Covid-19: la pandemia rallenta la lotta alla povertà, i morti sfiorano i 2,9 milioni
- di: Jean Aroche
Anche se la pandemia non è affatto sconfitta, come purtroppo dimostrano i numeri dei contagi e dei decessi in molti Paesi del mondo, l'impatto che essa ha avuto nella vita di ogni giorno e nelle prospettive di buona parte dell'umanità è già oggetto di analisi e raffronti. Per Politique ètrangère (Politica estera), rivista pubblicata dall'Istituto francese delle relazioni internazionali, la pandemia ha spazzato via la speranza della comunità internazionale di sradicare la povertà estrema nel mondo entro il 2030.
"Questo è il risultato più spettacolare e di lungo termine dell'anno Covid", sostengono gli analisti di Politique étrangère, che alla pandemia ed ai suoi strascichi ha dedicato un ampio dossier, nel numero di primavera sul "rimbalzo della povertà". Nel 2020 la crisi sanitaria ha già provocato un aumento del numero dei poveri stimato in 100 milioni di persone, secondo l'approccio ristretto alla classica soglia della Banca Mondiale - è povero chi guadagna meno di 1,90 dollari al giorno -, fino a circa 500 milioni di persone, secondo due calcoli ampliati della Banca mondiale e dell'UNDP (il Programma delle Nazioni Unite che si occupa delle tematiche dello sviluppo) basati su una soglia fissata a meno di 5,50 dollari al giorno.
Il quadro generale resta molto preoccupante: la pandemia ha ucciso più di 2,89 milioni di persone in tutto il mando, secondo concordanti fonti ufficiali. Gli Stati Uniti sono il Paese più colpito (559 mila morti), davanti al Brasile (341 mila), Messico (206 mila), India (167 mila) e Regno Unito (127 mila).
L'Africa resta ai margini della campagna di vaccinazione, con solo "il 2% dei vaccini somministrati nel mondo", ha lamentato ieri il direttore per l'Africa dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la dottoressa Matshidiso Moeti.
Questo continente è però meno colpito dalla pandemia, con 4,3 milioni di casi, di cui 114.000 morti, su una popolazione di 1,2 miliardi di abitanti.
La lentezza della vaccinazione in Africa è spiegata da "problemi di carenza, finanziamenti, mancanza di personale qualificato", nonché problemi logistici, secondo Moeti. La consegna dei vaccini alle popolazioni - secondo Mohamed Malick Fall, direttore dell'Unicef per l'Africa orientale e meridionale - si scontra con "problemi di trasporto e catena del freddo" e talvolta con uno "spreco" di dosi.
L'India, dove sono state somministrate 87 milioni di dosi del vaccino per una popolazione di 1,3 miliardi, deve affrontare una carenza di somministrazioni, affermano i media locali, mentre il numero di infezioni raggiunge un nuovo record ogni giorno. Più di 126 000 nuove infezioni sono state registrate in ventiquattro ore, almeno dieci volte più che le cifre di febbraio, e circa 1,8 milioni di nuovi casi sono stati registrati a partire dal primo marzo.
Ciò ha spinto diverse regioni a inasprire le restrizioni alle attività, mentre nell'India occidentale, il Maharashtra, l'attuale epicentro dell'epidemia, dove si trova la mega città di Mumbay, dovrebbe entrare in lockdown questo fine settimana. Il Tamil Nadu, nel sud, è stato l'ultimo stato giovedì ad annunciare nuove restrizioni.
Il primo ministro Narendra Modi, che giovedì ha ricevuto la sua seconda iniezione, ha twittato che i vaccini erano "tra i pochi modi in cui abbiamo a disposizione per sconfiggere il virus" e ha esortato le persone a seguire il suo esempio. Tuttavia, secondo il Times of India , dieci Stati hanno scorte di soli tre o quattro giorni, in particolare l'Uttar Pradesh, dove vivono 200 milioni di abitanti, così come il Bihar e il Bengala occidentale (nord-est).