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Cyberattacchi in aumento: oltre un’impresa su sei colpita nel 2024

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cyberattacchi in aumento: oltre un’impresa su sei colpita nel 2024

Nel 2024 il 15,8% delle imprese italiane ha subito le conseguenze dirette di un incidente informatico. È il dato più allarmante che emerge dall’ultimo rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato, che fotografa una realtà in cui la cybersicurezza si conferma una delle sfide più urgenti per il sistema produttivo. L’Italia si posiziona così al quinto posto tra i Paesi dell’Unione europea per numero assoluto di attacchi subiti dalle aziende, mentre si colloca al nono posto per quota percentuale, superata da nazioni come Francia, Olanda e Germania.

Cyberattacchi in aumento: oltre un’impresa su sei colpita nel 2024

L’indagine evidenzia come le micro e piccole imprese siano particolarmente vulnerabili: spesso prive di strutture interne dedicate alla sicurezza informatica, risultano bersaglio facile per attacchi sempre più sofisticati. I costi derivanti da questi eventi non sono solo tecnologici, ma colpiscono l’operatività, la reputazione e la continuità aziendale. Il fenomeno appare in crescita e si intreccia con la diffusione di nuovi strumenti digitali che, se non adeguatamente protetti, amplificano i punti di accesso per i cybercriminali.

Un contesto europeo in tensione
Il report di Confartigianato si colloca nel solco delle rilevazioni Eurostat, secondo cui il 24% delle imprese europee ha registrato almeno un attacco informatico nell’anno appena trascorso. In Paesi come la Lituania la quota tocca il 42%, seguita da Olanda, Svezia e Finlandia. L’Italia, pur essendo leggermente sotto la media UE (17%), mostra una dinamica in crescita che desta attenzione, soprattutto considerando la carenza cronica di competenze specialistiche e di investimenti mirati alla protezione dei sistemi digitali.

Professioni e fabbisogni digitali in ascesa
L’analisi mette in luce anche un aumento della domanda di professionisti della cybersicurezza: nei prossimi anni, si stima che circa il 10% dei nuovi posti di lavoro sarà legato a competenze digitali avanzate. Figure come analisti della sicurezza, sviluppatori di software sicuro e gestori di reti protette diventeranno cruciali per il funzionamento stesso delle imprese. Non a caso, le stime indicano che tra il 2023 e il 2027 saranno necessari in Italia oltre 515mila esperti ICT, con una particolare attenzione ai profili in grado di presidiare la sicurezza.

L’urgenza di investire in prevenzione
Il quadro che emerge è chiaro: la digitalizzazione senza protezione espone le imprese a rischi crescenti. Per questo Confartigianato sollecita un cambio di passo nelle politiche pubbliche e nelle scelte aziendali: servono investimenti stabili in infrastrutture digitali sicure, formazione continua e accesso agevolato a strumenti di difesa informatica, soprattutto per le micro e piccole imprese. In un mercato in cui l’affidabilità tecnologica diventa fattore competitivo, la cybersicurezza non può più essere considerata un costo, ma un presupposto di sopravvivenza economica.

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