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E-commerce o negozio sotto casa? I numeri che spiegano perché il commercio fisico non è affatto finito

- di: Anna Montanari
 
E-commerce o negozio sotto casa? I numeri che spiegano perché il commercio fisico non è affatto finito

Chi pensa che l’e-commerce stia cancellando i negozi tradizionali in Italia dovrà ricredersi. I dati più recenti raccontano una storia diversa, fatta di crescita digitale ma anche di tenuta strutturale del commercio fisico, che continua a essere il cuore delle vendite al dettaglio, dell’occupazione e della vita urbana. Una realtà che emerge con chiarezza dall’analisi dell’Ufficio studi della CGIA, e che ridisegna il dibattito su futuro del retail, e-commerce in Italia e negozi di prossimità.

E-commerce o negozio sotto casa? I numeri che spiegano perché il commercio fisico non è affatto finito

Nonostante il boom degli acquisti online registrato negli ultimi anni, circa il 90% delle vendite di prodotti retail avviene ancora nei negozi fisici. Nel 2024 la penetrazione dell’e-commerce sul totale delle vendite (online + offline) si è fermata al 13%, salendo al 17% nei servizi e scendendo all’11% nei prodotti. In termini di valore, il commercio elettronico B2C in Italia ha raggiunto 58,8 miliardi di euro, ma resta minoritario rispetto al volume complessivo del commercio tradizionale.

Online e grande distribuzione crescono insieme
Analizzando l’andamento dei primi dieci mesi del 2025, emerge un dato chiave per chi studia le tendenze del commercio al dettaglio: e-commerce e grande distribuzione crescono allo stesso ritmo, +2,1% rispetto al 2024. A perdere terreno sono invece le vendite fuori dai negozi e le imprese su piccole superfici, entrambe in calo dello 0,7%. Il mercato si polarizza, ma non si smaterializza.

Dal 2019 a oggi: il vero spartiacque
Il confronto con il periodo pre-pandemico chiarisce meglio il quadro. Dal 2019 a oggi, le vendite online sono aumentate del 72,4%, mentre la grande distribuzione è cresciuta del 16,4%, trainata soprattutto dall’alimentare. I negozi di vicinato registrano un modesto +2,9%, mentre le vendite extra-negozio arretrano del 4,1%. La rivoluzione digitale c’è stata, ma non ha sostituito il commercio fisico, lo ha affiancato.

Perché i negozi fisici restano centrali
Il commercio di prossimità continua a svolgere un ruolo che va oltre la vendita. Garantisce occupazione, presidia i quartieri, sostiene il tessuto urbano e contribuisce alla qualità della vita. In molte aree del Paese, la presenza dei negozi è ancora un fattore di coesione sociale e di sicurezza, soprattutto nei centri storici e nelle zone meno servite.

Regole e politiche fanno la differenza
Le esperienze europee mostrano un elemento spesso sottovalutato: dove la regolazione è debole e la pressione fiscale elevata, l’e-commerce cresce più velocemente. Dove invece esistono politiche di sostegno al commercio urbano, affitti calmierati e strategie di rigenerazione dei centri cittadini, il negozio fisico resiste meglio. Il futuro del retail non dipende solo dalla tecnologia, ma anche dalle scelte politiche ed economiche.

Italia ancora indietro in Europa (ma in recupero)
Secondo Eurostat, nel 2024 solo il 53,6% degli italiani ha effettuato almeno un acquisto online, contro una media europea del 71,8%. L’Italia resta nelle retrovie, davanti solo alla Bulgaria. Tuttavia, negli ultimi dieci anni la crescita è stata del +31,3%, superiore alla media UE: un recupero lento ma costante, che lascia spazio a un modello misto.

Le differenze territoriali
Non tutte le aree del Paese si muovono allo stesso modo. Trento e Aosta guidano la classifica della propensione all’e-commerce, seguite dalle aree con maggiore reddito e infrastrutture digitali più avanzate. Al Sud e nei piccoli comuni, invece, il negozio di prossimità resta spesso il canale dominante.

Il futuro è ibrido, non digitale puro
Il messaggio finale è chiaro per chi cerca risposte su e-commerce vs negozi fisici: il commercio online continuerà a crescere, ma non sostituirà il retail tradizionale. L’equilibrio vincente sarà quello ibrido, capace di integrare efficienza digitale, esperienza fisica e relazione umana. In Italia, il negozio sotto casa non è un residuo del passato: è ancora una parte fondamentale del futuro economico e urbano del Paese.

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