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Gaza, il piano USA in 21 punti agita la tregua: amnistia per Hamas?

- di: Vittorio Massi
 
Gaza, il piano USA in 21 punti agita la tregua: amnistia per Hamas?
Gaza, il piano in 21 punti agita la tregua: amnistia per Hamas?
Un’ipotesi di accordo prende forma tra Washington, Doha e Gerusalemme: ostaggi liberati entro 48 ore, ritiro graduale dell’Idf e un comitato tecnico a Gaza. Netanyahu rilancia la linea dura all’Onu, mentre Obama attacca: “I bambini non possono morire di fame”.

(Foto: soldati di Israele a Gaza).

Cosa c’è (davvero) nel “piano Trump”

Fonti statunitensi e israeliane convergono su una bozza USA in 21 punti per fermare la guerra e aprire un percorso politico. I cardini: rilascio di tutti gli ostaggi entro 48 ore dall’intesa, ritiro graduale delle forze israeliane, ingresso immediato di aiuti sotto egida Onu, forza internazionale temporanea per la sicurezza e polizia palestinese addestrata sul medio termine. La bozza esclude l’annessione della Cisgiordania e incoraggia i civili di Gaza a restare nella Striscia, promettendo ricostruzione e lavoro. Sul tavolo anche amnistia ed esilio sicuro per i militanti di Hamas che accettino la coesistenza, con un governo transitorio di tecnocrati palestinesi collegato a riforme dell’Anp. Obiettivo finale: riaprire un percorso credibile verso uno Stato palestinese.

L’asse Washington-Doha e la scommessa sugli ostaggi

Secondo mediatori regionali, il Qatar sta lavorando perché Hamas accetti l’impianto: la liberazione degli ostaggi, compresi i caduti, sarebbe la prima verifica. In cambio, Israele rilascerebbe centinaia (forse migliaia) di prigionieri palestinesi, inclusi detenuti all’ergastolo. La sequenza ostaggi → ritiro è la chiave: senza consegna immediata, non scatterebbero né il ritiro né gli altri capitoli del pacchetto.

La frizione con Netanyahu

Alla Assemblea generale dell’Onu Benjamin Netanyahu ha promesso di “finire il lavoro” contro Hamas e ha criticato i riconoscimenti europei allo Stato palestinese. La sua linea dura cozza con l’ottimismo della Casa Bianca, che punta a formalizzare la cornice in un vertice alla Casa Bianca. Messaggio netto: Washington spinge per una via d’uscita negoziale e mette paletti su annessioni e status di Gerusalemme.

Le voci che pesano: Obama, Teheran e l’Europa

A Dublino, Barack Obama ha denunciato l’offensiva: “I bambini non possono morire di fame e non c’è alcuna ragione militare per continuare a martellare Gaza”. Da New York, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha dichiarato di sostenere qualunque cessate il fuoco in grado di fermare la tragedia. In Europa cresce la pressione per una strada realistica verso lo Stato palestinese, mentre la vicenda della Global Sumud Flotilla tiene banco: “Frontex è un’agenzia civile, non militare”, e non può scortare le imbarcazioni; Roma garantisce assistenza consolare nel rispetto del diritto internazionale.

I punti fragili: amnistia, sicurezza e governance

Il capitolo amnistia/esilio per membri di Hamas è esplosivo nella politica israeliana e nei rapporti interpalestinesi. La forza internazionale richiede mandato chiaro, regole d’ingaggio e contributi arabi/europei. La ricostruzione dipende da un meccanismo finanziario trasparente (chiusura dei vecchi canali opachi, auditing degli aiuti, priorità a infrastrutture e servizi). La riforma dell’Anp — sicurezza, giustizia, anticorruzione — è condizione per ogni riconfigurazione del potere a Gaza.

Perché adesso

Sul terreno le vittime civili aumentano, i raid continuano e la sorte degli ostaggi resta il detonatore politico. All’Onu, dopo quasi due anni di guerra, si apre una finestra di stanchezza strategica: gli Stati Uniti vogliono riaprire il dossier politico israelo-palestinese, evitare annessioni e mettere paletti al dopoguerra. Qatar e partner arabi offrono canali con Hamas; l’Ue spinge per stato palestinese e aiuti condizionati. Tutto dipende dall’esecuzione: le 48 ore per gli ostaggi sono l’asticella che separa cessate il fuoco ed escalation.

Cosa aspettarsi nelle prossime ore

  • Vertice Trump-Netanyahu: se sblocca la sequenza ostaggi → ritiro → aiuti, partiranno forza di stabilizzazione e comitato tecnico a Gaza.
  • Amnistia ed esilio: verranno calibrati con garanzie di sicurezza e monitoraggio internazionale.
  • Tavolo politico: tempi e verifiche su riforme Anp e non-annessione in Cisgiordania.
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