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Commissione Ue, la crisi precipita: Von der leyen potrebbe lasciare

- di: Redazione
 
Commissione Ue, la crisi precipita: Von der leyen potrebbe lasciare
È precipitata, durante la tarda serata di ieri e nella notte, la situazione sulla nomina dei commissari europei, tanto che ormai si parla apertamente di possibili dimissioni da parte del presidente della Commissione Ue, von der Leyen. E forse non è un caso che, ieri sera, Mario Draghi fosse a cena all’Eliseo da Macron.

Commissione Ue, la crisi precipita: Von der leyen potrebbe lasciare

La crisi, di cui ieri “Italia Informa” ieri aveva dato conto, s’è aggravata in tarda serata e nella notte con la dichiarazione ufficiale dei socialisti di S&D che non voteranno mai il commissario indicato dal Governo italiano, Raffaele Fitto (che dovrebbe essere inserito tra i vice presidenti), esponente del gruppo ECR, ossia i Conservatori che sono volontariamente rimasti fuori dall’area della maggioranza che ha sostenuto la conferma di von der Leyen alla presidenza. S&D accusa di slealtà i Popolari, che vorrebbero surrettiziamente spostare a destra, tramite appunto il voto a Fitto, l’asse della commissione Ue. Un allargamento a destra che i socialisti non accetteranno mai, hanno detto. “Non lo voteremo in nessun caso, la fiducia è rotta. Il pacchetto per noi è di cinque vice presidenti, il Ppe lo voti con l'estrema destra”, hanno scandito i socialisti.

Da parte del Ppe c’è, invece, trainati dai Popolari spagnoli, l’opposizione alla nomina a commissario Ue della spagnola Teresa Ribera, fedelissima del premier Pedro Sanchez, fino a quando non sarà accertato che non c’entra con il disastro di Valencia.

Tutti i tentativi di von der Leyen di rimettere insieme i cocci, anche attraverso un summit con i massimi esponenti della coalizione che l’ha eletta, che si è tenuta ieri, sono andati a vuoto e, senza un’intesa, alla presidente della Commissione non resterà che dimettersi. Per questo ha fatto rumore che proprio ieri sera Mario Draghi fosse a cena da Macron e c’è chi parla di un eventuale piano B che vedrebbe proprio Draghi in campo come sostituto di von der Lyen. Ma, al momento, si tratta di illazioni.

Sullo sfondo c’è l’imbarazzo dei Popolari tedeschi, che sono dati in vantaggio nelle prossime elezioni dopo la crisi del Governo Scholz e che, con un’alleanza con la destra estrema, rischiano parecchio in termini di voti in Germania, dove l’estrema destra di Adf è forte ma dove la grande maggioranza dei tedeschi non la vuole al governo. Tagliando i ponti con i socialisti democratici, i Popolari tedeschi potrebbe sì vincere le elezioni tedesche, ma poi non avrebbero la maggioranza al Bundestag per governare.

La vicenda è rovente anche in Italia, con la premier Giorgia Meloni furente con il Pd, che fa parte del gruppo S&D: “Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein. L'Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra”, ha ringhiato Meloni.

A stretto gito di posta la risposta altrettanto dura, affidata al dem Dario Nardella: “Basta favole – ha detto Nardella rivolto a Meloni - nel 2019 eri contro la nomina di Gentiloni a commissario europeo e organizzavi addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi”. In silenzio sul caso Fitto Elly Schlein, che si limita ad affermare che Meloni, attaccando su Fitto, vuole distrarre l'attenzione dalla manovra.
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