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Bruxelles sfida Roma: golden power Ue contro decreto su Unicredit BPM

- di: Jole Rosati
 
Bruxelles sfida Roma: golden power Ue contro decreto su Unicredit BPM
L’Europa avverte, Italia pronta a replicare con il Tar: scontro su sicurezza, capitali e ruoli nell’ombra di MPS.

L’Ue accende il faro sul golden power italiano

La Commissione Europea, il 14 luglio 2025, ha inviato una formale lettera d’obiezione a Roma, sostenendo che il Dpcm del Governo Meloni, che impone condizioni a UniCredit per l’acquisizione di Banco BPM, potrebbe violare l’articolo 21 del Regolamento sulle concentrazioni.

Nei “punti critici” contestati spiccano l’obbligo di mantenere per cinque anni un equilibrio prestiti/depositi, il limite agli investimenti in titoli italiani, la clausola sul project finance, la richiesta di supportare lo sviluppo locale e, soprattutto, l’uscita obbligatoria da Russia entro nove mesi.

Bruxelles avverte che, se l’Italia non convincerà con risposte nei prossimi 20 giorni lavorativi (termine ultimo intorno al 12 agosto), scatterà una formale richiesta di revoca immediata del decreto. La Commissione rimarca anche la violazione del principio di “leale cooperazione”, evidenziando che Roma ha ignorato ripetuti appelli al dialogo.

Il tribunale del Lazio spiana e complica la strada

Già lo scorso 12 luglio il Tar Lazio aveva annullato due delle quattro condizioni imposte (prestiti/depositi e project finance), ribaltando parzialmente la decisione del Governo. È stata invece confermata l’obbligatorietà dell’uscita dalla Russia.

La sentenza ha definito alcune restrizioni “proporzionate e rilevanti” per la sicurezza nazionale, anche se, nel complesso, il Tar ha smontato l’impianto più restrittivo. UniCredit giudica “illegittima” l’imposizione del golden power e valuta se continuare o ritirarsi, vista anche l’incertezza rimasta.

La reazione dell’Italia: sicurezza nazionale o protezionismo?

Il ministro dell’Economia Giorgetti replica con vigore: “Lo Stato non fa profitto, deve garantire la sicurezza nazionale”, definendo le misure legittime, soprattutto la clausola sul no-Russia, sostenuta da oltre 18 pacchetti sanzionatori contro Mosca.

Giorgetti aggiunge che Roma risponderà al ricorso Ue rievocando “la sentenza del Tar che ci soddisfa e riconosce il principio che la sicurezza economica è parte della sicurezza nazionale”.

Il vicepremier Salvini rincara: “L’Ue si occupi di cose serie, non rompa le scatole su banche e balneari”. L’Esecutivo sottolinea la propria “collaborazione costruttiva” sul dossier.

Le opposizioni controreplicano

L’area Pd, M5s e Più Europa non risparmia attacchi. Benedetto Della Vedova chiede al ministro Giorgetti di riferire in Parlamento per la “figura barbina” del Governo. Bruno Tabacci (Pd) parla di “totale conflitto di interessi” nell’uso del golden power. Gianmauro Dell’Olio (M5s) definisce il ricorso “strumentale per favorire privati”.

L’Europa gioca la carta della competenza esclusiva

Bruxelles ribadisce che la fusione bancaria rientra nella sua competenza esclusiva, non negli strumenti nazionali: “Solo la BCE ha autorità prudenziale” per le grandi banche, e l’acquisizione è già stata valutata – senza condizioni – dall’autorità europea.

Forte è il sospetto che l’intervento italiano punti a favorire la creazione di un “terzo polo” bancario (MPS + BPM) come alternativa a UniCredit, anche alla luce dell’offerta concorrente su Mediobanca sostenuta dall’azionista MPS Caltagirone. Politico la definisce “dirigismo sovietico”.

Quali sviluppi nei prossimi giorni?

  • Il board UniCredit si riunirà anticipatamente tra il 16 e il 17 luglio per valutare il futuro della trattativa.
  • Il termine per fare offerte scade il 23 luglio: se il decreto non sarà rivisto, UniCredit potrebbe sospendere l’opa o ritirare l’adesione degli azionisti.
  • A Roma si attende un nuovo Dpcm correttivo, entro breve, per evitare una sospensione da parte di Consob.
  • La Commissione Ue deciderà se avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia, con eventuali sanzioni e un possibile ricorso alla Corte di Giustizia.

Due visioni contrastanti

Il conflitto mette in luce due visioni contrapposte: da un lato l’Italia spinge per difendere il patrimonio nazionale e gli interessi strategici, compresa la scelta clamorosa di uscire dalla Russia; dall’altro, l’Ue considera la fusione bancaria un’operazione che rientra nella sua esclusiva competenza normativa e prudenziale.

Se fosse confermata la violazione, la Commissione potrà annullare il Dpcm, imponendo una correzione decisa da via Bruxelles. Ma Roma non intende arretrare: difende la sovranità economica e giudiziaria, forte dell’appoggio del Tar e di una solida narrativa sovranista.

Il banco di prova sarà duplice: da una parte la risposta italiana entro il 12 agosto; dall’altra, le scelte future del gruppo UniCredit: proseguire, rivedere le condizioni o ritirarsi.

Lo scontro tra Roma e Bruxelles sulle policy del golden power non è solo un affare bancario, ma una partita sulla sovranità, la finanza pubblica e i confini del potere europeo.

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