La resilienza dei profitti e le prospettive per il mercato azionario

- di: Simon Holmes, gestore multi-asset di Columbia Threadneedle Investments
 
Dal prossimo mese, le società comunicheranno gli utili del terzo trimestre, e ci aspettiamo un’altra ottima performance superiore alle aspettative. Durante il corso dell’anno, il mercato azionario ha guadagnato molto grazie all’espansione dei multipli spinta dal crescente entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, gli utili rimangono fondamentali per la performance a lungo termine e probabilmente saranno il driver più importante delle quotazioni azionarie durante il prossimo anno. Negli Stati Uniti, le stime di consenso sugli utili vedono spesso una diminuzione prima della stagione dei bilanci, per poi sorprendere al rialzo all’annuncio dei risultati. Il mercato azionario statunitense dell’S&P 500 tende infatti a fornire revisioni al ribasso nei due mesi precedenti i risultati. Questo abbassamento delle aspettative, spesso basato sulle indicazioni date delle società prima della stagione degli utili, spiega perché, in media, tre quarti delle aziende superano le aspettative. Il primo trimestre ha visto un calo del 6% del consenso sugli utili per azione (EPS), seguito da un calo del 4% nel secondo trimestre. Sorprendentemente, le stime per il terzo trimestre contraddicono questa tendenza al ribasso, mantenendo una buona tenuta con la fine del trimestre. I settori della tecnologia e dei beni di consumo sono alla base di questa tendenza, avendo registrato un aumento di circa il 5% da fine luglio.

La resilienza dei profitti e le prospettive per il mercato azionario

La sovraperformance degli utili di quest’anno ha permesso ai margini di profitto di rimanere stabili, dopo aver raggiunto il picco a metà del 2021, in concomitanza con l’impennata dell’inflazione, per poi diminuire costantemente fino alle fine del 2022. Nonostante la previsione secondo cui la disinflazione in corso avrebbe eroso i margini, questa ipotesi non si è finora verificata. Anzi, la crescita reale è risalita, sostenendo i ricavi anche in presenza di un calo dell'inflazione. I margini sono migliorati negli ultimi due trimestri, con una crescita trimestrale destagionalizzata degli EPS del 3% in ciascun trimestre. Se si escludono poi la volatilità del settore energetico e gli accantonamenti forfettari per le perdite sui crediti da parte delle banche, la crescita registrata in ogni trimestre dagli EPS è addirittura più elevata, pari circa al 5%. Inaspettatamente, la spesa per interessi delle imprese in percentuale degli utili è diminuita nonostante l’aumento dei tassi di interesse. Ciò è in parte dovuto al fatto che la maggior parte delle imprese ha allungato le scadenze prima dell'impennata dei tassi. Le aziende con consistenti saldi di cassa stanno inoltre guadagnando interessi attivi, che compensano parte degli interessi passivi lordi. Questo va a vantaggio delle società a grande capitalizzazione, dove quasi il 90% del debito all'interno dell’S&P 500 è fisso. Al contrario, le società a più piccola capitalizzazione registrano un aumento delle spese per interessi a causa di un'equa ripartizione tra debito fisso e variabile. Prevediamo che i bilanci aziendali si deterioreranno gradualmente, man mano che un numero maggiore di società si rifinanzierà in un contesto di tassi più elevati.

 

L'impatto tardivo di un significativo inasprimento della politica monetaria è visibile anche nel mercato immobiliare statunitense. Oltre il 60% dei titolari di mutui statunitensi ha tassi inferiori al 4%. I mutui statunitensi hanno in genere durate più lunghe rispetto a quelli del Regno Unito e, con i tassi ipotecari attuali che superano il 7%, molti proprietari di casa restano in attesa. Le presentazioni dei risultati evidenziano come la domanda dei consumatori resista, rendendo il soft landing molto più probabile di quanto si pensasse in precedenza. Tuttavia, diversi eventi imminenti destano preoccupazione. Ad agosto, dopo la pausa in atto da Febbraio 2020, è ripartito infatti il rimborso dei debiti degli studenti, per un totale di circa 10 miliardi di dollari al mese. Inoltre, la Federal Reserve di San Francisco stima che i risparmi accumulati durante la pandemia saranno esauriti dai consumatori in questo trimestre. Ulteriore incertezza è poi alimentata anche dallo sciopero degli autoveicoli in corso e dalla prospettiva di una chiusura del governo dovuta all'impasse legislativa.

 

Su scala globale, le previsioni di consenso prevedono una crescita degli utili piatta per quest'anno, seguita da un aumento dell'11% nel 2024. Anche il nostro modello interno per la valutazione degli utili prevede una prospettiva simile. Le materie prime hanno appesantito gli utili, con tassi di crescita stimati per il 2023 pari a -30% per l'energia e -23% per i materiali. Questo influisce in modo sproporzionato sul FTSE 100, che quest'anno dovrebbe registrare la più bassa crescita regionale degli EPS (-12%). Il recente rialzo dei prezzi delle materie prime da giugno ha migliorato le revisioni degli utili nel Regno Unito. A livello globale, ci aspettiamo che lo slancio più forte degli utili provenga dagli Stati Uniti e dal Giappone. Infatti, gli Stati Uniti beneficiano di margini di profitto più elevati e di un mercato del lavoro più flessibile, mentre il Giappone trae vantaggio dalle trasformazioni aziendali in corso. Nel complesso, nonostante le preoccupazioni per l'inflazione e i tassi d'interesse, la redditività delle aziende ha retto bene e molte società stanno superando le aspettative.

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