Il primo ministro francese François Bayrou (nella foto) ha evitato per un soffio la caduta del suo governo, grazie al decisivo sostegno del Partito Socialista (PS), che ha scelto di non votare a favore della mozione di sfiducia presentata da La France Insoumise (LFI). La manovra finanziaria per il 2025, che prevede tagli alla spesa pubblica e nuove tasse sui redditi più alti e sulle grandi imprese, è stata approvata nonostante le forti tensioni politiche e le divisioni interne alla sinistra francese
La rabbia di Mélenchon e il ruolo dei socialisti
Jean-Luc Mélenchon, leader di LFI, non ha nascosto la sua indignazione. “Bayrou ha messo lo stato in cassa integrazione. Sfiducia! Sfiducia!”, ha tuonato sui social media dopo la seduta parlamentare. Mélenchon ha accusato i socialisti di aver tradito l’alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare, definendo la loro scelta un “gesto di irresponsabilità”.
Tuttavia, il Partito Socialista ha giustificato la sua decisione con un comunicato ufficiale: “Il progetto di manovra finanziaria 2025 resta quello di un bilancio di destra, ma abbiamo scelto di non contribuire alla caduta del governo per spirito di responsabilità e nell’interesse del Paese”. Olivier Faure, segretario del PS, ha ribadito che il partito non intendeva “fare il gioco dell’estrema destra”, riferendosi al Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, che aveva già contribuito alla caduta del precedente governo di Michel Barnier.
La manovra finanziaria: rigore e concessioni
Bayrou ha presentato una manovra ambiziosa, con l’obiettivo di ridurre il deficit al 5,4% del Pil nel 2025. Il piano prevede tagli per 41,3 miliardi di euro, principalmente alla spesa pubblica e al welfare, e nuove entrate per 19,3 miliardi, derivanti da tasse temporanee sui redditi alti e sulle grandi imprese.
“Nessun paese può sopravvivere senza una legge di bilancio, e la Francia meno di qualunque altro”, ha dichiarato Bayrou durante il suo intervento in Parlamento, sottolineando la necessità di stabilità in un momento di crisi economica e politica.
Le tensioni interne e le critiche
Nonostante l’approvazione della manovra, il governo Bayrou non è al sicuro. La settimana scorsa, il premier ha scatenato polemiche parlando di “invasione di migranti” in alcuni dipartimenti francesi, una retorica che ha allarmato i socialisti e alimentato le divisioni interne al PS. In risposta, il partito ha annunciato che presenterà una mozione di sfiducia simbolica contro queste dichiarazioni, anche se senza alcuna possibilità di successo.
Il futuro del governo Bayrou
La sopravvivenza del governo dipenderà dalla capacità di Bayrou di mantenere il sostegno dei socialisti e di evitare ulteriori defezioni. Tuttavia, il clima politico rimane teso, con il Rassemblement National che potrebbe cambiare posizione in qualsiasi momento. “La Francia non è mai stata così indebitata”, ha ricordato Bayrou nel suo discorso programmatico, sottolineando la necessità di un’azione coraggiosa per evitare il collasso finanziario.
Intanto, i mercati finanziari e le istituzioni europee osservano con preoccupazione l’instabilità politica francese, che rischia di compromettere gli sforzi per ridurre il deficit e rispettare le regole dell’Unione Europea.
“Sull’orlo del precipizio”
La manovra finanziaria 2025 rappresenta un passo importante verso il risanamento dei conti pubblici francesi, ma il prezzo politico pagato da Bayrou è stato alto. Con una sinistra divisa e un’estrema destra pronta a sfruttare ogni debolezza, il futuro del governo rimane incerto. La Francia, come ha detto Bayrou, è “sull’orlo del precipizio”, e solo un’azione unitaria potrà evitare il disastro