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La nostra biblioteca: Alessandro Fiore - Il lutto sospeso - L'uomo che trova chi decide di sparire

- di: Redazione
 
La nostra biblioteca: Alessandro Fiore - Il lutto sospeso - L'uomo che trova chi decide di sparire
Quando qualcuno decide di sparire, per uno tra i mille motivi che potrebbero essere alla base della ricerca di una vita nuova e comunque lontana dalla precedente, c'è sempre chi paga le conseguenze di questa scelta personale. Personale perché non si tiene quasi mai conto di cosa ci si lascia alle spalle, soprattutto lo sgomento, la paura, la sorpresa, la rabbia di chi ci ama. Ma, quando ci si chiude la porta alle spalle, aprendone un'altra intrisa di difficoltà, il vuoto è difficile da colmare per chi sino a poche ore condivideva con te le gioie, la tristezza, le preoccupazioni, ma anche le speranze, forse soprattutto queste. Se il dubbio su cosa abbia motivato la sparizione rimanda a canoni normali, ci si rivolge allo Stato, nelle sue ramificazioni su territorio, manifestandogli il dolore e la paura. Il protocollo è sempre lo stesso: si dirama un bollettino di ricerche, che porta con sé una fotografa che forse rimanda a tempi lontani e felici. Si lancia una rete nell'oceano sperando che l'unico pesce che si vuole catturare rimanga impigliato. Poi, l'attesa, che può essere devastante quando il tempo che passa affievolisce la forza di recarsi al commissariato o alla caserma dei carabinieri, per porre la domanda, sempre la stessa: ci sono novità di lui/lei?

La nostra biblioteca: Alessandro Fiore - Il lutto sospeso

Il tempo passa e detta i tempi del dolore e può indurre alla rassegnazione, ma anche alla ribellione. Per questo ci si rivolge a chi, della ricerca di chi scompare, ha fatto una missione, che cammina in parallelo con la sua professione di avvocato. E' Alessandro Fiore, che, con ''Il lutto sospeso - Storie umane di chi sembra sparire nel nulla'' (Rubbettino - pag.108 - 15,00 euro), racconta non tanto la sua esperienza (la riservatezza che lo lega ai suoi clienti è un limite che non valica), quanto le dinamiche che si manifestano nel caso della sparizione di qualcuno, spesso per propria volontà e non per colpa d'altri.

E' a lui che molte persone - continua a chiamarle clienti, forse per evitare un coinvolgimento emotivo che potrebbe condizionarlo quando si tratta di tirare le somme di una ricerca e valutare le mosse successive - si rivolgono quando altri non possono dare più le risposte che cercano. E' davanti a lui che lacrime e frustrazione si manifestano e che, come passando attraverso un setaccio, Fiore screma per definire il profilo di chi è sparito e, quindi, adattare su di lui i processo di ricerca. Perché, pare di capire leggendo ''Il lutto sospeso'', che Fiore abbia un suo modello, standardizzato alla luce dell'esperienza, ma volta per volta nei crei uno particolare che tenga conto della personalità di chi ha deciso di farsi inghiottire da una città diversa dalla sua, quando non è addirittura un Paese. Per spiegare il suo ''metodo'' Fiore ricorda Thomas Merton e il suo ''Nessun uomo è un'isola''. Quindi, seppure non ha più contatti con il mare delle sue amicizie e dei suoi affetti, chi scompare lascia sempre di sé una traccia. Ed è quella che Fiore cerca, analizza, elabora e quindi utilizza. E' il ''missing profile'' che elabora, grazie anche ad un pool di collaboratori ed esperti, e che sino ad oggi lo ha premiato, in termini di ''missioni'' positive.

Ma ''Il lutto sospeso'' non si esaurisce in una descrizione di metodologie di indagine, scavando nella voragine del dolore che motiva chi decide di annullarsi, almeno per chi lo ama.
Spiegazioni, motivazioni, anche responsabili (i cold case per mano di terzi ormai sono pane quotidiano per chi dai media aspetta rivelazioni su sparizioni ormai irrisolvibili) sono raccolti nel libro, almeno quelli che meritano attenzione particolare. Guai a chiedere i nomi delle persone che ha scovato, anche se questo non significa che li ha riportati alla famiglia. Perché tutto ha una soluzione, fuorché la disperata volontà di essere dimenticato dagli altri.
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