Pietrangelo Buttafuoco alla guida della Biennale di Venezia

- di: Redazione
 
La nomina di Pietrangelo Buttafuoco alla presidenza della Biennale di Venezia è stata accolta con elogi per il suo profilo di intellettuale (da sempre schierato a destra) , ma con critiche (dall'opposizione) al sistema che lo ha portato alla guida di una delle ''fabbriche'' della cultura italiana.
Scrittore e giornalista (Secolo d'Italia, al Giornale, al Foglio, a Panorama e con un passaggio anche a Repubblica), , sessant'anni, siciliano cresciuto a Catania, laureato in filosofia, sposato, con due figli, Buttafuoco ha sempre rivendicato la sua militanza nella destra, passando dal Fronte della Gioventù, al Movimento sociale e, quindi, ad Alleanza nazionale. In primavera, sostituirà Roberto Cicutto, alla scadenza del mandato di quattro anni di quest'ultimo.

Pietrangelo Buttafuoco alla guida della Biennale di Venezia

Con l'indicazione di Buttafuoco (da parte del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in attesa del parere consultivo delle commissioni Cultura di Camera e Senato) , per Raffaele Speranzon, vicecapogruppo dei senatori di Fratelli d'Italia, è stato ''infranto un altro tetto di cristallo", dal momento che da sempre "la Fondazione La Biennale è stata considerata dalla sinistra un feudo in cui collocare amici e accoliti. Buttafuoco, finalmente, afferma un cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione: solo personalità scelte per lo spessore, la competenza e l'autorevolezza".
Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, chiosa sulla conversione di Buttafuoco all'Islam dicendo che essa ''è una garanzia di originalità nel rapporto tra la storia dell'Occidente e il suo declino, che prevede dialoghi per affinità, restituzioni di valori condivisi, non conflitti".

Per il presidente della commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone (Fdi), la nomina di Buttafuoco conta perché "la Biennale non è solo il cinema, ma anche teatro, danza, architettura. Quindi ci voleva una visione di insieme e lui sicuramente la ha".
Il cambio ''ideologico'' nella posizione di guida della Biennale di Venezia non scandalizza lo storico Luciano Canfora, che parla di semplice spoils system bellezza, riconoscendo invece la ''novità dirompente'' costituita dalla ''variante religiosa di Buttafuoco, soprattutto in un momento in cui i governi occidentali parlano dell'Islam con disappunto".

A Venezia i commenti sono stati improntati ai complimenti per il nuovo futuro presidente e al ringraziamento all'attuale: il presidente del Veneto Luca Zaia sottolinea che la Biennale è "una macchina imbattibile nell'anticipare tutte le novità e innovazioni nel campo culturale internazionale"; il sindaco Luigi Brugnaro ricorda gli "importanti progetti che hanno contribuito a fare di Venezia, nell'accezione metropolitana, un luogo proiettato verso il futuro, con particolare attenzione alle giovani generazioni".

Di tenore ovviamente diverso i commenti degli esponenti delle opposizioni, con Piero Fassino, secondo il quale "La Biennale non può essere ridotta a uno scalpo", mentre Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione, afferma che "oggi la destra ha fatto un ulteriore passo in avanti nella concezione dello Stato come cosa di proprietà. E' davvero preoccupante l'assalto della destra alle istituzioni culturali del Paese".
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