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Famiglie italiane e Fisco 2025: più detrazioni ma nuovi limiti per i redditi alti

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Famiglie italiane e Fisco 2025: più detrazioni ma nuovi limiti per i redditi alti
La Legge di Bilancio 2025 ha rimodellato il sistema delle detrazioni fiscali per le famiglie italiane, introducendo modifiche pensate per armonizzare il vecchio sistema con i nuovi strumenti di welfare già operativi, come l’Assegno Unico Universale. Si tratta di un intervento che punta da un lato a garantire maggiore equità e razionalizzazione della spesa fiscale, dall’altro a correggere le distorsioni generate nel tempo da un mosaico di misure stratificate e talvolta sovrapposte. Le nuove regole entrano in vigore in un contesto in cui le famiglie continuano a fronteggiare l’erosione del potere d’acquisto, la pressione dei costi scolastici, le difficoltà legate al lavoro povero e al bisogno crescente di supporti al reddito. La riforma, dunque, non è solo tecnica: tocca le dinamiche più intime della vita quotidiana di milioni di nuclei familiari.

Famiglie italiane e Fisco 2025: più detrazioni ma nuovi limiti per i redditi alti

Tra le novità principali, la ridefinizione delle detrazioni per i figli a carico. Il limite massimo resta fissato a 950 euro per ciascun figlio, ma si restringe la platea: la misura si applica solo per i figli tra i 21 e i 30 anni non compiuti. Il legislatore ha voluto differenziare le misure rispetto all’Assegno Unico, che copre i minori e i giovani fino a 21 anni, concentrando le agevolazioni fiscali sulla fascia d’età più esposta al rischio di disoccupazione e di esclusione sociale. Per rientrare nel beneficio, i figli devono avere un reddito annuo non superiore a 2.840,51 euro, soglia che sale a 4.000 euro per quelli fino a 24 anni. Nessun vincolo di età è invece previsto per i figli con disabilità, a patto che risultino fiscalmente a carico. Una scelta che riconosce la maggiore fragilità e la necessità di supporto permanente per questi casi.

Familiari a carico, restano solo gli ascendenti

Un altro passaggio decisivo riguarda la stretta sulle detrazioni per altri familiari a carico. Dal 2025, l’unica categoria mantenuta è quella degli ascendenti conviventi, per i quali resta prevista una detrazione pari a 750 euro. Vengono invece esclusi dalla possibilità di detrazione soggetti come suoceri, generi, nuore e fratelli, a meno che non siano genitori o nonni conviventi. La ratio è quella di semplificare e focalizzare le agevolazioni sulle situazioni familiari ritenute più rilevanti sul piano della dipendenza economica. Inoltre, viene introdotto un criterio di residenza: i familiari residenti all’estero, a meno che non siano cittadini italiani o di un Paese dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo, non potranno più essere inclusi tra i soggetti detraibili. Un criterio pensato per rendere più verificabile la sussistenza delle condizioni richieste.

Limiti crescenti per i redditi alti

La novità più sensibile sul piano politico è l’introduzione di un tetto complessivo per le detrazioni fruibili dai contribuenti con redditi medio-alti. In particolare, chi guadagna tra 75.000 e 100.000 euro potrà detrarre al massimo 14.000 euro all’anno. Il tetto si restringe ulteriormente per i redditi tra 100.000 e 120.000 euro, scendendo a 8.000 euro. Un elemento innovativo è l’introduzione del coefficiente familiare, che consente di modulare il tetto in base alla composizione del nucleo. Più figli a carico comportano un aumento del coefficiente, che parte da 0,50 per chi non ha figli, sale a 0,70 con un figlio, a 0,85 con due e arriva a 1,00 per i nuclei con più di due figli o con almeno un figlio disabile. In sostanza, la detrazione massima diventa proporzionata alla dimensione e alla complessità della famiglia, introducendo un principio di progressività che tiene conto anche delle esigenze sociali e non solo del reddito dichiarato.

Scuola, cani guida, lavoro: i dettagli che fanno la differenza


Accanto ai grandi capitoli, la riforma tocca anche alcune voci specifiche che incidono in modo diretto sul bilancio domestico. Cresce da 800 a 1.000 euro la soglia detraibile per le spese scolastiche, che includono tutte le fasi dell’istruzione obbligatoria e superiore. Un incremento che tiene conto dell’aumento generalizzato dei costi per libri, materiali, trasporto e servizi accessori. Aumenta anche la detrazione per le spese sostenute dai non vedenti per il mantenimento dei cani guida, che passa da 1.000 a 1.100 euro. Una misura simbolica, ma importante sul piano del riconoscimento della disabilità. Per quanto riguarda il lavoro, viene potenziata la detrazione per i redditi fino a 15.000 euro, che sale a 1.955 euro, con un ampliamento della no tax area fino a 8.500 euro. Si tratta di un intervento che incide sui lavoratori a bassa retribuzione, spesso i più penalizzati dal punto di vista fiscale. Infine, viene ritoccato anche il trattamento dei fringe benefit, che restano esenti fino a 1.000 euro e salgono a 2.000 euro per chi ha figli a carico, riconoscendo il valore del welfare aziendale come integrazione al reddito.

Mutui: conferme e cambiamenti

Non mancano le novità sul fronte delle detrazioni per i mutui. Quelle relative agli interessi passivi per contratti stipulati fino al 31 dicembre 2024 rimangono escluse dal tetto massimo complessivo. Ma per i mutui accesi a partire dal 1° gennaio 2025, la detrazione viene inclusa nel calcolo del tetto, rientrando quindi tra quelle soggette ai limiti per i redditi più alti. Una modifica che, seppur tecnica, segna una differenza sostanziale tra vecchi e nuovi contratti e potrebbe influenzare le scelte di acquisto immobiliare nel breve periodo. Anche in questo caso, l’obiettivo è riportare ordine e coerenza in un sistema di benefici che si era fatto nel tempo troppo complesso e disomogeneo.
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