ClimateSeed approda anche in Italia: tecnologia e IA per misurare le emissioni di CO2 delle aziende

- di: Barbara Leone
 
Le emissioni nette di gas serra all’interno dell’Unione Europea stanno diminuendo, ma per raggiungere l'obiettivo del -55% entro il 2030 e di neutralità carbonica per il 2050 il ritmo deve quasi triplicare. Anche in Italia nel 2022 le emissioni nette totali di gas serra sono diminuite del 25% rispetto ai livelli del 1990, attestandosi a 7 tonnellate di CO2 equivalente pro capite (Fonte: Climate Action Progress Report 2023). Tuttavia, il nostro Paese, considerando le misure esistenti e senza politiche aggiuntive, è tra gli stati con i maggiori eccessi di emissioni rispetto al percorso indicativo verso la neutralità carbonica entro il 2050 (+76%), indietro rispetto a tanti altri Paesi. Per raggiungere gli obiettivi sarà sempre più cruciale il ruolo delle aziende. Con la direttiva europea CSRD circa 50mila imprese in Europa saranno obbligate a redigere il  bilancio di sostenibilità  e a calcolare la propria impronta di carbonio. Si tratta prevalentemente di aziende di grandi dimensioni (più di 250 dipendenti), le cui pratiche potrebbero però allargarsi presto alle rispettive filiere, coinvolgendo e sensibilizzando anche le PMI, fondamentali nel tessuto produttivo italiano.

ClimateSeed approda anche in Italia

In questo contesto, arriva in Italia con l’apertura di una sede a Milano, ClimateSeed, la startup francese, acquisita nel 2021 da AXA Investment Managers, che mette tecnologia e intelligenza artificiale a disposizione delle imprese - a prescindere dalle dimensioni – per misurare la loro impronta di carbonio e per implementare strategie e progetti di decarbonizzazione. Ecco quanto emerge dall’analisi svolta da ClimateSeed. Come gli altri paesi l'Italia punta alla neutralità carbonica entro il 2050, con una produzione di emissioni GHG nette generazione  (Gas Serra) pari a 4,6 tonnellate pro capite entro il 2030. Secondo il Climate Action Progress Report 2023, nel 2022, le emissioni nette pro capite in Italia ammontavano a 7 tonnellate di CO2 equivalente, al di sotto della media UE (8t CO2-eq). Nonostante il dato positivo, l’Italia è tra le nazioni UE più indietro sulla tabella di marcia. Senza ulteriori interventi legislativi il nostro Paese rischia di arrivare al 2050 con un eccesso di emissioni del +76%. Un dato molto più alto rispetto a Paesi come Finlandia (-2%), Danimarca (+3%), Germania (+9%) e Svezia (+13%), ma meglio di Slovacchia, Polonia e Malta, che potrebbero emettere più del doppio delle emissioni. Per quanto riguarda i settori, attualmente a contribuire maggiormente alle emissioni di GHG in Italia è il comparto dei trasporti (26%), seguito dall'energia (22%) e dall'industria (19%).

Sono ancora poche le aziende italiane che ad oggi misurano la propria impronta di carbonio. Nel biennio 2021-2022, meno del 10% delle imprese italiane ha monitorato le proprie emissioni di CO2 (Fonte: Istat) e anche secondo l’Osservatorio MECSPE, nel 2023 solo il 18% delle imprese manifatturiere ha adottato politiche di misurazione. Molte PMI italiane sono fornitrici di grandi aziende e, sempre più spesso, le grandi aziende richiedono ai propri fornitori di misurare le emissioni di CO2 e adottare pratiche sostenibili. Ciononostante, solo il 37% delle emissioni dello scopo 3 delle imprese europee (emissioni legate alla catena del valore dell’azienda) è soggetto a strategie di decarbonizzazione aziendale, il che indica un significativo margine di miglioramento nella gestione e nella riduzione delle emissioni della catena del valore. Iniziare a monitorare la carbon footprint dell’azienda e allargare questa misurazione alla propria catena del valore non è solo una questione ambientale o regolamentare, ma anche una leva strategica, economica e reputazionale. Non va dimenticato, infatti, che l'81% dei giovani italiani, considera l'impatto climatico dei potenziali datori di lavoro un fattore importante nella scelta del lavoro, con il 25% che lo ritiene una priorità assoluta (Fonte: European Investment Bank).

ClimateSeed mette a disposizione delle aziende una piattaforma digitale con una tecnologia AI proprietaria per ridurre la complessità della misurazione delle emissioni, rendendola accessibile anche alle PMI meno strutturate e gestibile per grandi aziende e SGR. Questa piattaforma semplifica la raccolta e l'analisi dei dati, facilitando la collaborazione con gli stakeholders per ottimizzare la misurazione e la riduzione delle emissioni. Fondata nel 2018 e acquisita nel 2021 dal fondo a impatto gestito da AXA Investment Managers, ClimateSeed si posiziona come leader nell'azione climatica aziendale. Con sede a Parigi e ora anche a Milano, ed un team, di circa 40 esperti, la start-up aiuta le aziende a misurare la propria impronta di carbonio e a implementare strategie e progetti di decarbonizzazione. ClimateSeed arriva in Italia a seguito dei grandi risultati ottenuti in Francia e nel mondo: oltre 200 clienti, 30 partner, un fatturato in crescita del +100% anno su anno dal 2021 e progetti in più di 25 paesi. ClimateSeed si impegna ad accelerare la lotta contro il cambiamento climatico, supportando le organizzazioni nel percorso verso la neutralità carbonica mondiale, evitando greenwashing e rischi reputazionali mediante un approccio guidato da rigore, scienza, e trasparenza.

