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Fico vara la giunta campana: la squadra che apre il 2026

- di: Jole Rosati
 
Fico vara la giunta campana: la squadra che apre il 2026
Fico vara la giunta campana: la squadra che apre il 2026

Il nuovo corso alla Regione Campania parte con una foto di gruppo e un messaggio chiaro: governare “di squadra” e con deleghe-chiave saldamente in mano al presidente. Roberto Fico ha ufficializzato la sua giunta regionale nell’ultimo pomeriggio dell’anno, dopo una trattativa a incastri tra partiti e liste della maggioranza.

(Foto: il presidente della Regione Campania, Roberto Fico).

Un team politico e tecnico

Dieci assessori, quattro donne, un mosaico che prova a tenere insieme rappresentanza politica e competenze. La formula è quella di un esecutivo “a più voci”: ogni forza della coalizione ottiene un presidio, mentre la cabina di regia resta al presidente, che annuncia per sé deleghe considerate strategiche.

Sanità, Bilancio e fondi nazionali ed europei restano infatti nelle mani di Fico: una scelta che alza l’asticella delle aspettative, perché concentra sul governatore i dossier più sensibili e misurabili.

Nomine chiave e pesi della giunta

Vicepresidenza e infrastrutture

La vicepresidenza va a Mario Casillo (PD), con un portafoglio che conta: Trasporti, Mobilità e Mare. È la casella dove si incrociano cantieri, programmazione e servizi quotidiani: dalla gestione delle reti al tema – sempre politicamente caldo – della qualità del trasporto pubblico.

Continuità amministrativa e sviluppo economico

Nel perimetro dell’esecutivo entra anche Fulvio Bonavitacola, volto noto della macchina regionale e figura che garantisce continuità su dossier industriali e amministrativi. La sua presenza viene letta come un ponte tra il “prima” e il “dopo” in Regione, in una fase in cui i passaggi di consegne rischiano di rallentare le decisioni.

La sorpresa Cultura

La novità che fa discutere di più è l’arrivo di Onofrio “Ninni” Cutaia alla Cultura, con deleghe anche a Eventi e Personale. Nel suo profilo convivono gestione culturale, esperienza istituzionale e un legame storico con il teatro: una scelta che sposta il baricentro comunicativo della giunta anche sul terreno identitario, quello dei grandi contenitori culturali e delle politiche pubbliche per lo spettacolo.

La mappa completa degli assessori

  • Vincenzo Cuomo (PD): Governo del territorio, Patrimonio.
  • Andrea Morniroli (area PD): Scuola, Politiche sociali.
  • Claudia Pecoraro (M5S): Ambiente, Politiche abitative, Pari opportunità.
  • Angelica Saggese (Italia Viva / area riformista): Lavoro, Formazione.
  • Vincenzo Maraio (PSI): Turismo, Promozione del territorio, Transizione digitale.
  • Fiorella Zabatta (AVS): Politiche giovanili, Protezione civile, Sport, Biodiversità, riforestazione, Pesca e acquacoltura, Tutela degli animali.
  • Maria Carmela Serluca (area centrista): Agricoltura.

Le parole di Fico e il messaggio alla coalizione

“Ringrazio le forze politiche e civiche per il confronto e il contributo alla formazione della Giunta”: il presidente apre così la nuova fase, rivendicando il metodo e chiedendo compattezza. Poi la promessa di un’agenda pratica e misurabile, con l’idea di rimettere al centro “cura del territorio” e ascolto.

“Siamo pronti per lavorare al servizio dei cittadini campani”, insiste Fico, legando l’efficacia del mandato alla responsabilità condivisa e alla necessità di tenere unita una maggioranza ampia.

Le reazioni: il PD parla di “alto profilo”

Tra le prime letture politiche spicca quella del Partito Democratico regionale, che rivendica il peso della vicepresidenza e delle deleghe “pesanti”. Nelle dichiarazioni dei dirigenti dem, la giunta viene descritta come una squadra con un impianto robusto, in grado di trasformare il programma in atti amministrativi e risultati concreti.

“È una Giunta di alto profilo”, è il giudizio sintetico che rimbalza nelle ore successive all’annuncio.

Che cosa cambia davvero da domani

La struttura della giunta dice molto delle priorità: sanità e bilancio accentrati sul presidente, mobilità affidata al numero due, un capitolo cultura rilanciato con un profilo “di settore” e una transizione digitale che entra esplicitamente nel perimetro di governo.

Ora il banco di prova è doppio: da un lato la velocità di avvio (nomine operative, indirizzi, prime delibere), dall’altro la capacità politica di tenere insieme anime diverse senza trasformare l’equilibrio in paralisi.

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