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Elezioni 2022 - Fatte le liste, ora bisogna portare gli italiani alle urne

- di: Diego Minuti
 
Elezioni 2022 - Fatte le liste, ora bisogna portare gli italiani alle urne
Quando s'è appena spenta l'eco delle furibonde liti che hanno, come sempre, caratterizzato la redazione delle liste in vista delle elezioni 2022, resta molto da fare per convincere gli italiani ad andare a votare, ad esprimere un giudizio su una classe politica che non è che abbia dato una bella immagine di sé.
Molto ci sarebbe da dire sulla zuffe per piazzare questo amico e tagliare l'altro, il nemico, senza tenere conto di quel concetto astratto che è ormai diventato il ''territorio''. La pratica di piazzare gli amici ''più amici'' nei collegi sicuri si traduce nello spedire candidati in zone alle quali non sono legati, tradendo due principi basilari della pratica della politica: candidare chi rappresenta il territorio, la sua cultura, le sue istanze; non mortificare chi, classe politica locale, lavora quotidianamente per il partito.

Chiuse le liste in vista delle elezioni 2022

Nessun partito è esente da questa tara, forse con l'eccezione di Fratelli d'Italia che, guardando tutti dall'alto in basso per effetto dei sondaggi, ha potuto elaborare le liste senza scontentare nessuno, forte della certezza che manderà in Parlamento una nutritissima pattuglia. Si potrebbe dire che Giorgia Meloni ha avuto il problema esattamente opposto agli altri, avendo molti potenziali seggi e dovendo andare a cercare chi piazzarvi. Al punto tale che, nelle liste di FdI, figurano tanti nomi ''antichi'', rastrellati da chi, nei primi anni '90, seguiva ciecamente Silvio Berlusconi e il suo verbo. Ma, come dice qualcuno, Giorgia Meloni ha fatto di necessità virtù e, se ha dovuto fare ricorso a figure di forzisti d'antan per riempire le liste, dall'altro ha fatto una iniezione di esperienza ad un partito che non è che ne potesse vantare molta, almeno a livello di parlamento.
Gli altri partiti, invece, hanno vissuto la frenesia di chi, cosciente di andare incontro ad un taglio forzato della rappresentanza (tra un ridimensionamento politico e come conseguenza del taglio dei parlamentari), ha dovuto fare delle scelte. E se c'è chi viene scelto, c'è chi non lo è, alimentando rabbia, recriminazioni, gesti estremi.

Come quelli del lucano Gianni Pittella, che del Pd è stato tra i fondatori rappresentandolo ai massimi livelli in Europa, che ha salutato l'antica compagnia per andare con Calenda non avendo il partito riconosciuto come fondate alcune sue ''richieste''.
Il taglio dei parlamentari, che pure poteva avere un senso, pur limitando la possibilità degli elettori di sentirsi tutti rappresentati, sacrificata sull'altare di quella ''nuova politica'' che ha (più corretto dire: aveva) nei Cinque Stelle i vessilliferi, è stato vanificato dalla mancata modifica delle legge elettorale, che l'avrebbe reso un sacrificio accettabile. Invece, siamo rimasti legati al Rosatellum e quindi allo strapotere dei partiti rispetto alla massa degli elettori, che vedono compressa la capacità di scegliere perché spesso la pratica di paracadutare gli ''amici'' in collegi sicuri o ritenuti tali è uno schiaffo, anche doloroso.

La necessità di scremare l'orda dei candidati ha determinato dolorose rinunce, come vengono fatte passare delle vendette personali maturate nell'ambito di chi chiede intorno alla tavola rotonda dei partiti. Ne sanno qualcosa quegli esponenti della Lega, ritenuti a torto o a ragione vicini a Giorgetti, che non sono stati candidati, quasi a volere evitare che facciano ombra al ''re Sole'' Matteo Salvini.
Molti esponenti di spicco fino a ieri, a candidature ufficializzare, sono destinati all'oblio perché il sistema elettorale consente di riemergere politicamente solo passando per clamorose abiure, che preludono ad un un riciclaggio politico.

Tra i tanti epurati, spicca il nome di Simone Baldelli, ''ex giovane'' (ha 49 anni), da sempre esponente di Forza Italia (nel 2000 consigliere regionale del Lazio; dal 2006 parlamentare), di cui è stato uno dei volti più conosciuti e televisivamente spendibili. Da oggi, e per motivi che ai non addetti ai lavori restano misteriosi, Baldelli è out, fuori, cancellato e in tanti si chiederanno il perché, non accettando la motivazione che dei nomi bisognava tagliarli, al di là di quel che hanno rappresentato. L'elenco potrebbe essere lungo e la sua redazione si ridurrebbe ad un inutile sforzo. Le cose sono queste e ce ne si deve fare una ragione, anche se l'intelligenza ce lo vieta.
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