Forum Acadi-Confcommercio: presentato il Bilancio di Sostenibilità del comparto gioco pubblico

- di: Daniele Minuti
 

La sede di Confcommercio di Roma ha ospitato il Forum Acadi-Confcommercio “Il gioco pubblico alla sfida della sostenibilità”, nel corso del quale è stato presentato il Bilancio di Sostenibilità del Comparto del Gioco Pubblico.

Sangalli: "Fare sistema per sostenere lo sviluppo economico e la legalità" 

Ad aprire i lavori è stato Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio"Conosco bene il ruolo di Acadi la sua funzione di promozione e sostegno delle imprese associate che si muovono nel pieno rispetto della legalità esprimendo anche un ingente giro d’affari con un contributo erariale di quasi 3 miliardi". "Parliamo di imprese lavoro tecnologia e legalità che devono affrontare i profondi cambiamenti di una stagione complicata. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo la cosiddetta permacrisi con crisi diverse che si succedono. Come corpo intermedio in questi anni noi abbiamo sempre tenuto la barra dritta, dimostrando autorevolezza e senso di responsabilità. Se non siamo arrivati ad un emergenza sociale senza precedenti durante la pandemia lo si deve non solo ma anche ai corpi intermedi come Confcommercio. E a proposito di disagio sociale  per noi il contratto collettivo erga omnes è la risposta più convincente al tema del salario minimo per legge. Le famiglie in 2 anni hanno perso oltre 17 mila euro in termini di potere di acquisto. Oggi il rallentamento dell’economia italiana preoccupa con occupazione e produzione che mostrano segnali di fragilità. Servono segnali di fiducia come ad esempio dettassare gli aumenti contrattuali e la tredicesima ma soprattutto ridurre il cuneo fiscale. Abbiamo apprezzato la scelta di Acadi di entrare in Confcommercio e la sua volontà di fare sistema in ambito confederale in sinergia con due federazioni molto importanti come Fipe e Fit". 

Il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, ha detto: "Il comparto del Gioco pubblico è uno dei punti fermi dell'economia italiana: oltre 11 miliardi di gettito erariale, 65 mila aziende, 150.000 occupati. Ma l'apporto del nostro settore non è soltanto valutabile in termini fiscali, previdenziali, occupazionali e di PIL ma anche in quanto presidio sui territori sotto il profilo della tutela della salute, del risparmio e dell'ordine pubblico. Le aziende e le persone che operano sui territori sono il vero garante di legalità a tutela dell'intero settore, dei milioni di giocatori e dello Stato italiano”. "Per questo - ha osservato Cardia - c'era la necessità di fare un bilancio di sostenibilità del comparto del gioco pubblico perché siamo convinti che gli strumenti e le verifiche degli indici Esg mettano ancora più in luce il ruolo strategico del comparto per il Paese. I dati dicono a chiare lettere che la rete distributiva terrestre degli esercizi generalisti (dei bar e dei tabacchi per intendersi) è protagonista tra le altre reti nel consentire il perseguimento degli interessi costituzionali sottesi all'esistenza dell'offerta pubblica di gioco". "Ridurre, comprimere, limitare o in qualche modo penalizzare direttamente o indirettamente la sua presenza oggi radicata sui   territori - aggiunge Cardia - significa compromettere gli interessi costituzionali della tutela della salute dell'utente e della fede pubblica (realizzata con un'offerta misurata e controllata dallo Stato  e gestita da operatori esperti), della tutela dell'ordine pubblico sui  territori, come la prevenzione del riciclaggio dei proventi di   attività criminose, del gettito erariale che è di emersione e   dell'occupazione assicurata ad oggi nei fatti in ogni parte d'Italia. Confcommercio e le filiere del comparto si sarebbero aspettati una maggiore attenzione in fase di dibattito parlamentare sul tema della delega fiscale, sollevato anche in commissione Finanze riguardo ai termini razionalizzazione, concentrazione e specializzazione utilizzati nel testo per descrivere i criteri con cui sarà disegnata la nuova distribuzione dell'offerta di gioco pubblico''. "Questi termini non si possono porre in contrasto con un principio di equilibrata distribuzione tra punti specializzati e punti generalisti riconoscendo alla permanenza di questi ultimi l'importanza strategica per il raggiungimento degli obiettivi di interesse pubblico del comparto: tutela dell'utente, legalità, gettito erariale ed occupazione. Vi è stato anche un ordine del giorno con cui è stata formulata una raccomandazione in tal senso. Restiamo fiduciosi dunque che nella fase di attuazione e di definizione dei decreti legislativi delegati, il principio venga non solo ascoltato ma anche valutato ed accolto. Sarà per questo importante che avvengano interlocuzioni istituzionali con i diversi operatori in modo da far emergere la totalità delle valutazioni al riguardo".

