Confindustria chiede una riforma dei prezzi dell’energia: rompere la correlazione con il gas

- di: Jole Rosati
 
Il 2025 si è aperto con un allarme che riguarda imprese e famiglie italiane: il costo dell’energia, in particolare dell’elettricità e del gas, sta registrando aumenti significativi. Secondo il Centro Studi di Confindustria, nella nota “Congiuntura flash”, è necessario agire urgentemente per rompere il legame regolamentare tra i prezzi dell’elettricità e quelli del gas, un meccanismo che penalizza il potenziale delle fonti rinnovabili e aumenta i costi per il sistema economico.

Crescono i prezzi: il contesto attuale
Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria nella nota “Congiuntura flash”, il prezzo unico nazionale (Pun) dell’energia elettrica è salito a 139 euro per megawattora nel gennaio 2025, registrando un incremento del 57,9% rispetto a febbraio 2024, quando si attestava a 88 euro. Questo aumento è strettamente legato alla ripresa del costo del gas in Europa, che ha esercitato una pressione al rialzo sull’intero sistema energetico.
Se questa dinamica persisterà, i costi sostenuti dalle imprese, in particolare nei settori energy intensive come chimica, metallurgia e carta, subiranno incrementi significativi - afferma il Centro Studi di Confindustria - Solo alcune aziende, protette da contratti di fornitura a lungo termine, riescono a mitigare gli effetti di questi rincari”.

L’impatto sull’economia e sulle famiglie
L’aumento del costo dell’energia non si limita alle imprese. Per le famiglie, l’energia rappresenta circa il 10% del paniere dei beni e servizi che compongono l’indice dei prezzi al consumo (Nic). Di conseguenza, un rincaro delle materie prime energetiche si traduce direttamente in un aumento dell’inflazione, con effetti negativi sul reddito reale e sui consumi.
L’energia è un costo che si riverbera su tutta l’economia, creando una spirale inflazionistica che penalizza famiglie e imprese”, sottolinea il Centro Studi di Confindustria. “È cruciale intervenire sul meccanismo di formazione dei prezzi per evitare un ulteriore aggravio”.

La richiesta di Confindustria: un sistema più equo

Il Centro Studi di Confindustria ribadisce la necessità di separare i prezzi dell’elettricità da quelli del gas, sottolineando che l’attuale meccanismo è regolamentare e non riflette più la realtà dei costi di produzione. “Oggi il prezzo dell’elettricità è fortemente influenzato da quello del gas, nonostante una quota crescente della generazione elettrica provenga da fonti rinnovabili, che hanno costi significativamente inferiori”, si legge nella nota.
Secondo la stessa analisi, una riforma del sistema potrebbe permettere di valorizzare meglio il contributo delle energie rinnovabili, favorendo una riduzione dei costi complessivi e un’accelerazione della transizione energetica. “È il momento di adottare un approccio più moderno ed efficiente, che tenga conto delle nuove realtà tecnologiche e ambientali”, aggiunge Confindustria.

Il quadro internazionale: timori sui dazi
Oltre alla questione energetica, il Centro Studi di Confindustria esprime preoccupazione per le tensioni commerciali internazionali e il rischio di nuovi dazi sull’export italiano. Nel quarto trimestre del 2024, il Pil italiano ha mostrato segnali di debolezza, con una crescita contenuta nei servizi e difficoltà persistenti nell’industria. Gli investimenti sono in calo, mentre la politica monetaria più accomodante offre un limitato sollievo.
Se i dazi venissero introdotti o inaspriti, ciò aggraverebbe ulteriormente il quadro economico, già appesantito dall’aumento dei costi energetici”, avverte il Centro Studi.

Le prospettive future
La soluzione proposta dal Centro Studi di Confindustria mira a creare un sistema energetico più sostenibile ed equo, capace di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di sfruttare appieno il potenziale delle rinnovabili. Tuttavia, un cambiamento di questa portata richiederà un forte impegno politico e un dialogo costruttivo con tutte le parti interessate.
Nel frattempo, le imprese e le famiglie italiane si preparano ad affrontare un 2025 che si preannuncia complesso, con l’energia come tema centrale del dibattito economico e sociale.
(Nella foto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini)

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