Facebook: basta messaggi e commenti contro le minoranze

- di: Emanuela M. Muratov
 
Da sempre contestato per non riuscire ad arginare le ondate di messaggi di odio e razzismo che si registrano spesso nei suoi messaggi, Facebook sta modificando i suoi algoritmi per reprimere in modo efficace gli insulti contro le minoranze. Questo sviluppo è in apparente contrasto con la consueta politica del social network, che generalmente non vuole concentrare i suoi sforzi di moderazione su gruppi specifici.

Ma Facebook ha preso consapevolezza della estrema pericolosità dell'incitamento all'odio contro i gruppi minoritari. Come sottolineato da un portavoce del gruppo, gli sforzi della piattaforma ora sono concentrati ad individuare e reprimere quei commenti degli utenti che hanno l'obiettivo di disumanizzare o disprezzare una certa categoria di persone.

Un cambio di strategia che è stato salutato come "un passo importante e atteso da tempo" da Jonathan Greenblatt, presidente dell'Adl, l'organizzazione americana che si batte contro l'antisemitismo. "Anche se ci rallegriamo che Facebook stia affrontando i sintomi più gravi della malattia che ha permesso di diffondersi per così tanti anni" - ha detto Greenblatt -  "dobbiamo continuare a lavorare per curare la malattia dell'odio sui social media".

Insieme allo sviluppo di sistemi di moderazione automatica che sono più reattivi al discorso contro le minoranze, Facebook ha smesso di utilizzare algoritmi che cercano proattivamente determinati attacchi contro i bianchi, gli uomini e la popolazione americana. Ma il gruppo può comunque rimuoverli se gli vengono segnalati. A dare notizia della nuova politica di Facebook è stato il Washington Post, secondo il quale il social network vuole concentrarsi su contenuti offensivi diretti ai membri della comunità Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuale), nonché a persone di colore, di razza mista, musulmani ed ebrei.

L'azienda di Mark Zuckerberg ha per anni padroneggiato la rimozione automatica di determinati contenuti relativi, ad esempio, a pornografia o terrorismo. La diffusione dell'odio online è più complicata da gestire, poiché le macchine hanno difficoltà a distinguere tra notizie, umorismo, parodie, voci e insulti.

Un'iniziativa del genere potrebbe essere accolta male da alcuni utenti di Internet, in particolare quelli di destra, che già ritengono che i siti svantaggino i messaggi conservatori. Ma come altri importanti social network, anche Facebook viene regolarmente attaccato da organizzazioni per i diritti civili che lo accusano di non fare abbastanza per combattere l'incitamento all'odio.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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