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Controlli criptovalute da rafforzare: le quattro mosse chiave per Ue

- di: Vittorio Massi
 
Controlli criptovalute da rafforzare: le quattro mosse chiave per Ue
MiCA da rafforzare: le quattro mosse chiave per la Ue

Crypto in Europa, il tagliando che serve: Consob, Francia e Austria chiedono MiCA (Markets in Crypto-Assets) più solido. Norme sì, ma applicate in modo uniforme: quattro proposte chiave per rafforzare tutela, vigilanza e competitività finanziaria.

Europa in cammino verso MiCA (Markets in Crypto-Assets), ma scoprendo nei mesi che il “quadro perfetto” non è ancora tale. Il 15 settembre 2025 la vigilanza ha messo sul tavolo un tagliando necessario per proteggere meglio gli investitori e rendere uniforme la supervisione tra Paesi. L’obiettivo è evitare disallineamenti che alimentano arbitraggio regolamentare e sfiducia degli utenti.

Che cosa non va con mica – le criticità emerse

L’esperienza pratica dell’applicazione ha mostrato differenze significative fra Stati membri nel modo di sorvegliare i mercati delle cripto-attività. Alcuni operatori scelgono dove ottenere l’autorizzazione puntando a regole più leggere, mentre piattaforme non UE che offrono servizi a cittadini europei non sempre ricadono sotto controlli adeguati. A questo si sommano rischi cyber in crescita e una scarsa chiarezza sull’esame dei white paper, con tempi e standard che variano troppo.

Le quattro proposte di cambiamento

Ecco la bussola che viene indicata per fare di MiCA un impianto davvero efficace:

  • Vigilanza diretta ESMA sui principali provider. I grandi fornitori di servizi di cripto-asset dovrebbero essere sorvegliati direttamente dall’autorità europea, così da garantire un’applicazione uniforme e limitare l’arbitraggio fra giurisdizioni. In prospettiva, ciò riduce anche costi duplicati di vigilanza.
  • Regole più robuste per le piattaforme extra-UE. Chi opera fuori dai confini europei ma si rivolge a utenti dell’Unione deve rispettare standard equivalenti oppure passare tramite intermediari autorizzati, così da non lasciare scoperte responsabilità e tutele.
  • Supervisione tecnica e resilienza informatica. Servono audit di sicurezza prima delle autorizzazioni, controlli periodici ai rinnovi e requisiti chiari di gestione degli incidenti. La tecnologia non può diventare il punto debole del sistema.
  • Chiarezza sui white paper e sportello unico. Vanno definiti tempi, responsabilità e standard di revisione, con la creazione di un punto di accesso unico europeo alle offerte di token (escluse le stablecoin) per trasparenza e uniformità.

Implicazioni e opinioni

Se adottate, queste mosse cambierebbero il gioco:

Più protezione per gli investitori, grazie a regole applicate allo stesso modo ovunque e a standard equivalenti per le piattaforme estere. Competitività più leale per gli operatori UE, che non sarebbero più penalizzati da interpretazioni divergenti. È vero: alcuni potranno affrontare oneri di compliance più elevati, ma il beneficio di ridurre la frammentazione può compensare nel medio periodo.

Quali sono i nodi politici

La centralizzazione della vigilanza in ESMA sposta l’asse dal livello nazionale a quello europeo. Non tutti gli Stati vedono di buon occhio un passaggio così netto, ma è il prezzo da pagare per dare al mercato interno regole davvero comuni. Il trattamento delle piattaforme extra-UE è un altro terreno sensibile: in un ecosistema digitale senza confini, ogni deroga diventa una falla.

Perché serve agire ora

Il mercato cripto europeo cresce, seppure con cautela. In Italia, ad esempio, il numero di persone con cripto-attività è in aumento e le oscillazioni di prezzo restano ampie. Rafforzare MiCA adesso significa guidare lo sviluppo del settore anziché inseguirlo: più certezza regolatoria, più fiducia, meno zone grigie.

Oltre un semplice “aggiustamento tecnico”

Questo non è un semplice “aggiustamento tecnico”. È la scelta fra un’Europa che pretende coerenza e una che accetta un mosaico di eccezioni. La vigilanza diretta, il contenimento dei rischi cyber e la trasparenza sui white paper sono la soglia minima per rendere MiCA all’altezza della sfida. Il resto è politica: decidere quanto velocemente si vuole passare da un quadro promettente a un quadro credibile.

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