L’ombra dei dazi sul Parmigiano Reggiano: il boom delle vendite e le preoccupazioni dei produttori

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

La minaccia di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti sul Parmigiano Reggiano non ha fermato, almeno per ora, l’appetito degli americani per il celebre formaggio italiano. Nel 2024, le esportazioni del Parmigiano hanno segnato un incremento del 13,7% rispetto all’anno precedente, trainate soprattutto dagli Stati Uniti, che hanno registrato una crescita delle importazioni pari all’11,5%. Un risultato straordinario che però rischia di essere compromesso dall’incertezza geopolitica e dalle politiche commerciali aggressive che potrebbero alzare barriere economiche al made in Italy.

L’ombra dei dazi sul Parmigiano Reggiano: il boom delle vendite e le preoccupazioni dei produttori

Negli ultimi mesi del 2024, diversi rivenditori americani hanno iniziato a fare scorte di Parmigiano Reggiano, anticipando il possibile aumento dei prezzi in caso di dazi. Supermercati, ristoranti e distributori stanno cercando di mettere da parte scorte sufficienti per far fronte a un eventuale rincaro, consapevoli dell’impatto che tariffe più alte potrebbero avere sul mercato.

“Abbiamo visto un aumento delle richieste proprio in prossimità delle discussioni sui dazi,”
ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. “Questo dimostra quanto il nostro prodotto sia apprezzato negli Stati Uniti. Tuttavia, imporre tariffe su un’eccellenza come il Parmigiano non farebbe altro che alzare i costi per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali.”

Il contesto politico
Le tensioni commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti non sono una novità. Già durante l’amministrazione Trump, il Parmigiano Reggiano era finito al centro di un acceso dibattito sui dazi agroalimentari, con un rincaro del 25% che aveva colpito duramente il settore. Ora, con l’ombra di una possibile riedizione di politiche protezionistiche, i produttori italiani si trovano nuovamente a fare i conti con un futuro incerto.

Secondo fonti vicine al dossier, le tariffe rientrerebbero in un quadro di pressioni commerciali mirate a riequilibrare la bilancia commerciale tra le due potenze, ma le associazioni di categoria temono che misure di questo tipo possano compromettere l’accesso al mercato americano, uno dei principali per il Parmigiano Reggiano.

Un mercato cruciale
Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato extraeuropeo per il Parmigiano, con volumi di vendita in costante crescita. Nel 2024, il mercato americano ha assorbito quasi il 20% delle esportazioni totali del formaggio, confermando una passione sempre più radicata per questo prodotto simbolo della tradizione italiana. “Il Parmigiano Reggiano non è un semplice formaggio, ma un’esperienza che racconta la storia del nostro territorio,” ha aggiunto Bertinelli. “Il suo successo negli Stati Uniti è il frutto di un lavoro che unisce qualità, autenticità e tradizione.”

Tuttavia, il rischio di dazi più alti potrebbe compromettere questo trend positivo. Attualmente, una forma di Parmigiano da 40 kg venduta negli Stati Uniti può già raggiungere un prezzo al dettaglio di oltre 1.000 dollari. Con un eventuale aumento delle tariffe, il costo potrebbe salire ulteriormente, scoraggiando i consumatori americani e favorendo l’acquisto di prodotti di imitazione, come il cosiddetto "Parmesan," che spesso non rispetta gli stessi standard qualitativi.

Le mosse del Consorzio
Il Consorzio Parmigiano Reggiano non intende rimanere a guardare. Bertinelli ha già avviato un dialogo con le istituzioni europee per sensibilizzare i decisori politici sulla necessità di proteggere il settore agroalimentare da politiche che rischiano di penalizzare le eccellenze italiane. “È fondamentale lavorare a livello diplomatico per evitare che i dazi diventino una realtà,” ha sottolineato Bertinelli. “Il Parmigiano Reggiano non è solo un prodotto, ma un ambasciatore della nostra cultura e delle nostre tradizioni.”

Parallelamente, il Consorzio sta intensificando gli sforzi per educare i consumatori americani sull’unicità del prodotto, lanciando campagne informative sui processi di produzione, la certificazione DOP e i valori legati al territorio. “Il nostro obiettivo è far capire che dietro ogni forma di Parmigiano c’è una storia fatta di passione, lavoro e qualità,” ha aggiunto Bertinelli.

Il futuro del Parmigiano Reggiano
Se da un lato la domanda di Parmigiano continua a crescere, dall’altro il settore deve fare i conti con sfide sempre più complesse, dal cambiamento climatico all’aumento dei costi di produzione. In questo contesto, la minaccia dei dazi rappresenta un ulteriore ostacolo per i produttori, già alle prese con margini sempre più stretti.

Nonostante le incertezze, il Consorzio si dice ottimista sulla capacità del Parmigiano Reggiano di superare anche questa sfida. “Abbiamo affrontato periodi difficili in passato e ne siamo usciti più forti,” ha concluso Bertinelli. “Sono fiducioso che anche questa volta sapremo difendere il nostro prodotto e continuare a portare l’eccellenza italiana sulle tavole di tutto il mondo.”

L’industria agroalimentare italiana resta con il fiato sospeso, in attesa di capire se le minacce di nuovi dazi diventeranno realtà. Per ora, la corsa all’accaparramento negli Stati Uniti dimostra che, nonostante le difficoltà, il Parmigiano Reggiano rimane un simbolo intramontabile del made in Italy.

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