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Inchieste di IF/ Le 7 follie del fisco italiano che frenano il lavoro

- di: Vittorio Massi
 
Inchieste di IF/ Le 7 follie del fisco italiano che frenano il lavoro
Dall’IRAP a geometria variabile al caos delle scadenze: ecco come il sistema fiscale italiano ostacola imprese e lavoratori.
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1. IRAP: un’imposta a geometria variabile
L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) si presenta come un labirinto normativo, con 292 diverse aliquote applicate sul territorio nazionale. Questa frammentazione genera incertezza e complessità per le imprese, che si trovano a navigare tra normative regionali disomogenee. 
“In alcune Regioni le imprese pagano l’IRAP anche se sono in perdita. Questo non esiste in nessun altro Paese europeo”, ha dichiarato il fiscalista Maurizio Leo in un intervento alla Camera.
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2. Pressione fiscale al 47,4%: un record europeo
Secondo l’OCSE, l’Italia registra una pressione fiscale del 47,4%, una delle più alte tra i Paesi membri. Questo livello elevato di tassazione disincentiva l’assunzione e l’investimento da parte delle imprese, rallentando la crescita economica. 
“Lo Stato si prende troppo, e non restituisce abbastanza in termini di servizi. È un patto fiscale rotto”, ha commentato il presidente di CNA, Dario Costantini.
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3. Cuneo fiscale: un peso insostenibile per i lavoratori
Il cuneo fiscale italiano rimane tra i più alti d’Europa, con una pressione complessiva che penalizza sia i lavoratori che le imprese. Nonostante le recenti riforme, il sistema continua a gravare pesantemente sui redditi da lavoro. 
“È come se si punisse chi lavora di più o ha successo”, spiega Maria Luisa Tadolini, commercialista di Bologna.
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4. Scadenze fiscali: un calendario da incubo
Il calendario fiscale italiano è costellato di scadenze e adempimenti che mettono a dura prova la capacità organizzativa delle imprese. Ad esempio, nel mese di maggio 2025 le aziende devono affrontare numerosi obblighi, tra cui versamenti di ritenute d’acconto, Tobin Tax, imposta sui servizi digitali e accise. 
“Le imprese non hanno un orizzonte chiaro. Ogni mese c’è una sorpresa”, denuncia Andrea Bolla, vicepresidente di Confcommercio.
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5. Burocrazia fiscale: un freno all’innovazione
La complessità del sistema fiscale italiano rappresenta un ostacolo significativo per le imprese, soprattutto per le piccole e medie aziende che non dispongono di risorse dedicate alla gestione fiscale. Questa burocrazia eccessiva limita la capacità di innovazione e crescita del tessuto imprenditoriale. 
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6. Riforme fiscali: promesse non mantenute
Nonostante le numerose promesse di semplificazione e riduzione della pressione fiscale, molte riforme si sono rivelate inefficaci o parziali. La mancanza di una visione coerente e di lungo termine ha contribuito a mantenere il sistema fiscale italiano in uno stato di perenne instabilità. 
“Serve una riforma vera, coraggiosa, fatta con chi lavora. Non un patchwork di norme”, ha detto il presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca.
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7. Evasione fiscale: un problema irrisolto
L’evasione fiscale continua a rappresentare una piaga per l’economia italiana, con un divario fiscale stimato in oltre 90 miliardi di euro all’anno. Questa situazione non solo riduce le entrate dello Stato, ma crea anche una concorrenza sleale tra le imprese oneste e quelle che eludono il fisco. 
“La lotta all’evasione va fatta con l’analisi dei dati, non con blitz generalizzati”, avverte il tributarista Tommaso Di Tanno.
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Un vero ostacolo allo sviluppo 
Il sistema fiscale italiano, con le sue complessità e inefficienze, rappresenta un ostacolo significativo per lo sviluppo economico del Paese. È urgente una riforma strutturale che semplifichi il quadro normativo, riduca la pressione fiscale e favorisca la crescita e l’occupazione.
Il nodo fiscale non è tecnico, ma politico. La domanda è: c’è davvero la volontà di cambiarlo, o il caos conviene a qualcuno?

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