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Fedriga primo tra i governatori, vince per fiducia e sobrietà. Ma anche i sindaci trainano il consenso locale

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Fedriga primo tra i governatori, vince per fiducia e sobrietà. Ma anche i sindaci trainano il consenso locale

Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e figura di spicco della Lega, si conferma il governatore più apprezzato d’Italia secondo l’ultima rilevazione dell’Istituto Noto Sondaggi pubblicata dal Sole 24 Ore. Con un indice di gradimento pari al 70%, Fedriga rafforza il proprio profilo nazionale e locale, complice uno stile sobrio e rassicurante, privo di eccessi retorici e spesso trasversale rispetto alle contrapposizioni partitiche. Il dato risulta particolarmente significativo se si considera che Fedriga ha guadagnato ben 5 punti percentuali rispetto alla percentuale di consenso ottenuta il giorno della sua rielezione nel 2023.

Fedriga primo tra i governatori, vince per fiducia e sobrietà

Alle sue spalle si collocano altri due presidenti di Regione del centrodestra: Luca Zaia, al secondo posto con il 68%, e Alberto Cirio, terzo con il 65%. Il presidente del Veneto, sebbene in lieve calo rispetto al suo storico consenso personale, rimane uno dei leader più amati grazie alla sua capacità di incarnare un’amministrazione pragmatica e vicina ai territori. Cirio, in Piemonte, sta beneficiando di un rafforzamento del proprio ruolo dopo la riconferma alle elezioni regionali del giugno scorso, guadagnando punti nella percezione pubblica.

I presidenti al centro e in coda alla graduatoria
Appena fuori dal podio si posiziona il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, unico tra i primi classificati a provenire dall’area del centrosinistra, con il 64% di gradimento. De Luca, figura divisiva ma consolidata, mantiene un forte presidio sull’elettorato regionale grazie a una comunicazione diretta e talvolta ruvida, capace di intercettare consensi anche oltre il proprio campo politico.

A metà classifica emergono nomi come Francesco Acquaroli delle Marche (63%), Christian Solinas della Sardegna (62%), e Michele Emiliano della Puglia (60%). Più distaccati Stefano Bonaccini, ormai in uscita dalla guida dell’Emilia-Romagna per il suo impegno nazionale, e Eugenio Giani della Toscana, rispettivamente al 57% e al 54%. Chiudono la classifica Roberto Occhiuto (Calabria), Francesco Rocca (Lazio) e Renato Schifani (Sicilia), con percentuali comprese tra il 50 e il 48%. Questi ultimi tre sembrano ancora lontani da una percezione consolidata di efficacia amministrativa da parte dei cittadini, anche per ragioni legate alla recente elezione o a situazioni locali complesse.

La fotografia dei sindaci: guida Fioravanti, seguito da Lepore e Peracchini
Nella classifica parallela dedicata ai sindaci dei capoluoghi di provincia, primeggia Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno sostenuto da Fratelli d’Italia, che raggiunge il 70% di consenso, in aumento di cinque punti rispetto al giorno dell’elezione. Al secondo posto si posiziona Matteo Lepore, sindaco Pd di Bologna, con il 65%, seguito da Pierluigi Peracchini della Spezia (centrodestra) con il 64%.

Questi dati evidenziano come anche a livello municipale il consenso tenda a premiare l’operato percepito come concreto e vicino alla cittadinanza. In quarta posizione si colloca il sindaco di Bari Antonio Decaro, con il 63%, un risultato che conferma la sua popolarità costante e che giunge a pochi mesi dalla conclusione del mandato. Chiudono la top ten alcuni sindaci delle città del Nord, come Alessandro Tomasi (Pistoia) e Giorgio Gori (Bergamo), e del Centro Italia, tra cui Michele de Pascale (Ravenna).

Le ragioni di un consenso locale in crescita
Il quadro che emerge dal sondaggio conferma un trend di crescente attenzione verso il livello amministrativo locale. I cittadini sembrano premiare figure che mantengono uno stile istituzionale, mostrano capacità di gestione concreta e sanno comunicare senza eccessi. In un momento di generale disaffezione verso la politica nazionale e i suoi toni divisivi, le leadership territoriali appaiono come punti di riferimento più affidabili e, per certi versi, più autentici. Il consenso a livello regionale e municipale non sempre coincide con gli orientamenti partitici nazionali, ma può determinare strategie future, sia nel governo dei territori sia in chiave elettorale.

I dati del sondaggio Noto, pubblicati nel giorno del patrono della pubblica amministrazione (San Benedetto), offrono dunque una cartina tornasole dell’Italia che guarda ai propri amministratori locali come modelli di pragmatismo e competenza. Una politica che, almeno sul piano territoriale, riesce ancora a farsi apprezzare.

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