“L’Italia è già uno dei paesi europei più impattati dal cambiamento climatico. La riduzione delle emissioni di CO2 in Italia è una sfida fondamentale per il futuro, con il nostro Paese che rischia di sforare notevolmente rispetto al percorso verso la neutralità carbonica entro il 2050.  – ha commentato Edoardo Bertin, AD di ClimateSeed in Italia -. Questa sfida è anche una grande opportunità per le aziende e da qui nasce la scelta di approdare anche sul mercato italiano. Grazie alla nostra piattaforma digitale e all'utilizzo dell'intelligenza artificiale, vogliamo supportare non solo le grandi aziende soggette agli obblighi normativi, ma anche le PMI che costituiscono il cuore pulsante dell'economia italiana. Insieme, possiamo accelerare la transizione ecologica, semplificando la misurazione delle emissioni e facilitando l'implementazione di strategie e progetti di decarbonizzazione. In questo modo, trasformeremo le sfide in opportunità di innovazione e crescita sostenibile per tutto il Paese.”

I dati mettono in luce una verità: la misurazione dell'impronta di carbonio per le aziende è la prima tappa, a maggior ragione in Italia, per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050. La piattaforma di ClimateSeed permette alle aziende di mappare con precisione le loro emissioni, stabilendo obiettivi di riduzione in linea con l'Accordo di Parigi. Per esempio, l'identificazione delle principali fonti di emissione consente di elaborare strategie mirate, che possono portare a un significativo miglioramento dell'efficienza energetica e alla riduzione dei costi operativi, oltre a stimolare l'innovazione in prodotti e servizi meno impattanti sul clima. La misurazione è fondamentale non solo per una gestione più sostenibile delle risorse aziendali ma anche per aumentare la trasparenza e migliorare la competitività agli occhi di stakeholder e investitori, sempre più attenti alla sostenibilità. Essere in grado di dimostrare un impegno concreto nella riduzione dell'impronta di carbonio può attrarre investimenti preferenziali in iniziative verdi. Nonostante l'importanza strategica, la misurazione delle emissioni di CO2 si scontra con sfide complesse. Le aziende devono affrontare la difficoltà di raccogliere dati affidabili e standardizzati su una vasta gamma di emissioni, dalle dirette, legate ai processi produttivi, alle indirette, derivanti dall'uso di energia o dalla catena di fornitura (scope 3). Per le PMI italiane, questi ostacoli sono amplificati da limitazioni di risorse e conoscenza tecnica, oltre alla difficoltà di calcolare parte delle proprie emissioni indirette (Scope 3), che richiedono collaborazione dati dai fornitori. Affrontare efficacemente queste sfide richiede un impegno strategico da parte delle aziende, che devono navigare tra la necessità di conformarsi ai regolamenti in evoluzione e l'opportunità di allinearsi alle esigenze degli stakeholders adottando pratiche più sostenibili. L'adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la gestione delle emissioni, come le soluzioni di ClimateSeed, insieme alla collaborazione tra imprese, governi e altri stakeholder, può accelerare il percorso verso la neutralità carbonica, creando opportunità in termini di innovazione, crescita sostenibile, riduzione dei costi, maggiore competitività, miglioramento della reputazione aziendale e accesso a finanziamenti “verdi”.

Come detto, ClimateSeed è una startup green fondata nel 2018 e acquisita nel 2021 da AXA Impact Fund, gestito da AXA Investment Managers. Fornisce software e esperti per misurare e ridurre la carbon footprint e contribuire a progetti di riduzione e assorbimento delle emissioni di carbonio con impatti sociali e ambientali positivi, con l’obiettivo di supportare le organizzazioni nel percorso verso la neutralità carbonica mondiale.  Con sedi a Parigi e dal 2024 a Milano e un team di circa 40 esperti, la società propone una piattaforma digitale e tecnologia AI integrata che semplifica la misurazione delle emissioni di carbonio, rendendola accessibile anche alle PMI meno avanzate e gestibile per grandi aziende e SGR. La piattaforma facilita la raccolta e l'analisi dei dati, permettendo una collaborazione efficace con gli stakeholder per ottimizzare la gestione delle emissioni. Grazie ai grandi risultati ottenuti in Francia e nel mondo - oltre 200 clienti, 30 partner, un fatturato in crescita del +100% anno su anno dal 2021 e progetti in più di 25 paesi - ClimateSeed si impegna ad accelerare la lotta contro il riscaldamento globale, supportando le organizzazioni nel percorso verso l’abbattimento delle emissioni, evitando greenwashing e rischi reputazionali. ClimateSeed fa parte dell’associazione 1% per il pianeta, donando 1% del suo fatturato annuale a progetti ambientali.

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