La sottosegretaria di Stato al ministero dell'Economia e delle Finanze, Lucia Albano, ha aggiunto: "Il Governo Meloni si è subito attivato per un riordino del settore con la legge delega fiscale". "Il tema del gioco è un tema nel quale regioni, enti locali e Stato hanno giocato un ruolo determinate. Fino al 2022  c’è stata la volontà di ridurre i giochi all’interno dei territori riducendo l’offerta con il distanziamento dei luoghi fisici. Ora è importante considerare la questione giochi come un sostegno alla legalità e alla socialità". "Lo Stato vuole tutelare la buona fede dei consumatori e salvaguardare l’ordine pubblico. Un’altra questione è quella dei giochi on line con le difficoltà derivanti dagli indirizzi .com. e con il giro d’affari del gambling non autorizzato che è di circa 25 miliardi".

Il direttore Giochi dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Mario Lollobrigida, ha ricordato: "Proprio oggi scatta la dead line per la presentazione degli schemi dei decreti legislativi di attuazione della legge delega". Secondo Lollobrigida è "fondamentale definire in modo certo regole sul territorio per garantire una rete distributiva ancora più professionale. Abbiamo però dei problemi gravi in alcune Regioni con interventi normativi che sembrano quasi voler buttare fuori il gioco legale. Serve anche una profonda revisione del comparto del gioco on line".

Lino Stoppani, presidente di Fipe, ha evidenziato: "I pubblici esercizi siano una componente importante della filiera del gioco e l’impegno della federazione nell’accrescere valori e responsabilità degli operatori". Stoppani ha aggiunto che se qualcosa è stato fatto sul fronte associativo, poco o nulla è stato fatto a livello normativo: "l’offerta illegale è sempre pronta a prendersi spazio, e anziché contrastarla diffondendo cultura persiste un accanimento regolatorio fortemente penalizzante per gli esercenti e per i soggetti deboli, sradicati dai centri di aggregazione sociale e confinati nel gioco online". “Chiediamo investimenti formativi sulla professionalità degli operatori, sul contrasto al gioco minorile, sul sostegno al gioco lecito come strumento di contrasto al gioco illegale e all’usura. La Fipe intende promuovere e diffondere la sostenibilità e l’offerta del gioco, che per noi significa soprattutto tornare a un accordo con lo stato per difendere la legalità, la salute e l’economia. Bisogna far passare il concetto che i giochi, anche quelli esercitati nei pubblici esercizi, sono parte del vivere fuori casa”.

Emilio Zamparelli, presidente di STS, il sindacato Totoricevitori Sportivi aderente alla Fit, ha concluso: "La legalizzazione del gioco del lotto, delle scommesse e del videopoker tra gli anni Ottanta e primi anni Duemila ha inflitto un duro colpo a un mercato che fino ad allora era stato nelle mani della criminalità nell’interesse sia dello Stato che dei giocatori, che ora possono contare su una rete sicura". “Io mi auguro - ha affermato Zamparelli -  che queste riflessioni possano essere da spunto per il prossimo riordino, necessario perché quello che il settore ha subito negli ultimi anni è difficile da sopportare. E’ giusto pensare alla tutela del giocatore, ma distanziometro e fasce orarie sono stati adottati in un momento in cui il mondo andava in un’altra direzione, con l’online, allontanando il gioco dai centri delle città e creando zone-ghetto che certamente non tutelavano il giocatore problematico”. Isolare il gioco significa contribuire al fenomeno della desertificazione delle città, che diventano sempre meno sicure, e privare i giocatori dell’importante supporto rappresentato dagli operatori, che sono i primi a poter porre un argine al gioco eccessivo. “Tutelare il gioco fisico significa tutelare il gioco legale - ha concluso Zamparelli - e contrastare l’illegalità ancora dilagante in questo paese

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