Deloitte: "La mobilità del futuro avrà un focus sulla sostenibilità"

- di: Daniele Minuti
 
Come sarà la mobilità del futuro, in un mondo in forte trasformazione? È a questa domanda che ha provato a rispondere Luigi Onorato, Senior Partner di Monitor Deloitte, durante il suo intervento in occasione la Quinta Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility.

Onorato (Deloitte): "La mobilità del futuro avrà grande attenzione alla sostenibilità"

Orlando (nella foto) ha preso la parola nell'evento di Roma: "La mobilità sta attraversando un periodo di forte cambiamento, spinto da clienti con una propensione sempre maggiore all’uso di nuove forme di mobilità, una forte disponibilità ad acquistare servizi anche da diversi operatori e da un’offerta sempre più ricca di nuove soluzioni. Se aggiungiamo l’urgenza di definire un modello economico e sociale sempre più sostenibile, l’impatto ambientale legato alle forme tradizionali di mobilità, il fatto che i contesti cittadini sono l’ambito primario in cui nasce il bisogno di muoversi e che il 25% degli investimenti del Recovery Fund sarà destinato a ridisegnare la mobilità del futuro, abbiamo un’occasione unica per ripensare i modelli cittadini secondo i paradigmi della nuova mobilità".

Stando allo studio, portato avanti in collaborazione con Marketing Problem Solving, il 62% dei cittadini si affiderebbe a soluzioni di mobilità da operatori non tradizionali (società di servizi tecnologici, le assicurazioni e le utilities) e due su tre lo farebbero per vantaggi economici, con il 40% invece motivato dalla flessibilità dell'offerta e il 36% guidato dall'assistenza in caso di problemi o dall'importanza del marchio (31%)
Sale il focus sulla sostenibilità (l’89% dei cittadini considera l’inquinamento del veicolo nella scelta di mobilità) dimostrato dai tre su quattro valutano di prendere un mezzo elettrico o ibrido.

"A fronte di questo desiderio di diminuire il proprio impatto ambientale" - prosegue Orlando - "espresso dal 72% degli intervistati, rimane l’ostacolo di un costo ritenuto ancora troppo elevato (secondo il 57%) e delle preoccupazioni legate al rifornimento – il 53% è preoccupato dalla scarsa diffusione della rete di ricarica, il 42% dalla limitata autonomia dei veicoli e il 41% dai tempi di rifornimento troppo elevati. Infatti, l’81% dichiara che la sua propensione al passaggio all’elettrico aumenterebbe se potesse avere un facile accesso alle infrastrutture di ricarica. Per questo non si può pensare di far evolvere la mobilità senza una contestuale evoluzione dei modelli cittadini, considerando che, per più di 3 cittadini su 4, circa l’80% dei viaggi avviene all’interno del contesto urbano e oltre il 60% non sono soddisfatti della mobilità nella loro città".

L'esempio fatto è quello delle cosiddette "15 Minutes City", centri urbani con servizi accessibili ricoprendo distanze in bici o a piedi in un quarto d'ora, visto come miglior risposta al bisogno di avere servizi accessibili espresso dal 95% degli italiani. "La necessità di avere lavoro e assistenza sanitaria in prossimità della propria abitazione" - spiega Onorato - "sono trend correlati alla situazione pandemica. Ma anche l’evoluzione generazionale sta spingendo operatori privati e municipalità a un nuovo paradigma per il lavoro, ad esempio tramite l’utilizzo dello smart working, e la sanità, che deve includere servizi che riguardano la salute a 360°: non solo servizi di urgenza ma anche soluzioni di assistenza e consulenza, in particolare per le fasce più anziane dei residenti. Disegnare una grande città come un insieme di 15 Minutes Cities non solo andrebbe incontro ai desideri dei cittadini, ma consentirebbe di scomporre la complessità del processo di evoluzione della mobilità all’interno di una grande metropoli e del Paese nel suo complesso".

Quali sono quindi le linee su cui costruire la mobilità del futuro? Deloitte ne individua tre: realizzazione di interventi strutturali, definizione di regolamentazioni mirate ed evoluzione dell'offerta della mobilità stessa. I cittadini indicano come prioritarie il miglioramento del trasporto pubblico (79%), la creazione di hub multimodali (68%) e la realizzazione di nuove piste ciclabili (58%), misure che ridurrebbero l'uso delle automobili. Il tutto senza dimenticare l'eredità pandemica, con tre quarti degli italiani convinti di voler usare meno mezzi pubblici affollati dopo la fine dell'emergenza sanitaria.

Dopo una riflessione sulle nuove forme di mobilità (i monopattini elettrici ritenuti poco sicuri), Onorato conclude pensando al futuro: "I cambiamenti in atto nella mobilità, i nuovi bisogni dei cittadini e gli ingenti investimenti messi in campo dal Recovery Fund creano i presupposti ideali per ripensare il modello di mobilità coerentemente con l’evoluzione dei nostri contesti sociali e delle città, il tutto di pari passo con lo sviluppo delle tecnologia e delle offerte che ci permetteranno di vivere un’esperienza di movimento completamente diversa, andando anche incontro alle esigenze di vicinanza dei servizi e con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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