Equita, al via l'ottava edizione dell'Osservatorio sul Mercato dei Capitali

- di: Barbara Bizzarri
 

L’Osservatorio sul Mercato dei Capitali di Equita, presentato oggi presso il Centro Svizzero in Milano, ha analizzato, come ogni anno, i trend dei mercati azionari e obbligazionari, ponendo particolare attenzione al mondo della finanza sostenibile e alle dinamiche che hanno coinvolto gli investitori e gli intermediari finanziari che operano sui mercati.

Equita, al via l'ottava edizione dell'Osservatorio sul Mercato dei Capitali

Andrea Vismara, Amministratore Delegato di EQUITA, ha commentato: “I dati dell’ottava edizione dell’Osservatorio confermano il bisogno di promuovere una politica industriale che favorisca lo sviluppo del mercato dei capitali in Italia. La spinta normativa che stiamo vedendo è un primo importante passo ma da solo non basta. Per essere davvero competitivi è fondamentale incoraggiare e sostenere iniziative di sistema, che risolvano, o almeno affrontino seriamente, il tema della mancanza di investitori specializzati in società a media capitalizzazione. A questo si aggiunge la necessità di affrontare il tema del continuo calo degli operatori di mercato che, con le loro attività di ricerca e di intermediazione, concorrono a rendere l’infrastruttura di mercato più trasparente e dunque efficiente, con ovvi benefici per le società quotate in termini di visibilità e raccolta di nuovi capitali a supporto delle strategie e della crescita”.

A livello globale, il 2023 è stato caratterizzato dal susseguirsi di una serie di eventi che hanno contribuito ad aumentare la volatilità sui mercati finanziari, dalla crisi del settore bancario statunitense al rally dei titoli tech legati all’intelligenza artificiale, dalle aspettative di tassi di interesse “higher for longer” al miglioramento delle attese degli investitori dovuto a un atteggiamento più accomodante della FED.

Nonostante ciò, gli indici azionari hanno performato positivamente e l’Italia ha registrato la miglior performance tra le piazze europee (+28%) grazie al contributo delle banche, seguita da Spagna (+23%), Germania (20%) e Francia (17%). Guardando però alle società di minori dimensioni, le mid-small caps in generale, italiane incluse, hanno sottoperformato il mercato sia in termini di ritorni che in termini di liquidità. La valorizzazione delle mid-small caps quotate sul segmento STAR, per esempio, ha visto il price-to earnings ratio a un anno (P/E 1Y Forward) attestarsi a circa 14x, ben al di sotto della media degli ultimi 10 anni (17x). E anche la liquidità di queste società si è ridotta al di sotto della media degli ultimi 10 anni.

Sul fronte delle emissioni azionarie sul mercato domestico, nel corso del 2023 queste si sono attestate a €6,4 miliardi con 26 operazioni. L’Italia si è dunque posizionata al penultimo posto, dietro a paesi come la Francia, la Germania e la Svizzera. Con riferimento alle IPO, i dati complessivi sono risultati marginali per tutte le principali borse europee, frutto dell’elevato livello di incertezza e delle performance non particolarmente positive delle nuove matricole. In questo ambito, nonostante le nuove ammissioni si siano 1 Inteso come operazioni di Equity Capital Markets. Sono escluse le operazioni inferiori a €10 milioni. attestate a livelli più bassi degli ultimi anni, l’Italia si è comunque distinta con 10 quotazioni, al pari di quanto registrato nel Regno Unito.

Più in dettaglio, nel 2023 le emissioni azionarie su Euronext Milan sono risultate pari a €6,3 miliardi, in aumento rispetto a quanto registrato nel 2022 (€5,7 miliardi, +10%). Anche il numero di operazioni è risultato in crescita, da 13 nel 2022 a 21 nel 2023 (+62%). Importante è stato il ruolo dei convertibili (€2,5 miliardi), dei collocamenti accelerati (€1,7 miliardi) e delle quotazioni (€1,2 miliardi), mentre gli aumenti di capitale hanno avuto un ruolo marginale (€0,6 miliardi). Su Euronext Growth Milan, invece, le emissioni sono risultate in calo rispetto all’anno precedente (€222 milioni nel 2023 vs €967 milioni nel 2022) nonostante il marginale aumento del numero di operazioni (38 nel 2023 a 34 nel 2022), a dimostrazione della mancanza di operazioni “sizeable”.

Per quanto riguarda il debito europeo e limitatamente al mondo corporate, nel 2023 il primato per volumi di emissioni è detenuto dalla Germania, seguita dal Regno Unito e dalla Francia. L’Italia si posiziona come quarto paese con 54 operazioni e €31 miliardi raccolti, circa un terzo dei valori registrati dalla Germania, con un trend comunque in miglioramento rispetto al 2022. Per quanto riguarda l’Italia, infatti, nel corso del 2023 si è visto, nonostante il rialzo dei tassi di interesse, un’incoraggiante crescita nelle emissioni, con ritmi sostenuti ed una partecipazione più importante degli investitori retail.

Le emissioni investment grade hanno rappresentato il 70% del totale delle emissioni sul mercato italiano raccogliendo circa €22 miliardi (+9% rispetto all’anno precedente). Il segmento high yield è passato da €3 miliardi – dato peggiore dal 2008 – a €8,7 miliardi (+186% rispetto all’anno precedente). Le emissioni not rated, invece, hanno raccolto €0,8 miliardi (+53% rispetto all’anno precedente).

Nel segmento dei minibond, invece, nel corso del 2023 sono state completate solo 4 emissioni (8 nel 2022 e 22 nel 2021) con €33 milioni raccolti (€52 milioni nel 2022 e €151 milioni nel 2021). Ad eccezione del biennio 2018-2019, il trend su questi strumenti conferma un continuo calo: nel 2014 le emissioni vedevano più di €500 milioni raccolti (con più di 40 operazioni). Tale dinamica è dovuta al lancio dei basket bond che hanno creato un mercato alternativo a quello delle singole emissioni, contribuendo a creare un meccanismo per cui si realizzano economie di scala tra gli emittenti, che condividono i costi di emissione, offrendo al contempo opportunità di diversificazione del rischio agli investitori.

Infine, sul tema delle emissioni di debito sostenibili l’Italia ha continuato a ricoprire un ruolo importante anche nel 2023: i volumi totali di emissioni legate al mondo ESG nel periodo 2014-2023, che siano corporate o di istituzioni finanziarie, hanno superato i €110 miliardi, risultato degno di nota. Nel solo 2023 le emissioni ESG sono state 37 (36 nel 2022), per un totale di €24,1 miliardi raccolti (€23,5 miliardi nel 2022).
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