Destra italiana, 30 anni dopo AN: scontro su Berlusconi e futuro non chiaro
- di: Marta Giannoni
Un anniversario carico di tensioni
A trent’anni dalla nascita di Alleanza Nazionale (AN), la destra italiana si trova a fare i conti con il proprio passato e a interrogarsi sul futuro. Il convegno organizzato dalla Fondazione Tatarella al Senato (nella foto un momento dei lavori) ha offerto l’occasione per un bilancio storico e politico, ma ha anche acceso un acceso dibattito tra le diverse anime del centrodestra.
Se da un lato esponenti storici della destra, come il presidente del Senato Ignazio La Russa e il fondatore di AN Gianfranco Fini, hanno rivendicato il lungo percorso di legittimazione politica del movimento post-MSI, dall’altro sono emerse profonde divergenze sull’eredità di Silvio Berlusconi e sul ruolo di Forza Italia.
Giovanni Donzelli, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, ha sostenuto che la nascita di Forza Italia nel 1994 avrebbe frenato l’ascesa della destra italiana. Un’affermazione che ha scatenato la dura replica del partito di Antonio Tajani, il quale ha rivendicato il ruolo cruciale del Cavaliere nella creazione di una coalizione vincente.
Nel frattempo, lo sguardo è rivolto al futuro: mentre il governo guidato da Giorgia Meloni si consolida, restano aperte le domande su quale direzione prenderà la destra italiana nei prossimi anni.
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Lo scontro su Berlusconi: chi ha davvero sdoganato la destra?
Uno dei temi più discussi del convegno è stato il cosiddetto "sdoganamento" della destra post-missina. Una questione mai del tutto risolta, su cui si scontrano due visioni opposte.
Giovanni Donzelli ha espresso una posizione netta:
“Non è stato Berlusconi a sdoganarci, anzi. La nascita di Forza Italia ha rallentato l’affermazione della destra”, ha dichiarato l’esponente di Fratelli d’Italia, sostenendo che il percorso di legittimazione fosse già iniziato prima del 1994 grazie all’elezione diretta dei sindaci, introdotta dalla riforma elettorale del 1993.
Questa affermazione ha sollevato critiche immediate da parte di Forza Italia, che ha risposto con una nota ufficiale:
“Berlusconi ha portato la destra post-missina nell’arco costituzionale. Senza di lui oggi non esisterebbe un centrodestra al governo guidato da Giorgia Meloni”.
Ignazio La Russa ha cercato di mediare, pur riconoscendo il ruolo della storia e delle scelte della destra stessa nel proprio percorso di crescita:
“Ci ha sdoganato la storia, non un uomo solo. Ma più delle idee dei nostri padri, ci ha sdoganato la loro onestà, il loro amore per l’Italia”.
Anche il ministro Adolfo Urso si è allineato alla posizione di Donzelli, sottolineando che la destra ha saputo amplificare l’intuizione iniziale di Berlusconi, costruendo un centrodestra unito e coeso intorno a Giorgia Meloni.
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Fini guarda al futuro: “Non lasciamo i diritti umani alla sinistra”
Se molti interventi si sono concentrati sul passato e sulle controversie legate al ruolo di Berlusconi, l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini ha preferito guardare avanti, ponendo l’accento su nuove sfide.
Durante il suo intervento, Fini ha parlato della necessità di un’Europa più coesa, ma ha anche lanciato un monito alla destra attuale:
“Non lasciamo la bandiera dei diritti umani alla sinistra. La destra può e deve diventare una forza riformatrice”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di modernizzare l’azione politica e di affrontare senza timore riforme strutturali, inclusa una possibile revisione della seconda parte della Costituzione.
L’ex leader di AN ha anche ammonito i presenti a non lasciarsi trascinare dalla nostalgia:
“Di questo possiamo parlare a casa, ma oggi dobbiamo guardare avanti”, ha detto rivolgendosi direttamente a Ignazio La Russa.
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Il ruolo di Giorgia Meloni: nuovo baricentro del centrodestra
Un altro elemento chiave del convegno è stato il riconoscimento del ruolo centrale che oggi Giorgia Meloni ha all’interno della destra italiana.
Adolfo Urso ha parlato della premier come una leader capace di guidare la destra italiana anche a livello internazionale:
“Meloni è oggi coprotagonista, insieme a Trump, della rinascita dei valori dell’Occidente”, ha affermato Urso, evidenziando il crescente peso geopolitico della presidente del Consiglio.
Mentre la destra celebra i suoi trent’anni dalla svolta di Fiuggi, appare chiaro che il futuro dipenderà dalla capacità di Meloni di tenere unita la coalizione, senza lasciare che le tensioni tra Fratelli d’Italia e Forza Italia sfocino in divisioni insanabili.
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Tra celebrazioni e fratture irrisolte
Il convegno del Senato ha dimostrato che, se da un lato la destra italiana ha raggiunto una maturità politica che le consente di governare stabilmente il Paese, dall’altro persistono fratture interne che potrebbero riemergere nei prossimi anni.
Lo scontro su Berlusconi non è solo una disputa storica, ma il segnale di una ridefinizione degli equilibri interni alla coalizione di governo. La questione ora è capire se il centrodestra saprà compattarsi intorno alla leadership di Giorgia Meloni o se riemergeranno vecchie rivalità che potrebbero minarne la stabilità.