Una bozza da 137 articoli tra sconti fiscali e nuovi oneri.
(Foto: il ministro Giorgetti con la premier Meloni in Parlamento).
La bozza della legge di bilancio 2026 mette sul tavolo un pacchetto ampio, articolato in 137 articoli. L’impianto punta a dare ossigeno a lavoratori e famiglie, mentre chiede un contributo più marcato a chi trae reddito da locazioni brevi e al mondo finanziario. Il testo è in evoluzione, ma l’architettura è chiara: Irpef in discesa per i redditi medi, cedolare più alta sugli affitti brevi, interventi su banche e assicurazioni, e una spending review che coinvolge i ministeri.
Taglio dell’Irpef e premio al lavoro
Il cuore del capitolo fiscale è la riduzione dell’onere per il ceto medio. La rimodulazione dell’Irpef è accompagnata da misure che favoriscono il lavoro attivo, con agevolazioni su straordinari, lavoro festivo e notturno entro soglie prestabilite di reddito e importo. Obiettivo dichiarato: incrementare il netto in busta e sostenere i consumi in una fase di crescita moderata.
Famiglie e welfare
Sul fronte sociale, la bozza rafforza gli strumenti per la conciliazione vita-lavoro: congedi più flessibili fino all’adolescenza dei figli, ampliamento delle tutele nei casi di malattia dei minori e incentivi all’occupazione femminile, con decontribuzioni selettive per chi assume madri con più figli. Prevista anche una revisione del calcolo dell’Isee con maggiore tutela della prima casa e correttivi legati alla composizione del nucleo.
Affitti brevi più tassati
La cedolare secca sugli affitti brevi viene riallineata verso l’alto: l’aliquota sale al 26% per tutti gli immobili in locazione breve, superando la precedente agevolazione che consentiva il 21% su una sola abitazione. La misura punta a recuperare gettito e a ridurre distorsioni concorrenziali nel mercato degli affitti turistici.
Banche e assicurazioni nel perimetro della manovra
Il settore finanziario è chiamato a un contributo straordinario triennale, attraverso un mix di leve: rialzo selettivo dell’Irap, regole per lo svincolo volontario delle riserve e meccanismi di affrancamento con aliquote rimodulate. La finalità è rafforzare le coperture della manovra limitando l’impatto su lavoro e famiglie.
Spending review e partita fra ministeri
La revisione della spesa punta a risparmi aggiuntivi a partire dal 2026, oltre a quelli già programmati. Niente tagli lineari automatici: la bozza privilegia una rimodulazione mirata delle voci, con interlocuzioni puntuali fra Ragioneria e dicasteri per salvaguardare i capitoli ritenuti più strategici.
Lep e autonomia differenziata
Tra le novità spicca la definizione dei Livelli essenziali di prestazione, tassello propedeutico al cantiere dell’autonomia differenziata. La fissazione di standard minimi uniformi è la condizione per evitare squilibri territoriali nelle funzioni trasferite.
Capitolo previdenza e caregiver
Arriva un primo stanziamento per il riconoscimento dei caregiver, in attesa di un quadro organico di regole e requisiti. Sul versante previdenziale si incentiva l’investimento dei fondi pensione in infrastrutture, favorendo canali di finanziamento di lungo periodo per progetti pubblici e pubblico-privati.
Le incognite dell’iter
La sfida vera si giocherà in Parlamento: l’iter potrebbe rimodellare aliquote e platee, ridefinire le coperture e calibrare meglio i tagli di spesa. Il punto di equilibrio sarà tra sostegno al potere d’acquisto e stabilità dei conti, evitando contraccolpi su credito, investimenti e mercato degli affitti.
Cosa cambia in sintesi
- Irpef: alleggerimento per i redditi medi e incentivi al lavoro attivo.
- Affitti brevi: cedolare secca al 26% su tutti gli immobili in locazione breve.
- Banche e assicurazioni: contributo straordinario e rimodulazione Irap.
- Famiglie: congedi più flessibili, Isee più equo sulla prima casa.
- Spending review: risparmi mirati, no tagli lineari.
- Lep: base tecnica per l’autonomia differenziata.
- Previdenza: spinta agli investimenti dei fondi pensione in infrastrutture.