L'aggressività cinese spinge il Giappone al raddoppio delle spese militari
- di: Redazione
La tensione, in Estremo Oriente, sta salendo velocemente, anche per l'esibizione di muscoli che Pechino non perde occasione di mettere in mostra, soprattutto nelle ultime settimane, da quando ha ripetuto l'unicità del territorio cinese e, quindi, ribadendo che il tempo di Taiwan, come entità statale indipendente, è ormai alla fine. Le tensioni nella regione sono acuite anche dal continuo ricorso alle provocazioni da parte della Corea del Nord che, quando c'è da testare un missile, lo fa puntando verso il mar del Giappone, Paese che, uscito bene da una crisi politica, ora si trova a doversi confrontare con vicini sempre più aggressivi. Per questo il partito che guida il Giappone, quello Liberal democratico, ha fatto capire d'essere pronto a raddoppiare la spesa per la difesa, acquisendo missili, caccia Stealth, droni e altre armi per dissuadere l'esercito cinese nel conteso Mar Cinese Orientale.
Il Giappone è pronto ad aumentare le spese militari
Il Partito Liberal Democratico ha infatti incluso l'obiettivo di spendere il 2% del Pel - circa 100 miliardi di dollari - o anche più per l'esercito. Un argomento che ha inserito per la prima volta nella sua piattaforma politica in vista delle elezioni nazionali di questo mese.
Gli esperti non si aspettano che il nuovo primo ministro Fumio Kishida raddoppi la spesa militare in tempi brevi, date le finanze pubbliche del Giappone piene di debiti e un'economia colpita dalla pandemia. Ma è un segno che la nazione ''pacifista'' - dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il Giappone ha solo forze armate da ''difesa'' - potrebbe nel tempo abbandonare l'impegno di mantenere i budget militari entro l'1 per cento del Pil. Un tetto che, per decenni, ha allentato la preoccupazione in patria e all'estero per qualsiasi rinascita del militarismo che ha portato il Giappone alla guerra mondiale. Il nuovo atteggiamento del Partito Liberal democratico arriva quando il sentimento pubblico giapponese appare fortemente preoccupato per l'attivismo militare della Cina in Asia, in particolare verso Taiwan.
La strategia militare del Giappone è focalizzata sulla difesa del territorio nel Mar Cinese Orientale, dove Tokyo è impegnata in una disputa con Pechino su un gruppo di isole disabitate.
La catena di Okinawa, Taiwan e le isole che si estendono attraverso le Filippine forma quella che i pianificatori militari ritengono la prima barriera naturale alle operazioni cinesi nel Pacifico occidentale.
Con altri 50 miliardi di dollari all'anno, il Giappone potrebbe acquistare più equipaggiamento americano, inclusi caccia Stealth F-35, velivoli con rotore inclinabile Osprey e droni di sorveglianza, nonché attrezzature di fabbricazione nazionale come mezzi da sbarco anfibi, navi da guerra compatte, portaerei, sottomarini, satelliti e dispositivi di comunicazione per combattere una guerra prolungata.
Secondo un esperto, le forze di autodifesa giapponesi sono bene addestrate e attrezzate, ma la loro resilienza è uno dei problemi più seri. A conferma del nuovo vento che spira su Tokyo il fatto che il ministero della Difesa giapponese vuole stanziamenti per fare realizzare dall'industria degli armamenti nipponica un caccia con le caratteristiche dello Stealth indigeno e missili in grado di colpire navi nemiche e basi terrestri a più di 1.000 chilometri di distanza. Il Paese, peraltro, sta anche sviluppando capacità di guerra cibernetica, spaziale e elettromagnetica.