuro del trasporto ferroviario ad Alta Velocità e, più in generale, per la politica industriale delle infrastrutture italiane.

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