La città contemporanea e le criticità
E’ noto che le città siano centri-fucine di idee per le attività dell’uomo da quando esse stesse furono fondate. In esse hanno trovato spazio il commercio, la cultura, la scienza, la produttività, lo sviluppo sociale. Ed è possibile affermare che, dalla rivoluzione industriale in avanti, le città hanno permesso agli abitanti di migliorare la propria condizione sociale ed economica. Tuttavia, il miglioramento della qualità della vita individuale non è stato parallelo alla qualità della vita collettiva. Anzi, man mano che migliorava la qualità individuale è andata peggiorando quella collettiva. In particolare ciò si è manifestato soprattutto nei grandi agglomerati urbani, diventati poi aree metropolitane e più recentemente città metropolitane con precise identità amministrative.
La sfida e la situazione attuale
La sfida in atto dalla metà degli anni 80 è quella di mantenere nei centri urbani le funzioni caratterizzanti senza compromettere l’ambiente, non solo per gli attuali abitanti, ma, soprattutto, per le generazioni future. Per fare ciò è necessario ridurre il traffico, l’inquinamento, ottimizzare l’uso delle risorse, garantire l’accesso ai servizi alle diverse categoria d’utenza, far si che vi sia la possibilità di residenza, di mobilità di lavoro, di sicurezza. In sostanza, in una parola, una citta inclusiva.
Oggi, dei 7 miliardi di abitanti sul pianeta terra, la metà (3,5 miliardi) vive in città.
Si stima che entro il 2030, quasi il 60% della popolazione mondiale abiterà in aree urbane e che il 95% dell’espansione urbana si registrerà nei Paesi in via di sviluppo.
Attualmente 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento.
Le città occupano solamente il 3% della superficie terrestre, ma consumano una quantità di energia pari al 60-80% delle risorse disponibili e sono responsabili del 75% delle emissioni di carbonio.
Le proposte dei decisori
Il problema è noto ai decisori della terra ed a tal fine l’assemblea generale delle nazioni unite, nel 2015, ha adottato la risoluzione avente ad oggetto: Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: nel corpo della risoluzione sono stati indicati una serie di punti da raggiungere enìtro il 2030. Tra questi: tra questi:
· garantire a tutti l’accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade, in particolar modo potenziando i trasporti pubblici, con particolare attenzione ai bisogni di coloro che sono più vulnerabili, donne, bambini, persone con invalidità e anziani;
· potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile;
· ridurre l’impatto ambientale negativo pro-capite delle città, prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbani e di altri rifiuti;
· fornire accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne, bambini, anziani e disabili.
Come trasformare le enunciazioni in…attuazioni
Alle enunciazioni bisogna far seguire modalità operative. Gli indicatori profilano un grande apporto ed una spinta decisiva alla sostenibilità grazie alla tecnologia. Le città del futuro vengono ormai progettate quali grandi ecosistemi iperconnessi, costellati di sensori e device capaci di raccogliere ed elaborare un’enorme quantità di dati necessari ai servizi da fornire. I Big Data si presentano come il cuore pulsante della città intelligente e potranno contribuire enormemente alla gestione delle principali criticità urbane, dal traffico alla sicurezza.
Un’infrastruttura basata sull’Internet of things viene già usata ad Amsterdam per monitorare in tempo reale il traffico e limitare le emissioni nocive per la salute. Barcellona usa un sistema simile per la gestione integrata di acqua, illuminazione e parcheggi. A Los Angeles nuove politiche di gestione dei rifiuti, sono riuscite a ridurre dell’80% le aree classificate come non pulite.
Fondamentale il contributo della pianificazione urbanistica e la modalità di progettazione architettonica. Più spazi verdi aiuteranno a liberare le città dallo smog e a mantenere l’aria pulita, mentre l’efficienza energetica applicata all’edilizia renderà abitazioni e uffici più resilienti.
Le sperimetazioni in atto
Ma quali città nel mondo si stanno già muovendo in questa direzione? Secondo l’organizzazione non profit Climate Reality Project sono 5 le città che stanno indicando la strada della sostenibilità urbana del futuro:
· Copenaghen (Danimarca) che punta a diventare la prima capitale carbon free al mondo;
· San Francisco (Stati Uniti) soprattutto grazie all’innovazione tecnologica applicata ai trasporti e all’efficienza energetica degli edifici;
· Vancouver (Canada) che applica una strategia green a 360 gradi;
· Stoccolma (Svezia) che ha creato un sistema centralizzato di riscaldamento, più pulito ed efficiente;
· Singapore, grazie a un piano dei trasporti che riduce inquinamento e traffico sulle strade, fornendo servizi capillari e fissando limiti all’utilizzo dell’auto da parte dei residenti.
L’Arcadis Sustainable Cities Index, del Gruppo globale leader in ingegneria e consulenza nel settore immobiliare, seleziona ogni anno le 100 città più sostenibili sulla base di tre parametri: persone (qualità della vita), pianeta (impatto ambientale), profitto (produttività e infrastrutture). Il rapporto 2018, ha incoronato al primo posto Londra, seguita da Stoccolma, Edimburgo, Singapore e Vienna. In generale le città europee dominano l’indice occupando otto posizioni tra le prime 10, dove non figurano città degli Stati Uniti.
In Italia, le città più intelligenti e sostenibili vengono individuate dal rapporto ICity Rate di FPA, società del Gruppo Digital 360. La classifica annuale analizza 15 dimensioni della vita urbana declinata attraverso 107 fattori che sintetizzano il livello di intelligenza di una città. Nell’ultima edizione i primi tre posti sono stati assegnati a:
· Firenze che ha realizzato un sistema di elaborazione integrata dei dati georeferenziati sulla città per la gestione in tempo reale del traffico e può vantare un primato nello sviluppo della mobilità elettrica;
· Bologna che ha costruito una rete pubblica basata sul cloud e su un’identità digitale integrata per raccogliere l’offerta di contenuti e servizi da parte di pubblica amministrazione, imprese e cittadini;
· Milano che ha sperimentato forme di smart mobility e servizi come il fascicolo digitale del cittadino, oltre ad aver messo la sostenibilità al centro di alcuni interventi architettonici che stanno ridisegnando lo skyline della città. Ma a Milano si registra, inoltre, una particolare sensibilità in materia di sostenibilità. Il Comune ha declinato tale aspetto con un termine quasi provocatorio: Milano città resiliente. Milano città che alle sollecitazioni impattanti risponde in modo scientifico. Ha, infatti, organizzato un ufficio per programmare, progettare e realizzare una serie di importanti iniziative legate alla sostenibilità. Tra queste vi è l’azione di Sviluppo ed elaborazione del Piano Aria e Clima. Ciò impone la definizione di una strategia di adattamento e di contrasto ai cambiamenti climatici con orizzonte al 2050 e target intermedio al 2030. Inolttre è prevista l’elaborazione del Profilo Climatico Locale e l’elaborazione della mappa relativa alle Isole di Calore.
Quanto indicato sopra, in particolare a Milano, per quanto possa apparire un elenco di enunciazioni, di fatto è, invece, un percorso già intrapreso ed in corso di realizzazione. Pertanto, ciò induce a guardare il futuro con una maggiore consapevolezza e con una sensazione di speranza più concreta.