Auto elettrica, l'enigma Renault: da pioniera a ultima

- di: Jean Aroche
 
Gli analisti del settore francese dell'auto si stanno interrogando su quanto sta accadendo in Renault, che, nel suo rapporto con i veicoli a trazione elettrica, da troppo tempo affronta una fare interlocutoria che per qualcuno è l'anticamera di una profonda crisi.

Uno degli indizi della delicatezza della fase che Renault sta vivendo è che la Borsa di Parigi (con l'indice Cac 40) ha reagito male rispetto ai programmi della casa, quando invece in occasione di questo tipo di anticipazione dei marchi automobilistici, i mercati finanziari rispondono molto positivamente. Secondo alcuni osservatori del mercato francese, Renault - costruttore pioniere nella corsa all'auto elettrica - paga oggi le scelte fatte quando a guidare l'azienda era il controverso Carlos Ghosn che, quando si trattò di programmare la vettura che sostituisse la Zoe (la piccola city car elettrica), non si oppose alla rete commerciale che non ne voleva sentire parlare.

L'errore strategico è stato grave perché oggi, dopo dieci anni di leale servizio per la Renault, la city car è alla fine della sua strada. Tanto che - riprendendo un concetto usato da Le Monde - da tempo senza concorrenza frontale, la Zoe viene divorata dalla concorrenza di Volkswagen, Peugeot e Tesla, la cui Model 3 è ora la numero uno in Francia.

In un mercato elettrico in rapida crescita, Renault sta declinando al punto da trovarsi in una situazione di pagamento di sanzioni per il mancato rispetto delle norme europee sulle emissioni di CO 2. La direzione della Casa assicura che questa eventualità non è all'ordine del giorno. Tuttavia, la sfida è molto concreta in vista dell'inasprimento delle regole che si applicano da quest'anno. Per rispettarli, Renault dovrebbe aumentare le vendite di veicoli elettrici del 20%.
Una sfida, vista la pressione competitiva e le difficoltà di fornitura dei microprocessori. Se la Renault perde la scommessa, sarà l'unico costruttore europeo a dover pagare queste penalità. E questo, per gli analisti francesi, è una vergogna.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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