Che cosa è emerso (e perché se ne parla adesso)
Il punto di partenza non è una foto rubata o un gossip di palazzo, ma una traccia documentale: una serie di email datate 2005 in cui compare il nome di Sofia (all’epoca non ancora membro della famiglia reale svedese). Le email sono state pubblicate in Svezia da Dagens Nyheter nei giorni scorsi (servizio del 9 dicembre 2025 secondo la cronologia riportata da media svedesi) e hanno innescato un effetto domino: rilanci internazionali, domande sulla natura dei contatti e una risposta formale della Corte.
In sintesi: i messaggi descrivono un tentativo di presentazione tra la giovane Sofia, allora negli Stati Uniti, e Jeffrey Epstein, finanziere poi condannato per reati sessuali e morto in carcere nel 2019. Un dettaglio ha fatto particolarmente rumore: un invito a raggiungerlo ai Caraibi, collegato alla sua isola privata Little Saint James, diventata simbolo delle accuse che lo hanno travolto.
La cronologia: dalle email del 2005 alle note del 2025
2005: la presentazione e l’invito
Secondo la ricostruzione riportata da ANSA (13 dicembre 2025) e ripresa da vari media, una figura chiave è Barbro Ehnbom, imprenditrice svedese descritta come “ponte” tra contatti internazionali e giovani donne che cercavano opportunità a New York. In quell’anno, Ehnbom avrebbe scritto a Epstein per presentargli Sofia come aspirante attrice arrivata da poco negli Stati Uniti. La risposta di Epstein, sempre stando ai resoconti delle email, includerebbe la disponibilità a farle avere un biglietto per raggiungerlo ai Caraibi.
2005–2008: incontri “sociali” e contatti indiretti
Qui entra in scena la distinzione che oggi fa la Corte: ciò che i documenti suggeriscono (inviti, proposte, contatti) e ciò che viene confermato ufficialmente (pochi incontri pubblici, nessun rapporto continuativo). Dagens Nyheter, riferisce che tra il 2005 e il 2008 sarebbero passati diversi messaggi tra Ehnbom e l’indirizzo di Epstein, con riferimenti a occasioni sociali e a possibili “aiuti” logistici o formativi.
10–11 dicembre 2025: l’imbarazzo pubblico e la doppia precisazione
Dopo i primi articoli, media svedesi come Sveriges Radio (servizi del 9 e dell’11 dicembre 2025) e SVT (11 dicembre 2025) riportano le parole inviate dall’ufficio comunicazione della Corte: la principessa ricorda di aver incontrato Epstein “poche volte” circa vent’anni fa e sottolinea l’impossibilità di ricostruire ogni singola conoscenza della vita passata. Nei giorni successivi, la Corte ribadisce un punto-chiave: nessun contatto da circa 20 anni.
13 dicembre 2025: il rilancio internazionale
La notizia arriva anche fuori dalla Svezia: ANSA (13 dicembre 2025) parla apertamente di “imbarazzo a Corte” e riassume i passaggi principali (presentazione, invito ai Caraibi, incontri successivi). Testate internazionali come People (11–13 dicembre 2025) e The Daily Beast (11–12 dicembre 2025) amplificano il caso, aggiungendo dettagli su come la vicenda stia impattando la percezione pubblica e la gestione dell’agenda reale.
Che cosa dice la Corte reale: tre paletti messi nero su bianco
Le comunicazioni ufficiali, per come riportate da Sveriges Radio (11 dicembre 2025) e riprese da SVT (11 dicembre 2025), ruotano attorno a tre messaggi essenziali:
- Incontri limitati: la principessa avrebbe visto Epstein “solo” in poche occasioni e in contesti sociali, con altre persone presenti.
- Nessuna dipendenza o beneficio: viene respinta l’idea che Epstein abbia favorito corsi di recitazione o pratiche di visto negli Stati Uniti.
- Chiusura temporale netta: la Corte insiste sul fatto che non ci sarebbe stato alcun rapporto o contatto negli ultimi circa vent’anni.
Tradotto: la linea difensiva non nega l’esistenza di un contatto iniziale, ma cerca di confinarlo nel passato e di separarlo da qualunque ipotesi di “aiuto” o legame strutturato.
Il ruolo di Barbro Ehnbom: “facilitatrice” o semplice conoscenza?
Nella vicenda, Ehnbom è il vero snodo. La sua figura viene descritta da più fonti svedesi come una persona con reti internazionali e contatti nel mondo finanziario e culturale. Secondo quanto riportato da Dagens Nyheter (9 dicembre 2025, articoli e commenti successivi) e ripreso da Sveriges Radio (9 dicembre 2025), l’imprenditrice avrebbe avuto scambi frequenti con Epstein e avrebbe presentato diverse giovani donne del suo giro.
È qui che il caso assume un sapore più grande della singola storia personale: non si tratta solo di “chi ha incontrato chi”, ma di come funzionavano certe reti di relazione nella New York dei primi Duemila. Ed è anche il punto più delicato per la narrazione pubblica: quando un nome reale entra in documenti legati a Epstein, la domanda scatta automatica. Quanto si sapeva, allora, della persona Epstein?
Il contesto Epstein: perché ogni nome pesa come un macigno
Jeffrey Epstein non è un “personaggio controverso” qualunque: è stato un finanziere con relazioni ad altissimo livello, poi travolto da procedimenti e accuse per reati sessuali e traffico di minori. La sua isola privata, Little Saint James, è diventata nel tempo un simbolo mediatico, spesso evocato in articoli e inchieste come luogo associato ai presunti abusi.
Per questo, anche un dettaglio apparentemente “burocratico” come un invito via email o una presentazione in un ristorante si trasforma, oggi, in un fatto politicamente e reputazionalmente sensibile: non perché provi qualcosa da solo, ma perché si incastra in un mosaico che il pubblico percepisce come tossico.
Effetti collaterali: agenda reale, Nobel e comunicazione di crisi
Nelle stesse ore in cui la notizia rimbalzava, alcuni osservatori hanno notato l’assenza della principessa da appuntamenti di alto profilo. Secondo People (articoli dell’11 e 13 dicembre 2025), Sofia non avrebbe partecipato ad almeno due eventi collegati alla settimana del Nobel; la testata collega l’assenza al clima mediatico, mentre altre ricostruzioni la inseriscono in una gestione familiare legata alla presenza di figli piccoli.
A prescindere dalla motivazione, la gestione comunicativa segue uno schema classico: ammettere il minimo verificabile (incontri limitati), negare ciò che aumenterebbe l’ombra (aiuti, favori, dipendenza) e chiudere il rubinetto temporale (“nessun contatto da 20 anni”). È una strategia che prova a ridurre la notizia da “scandalo” a “episodio archiviato”.
Che cosa resta da chiarire (senza saltare alle conclusioni)
Al momento, il quadro pubblico è fatto di documenti (email) e di una risposta istituzionale. Restano però alcune domande naturali, che non equivalgono ad accuse:
- Dove si sarebbero svolti gli incontri citati (ristorante, evento, première), e con chi era presente?
- Quanti incontri in totale: “poche volte” è una formula difensiva, non una cifra.
- Quale fu il perimetro della relazione tra Ehnbom ed Epstein e perché quella rete di contatti funzionava così bene?
Le risposte, se arriveranno, probabilmente passeranno da ulteriori pubblicazioni di documenti e dal lavoro dei media svedesi che hanno aperto il caso. Intanto, la Corte ha scelto una linea: riconoscere un passato di contatti limitati e respingere qualsiasi ipotesi di vantaggi ottenuti tramite Epstein.