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Fincantieri spinge su difesa e idrogeno, ordini mai così alti

- di: Bruno Coletta
 
Fincantieri spinge su difesa e idrogeno, ordini mai così alti
Boom di ricavi e commesse nel primo trimestre 2025. Debutta il polo underwater e parte la prima nave a idrogeno al mondo.
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Il trimestre migliore della sua storia
C’è una sola parola per descrivere il primo trimestre 2025 di Fincantieri: eccellente. Con ricavi in crescita del 35% a 2,376 miliardi di euro e un EBITDA balzato del 54% a quota 154 milioni, il gruppo guidato da Pierroberto Folgiero firma il miglior avvio d’anno mai registrato nella sua lunga storia industriale. Ma il dato che più colpisce è quello relativo ai nuovi ordini: 11,7 miliardi di euro in soli tre mesi, pari al 76% dell’intero 2024, con un rapporto ordini/ricavi (book-to-bill) da capogiro: 4,9 volte.
Abbiamo raggiunto il più alto portafoglio ordini di sempre – ha dichiarato l’ad Folgiero (foto)– grazie a una strategia industriale di lungo periodo, alla solidità della nostra governance e alla capacità di trasformare innovazione in cantierabilità”. Il backlog ha infatti raggiunto quota 40,3 miliardi, con un carico complessivo di lavoro fino al 2036 pari a 57,6 miliardi.
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Lancio del polo underwater: la nuova frontiera strategica
Il risultato è trainato dalla crescita del comparto militare, ma anche dall’accelerazione di un nuovo segmento: l’underwater. Con 95 milioni di ricavi nel solo primo trimestre e un margine operativo lordo del 17%, il neonato polo subacqueo sta già dimostrando di essere una miniera di redditività. Nato nel 2025 con l’integrazione di WASS Submarine Systems, Remazel Engineering, il programma U212 NFS della Marina Militare e la linea Unmanned Systems di IDS, il segmento rappresenta il cuore della nuova strategia dual-use.
Entriamo in un dominio tecnologicamente complesso e strategico, fondamentale per la sicurezza nazionale e per la competitività europea”, ha spiegato Folgiero, che ha ribadito come il polo sia destinato a diventare “il centro d’eccellenza per la subacquea in Europa”.
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Difesa, crociere, offshore: tutte le anime crescono
A sostenere la performance c’è soprattutto il settore Shipbuilding, che vale il 72% dei ricavi di gruppo e cresce del 39,5%, sfiorando i 1,83 miliardi. In particolare, è il comparto difesa a registrare la spinta maggiore, con 770 milioni di ricavi (+98%) grazie al contratto per la fornitura di due unità MPCS/PPA all’Indonesia.
Anche il crocieristico torna a brillare: Fincantieri ha incassato commesse da Norwegian Cruise Line per quattro maxi-navi da 226.000 tonnellate (le più grandi mai costruite per il brand) e da Viking Cruises per altre quattro unità. E ha debuttato nella galassia Carnival (con AIDA Cruises) e nel gruppo TUI (con Marella Cruises), rafforzando la diversificazione del portafoglio.
Più contenuta la crescita nel settore Offshore e Navi speciali (+6,7%), mentre la controllata VARD continua a presidiare il mercato delle navi per le operazioni subacquee, aggiudicandosi nuove commesse per Dong Fang Offshore.
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Idrogeno a bordo: la rivoluzione si chiama Viking Libra
Una svolta epocale arriva anche sul fronte ambientale. L’8 aprile, Fincantieri ha annunciato la costruzione della prima nave da crociera al mondo alimentata a idrogeno, la “Viking Libra”, commissionata dal gruppo norvegese Viking. La nave – che sarà consegnata entro la fine del 2026 – sarà dotata di un innovativo sistema di stoccaggio e utilizzo dell’idrogeno sviluppato da Isotta Fraschini Motori, controllata del gruppo, e potrà operare a zero emissioni in aree protette.
“È un passo storico nella decarbonizzazione del settore marittimo”, ha affermato Folgiero. La Viking Libra rappresenta il primo frutto tangibile di un programma più ampio, volto a introdurre soluzioni green su tutta la flotta di nuova generazione.
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Dalla digitalizzazione al Medio Oriente: un piano industriale ambizioso
Nel frattempo, il gruppo continua a investire in innovazione digitale. Il 10 aprile è nata Fincantieri Ingenium, joint venture con Accenture (70%-30%) che svilupperà “Navis Sapiens”, un sistema operativo digitale per navi intelligenti destinato sia a nuove costruzioni sia all’upgrade delle flotte esistenti.
Sul piano internazionale, il 16 aprile Fincantieri ha firmato con thyssenkrupp Marine Systems un accordo per estendere la storica alleanza ai mercati export, a partire dalla fornitura di sottomarini U212 NFS alle Filippine. E il 17 febbraio la JV MAESTRAL, nata con il gruppo emiratino EDGE, ha firmato un contratto da 500 milioni per garantire il supporto in-service alla Marina degli Emirati Arabi Uniti, rafforzando la proiezione industriale italiana nel Golfo.
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Il nodo finanziario e gli obiettivi per l’anno
Resta una criticità sul fronte finanziario: la posizione netta è ancora negativa per 1,6 miliardi, pur in miglioramento rispetto ai 1,668 miliardi di fine 2024 (al netto dell’aumento di capitale effettuato per acquisire WASS). Ma il rapporto PFN/EBITDA è sceso a 2,9x, confermando il trend di rientro.
Fincantieri ha confermato tutti i target 2025 già comunicati a inizio anno, e punta a mantenere la saturazione produttiva dei cantieri fino al 2036. L’azienda è ormai un laboratorio permanente per l’industria pesante europea, tra difesa, sostenibilità, digitalizzazione e innovazione.

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