Borse: il ribasso di Wall Street trascina i mercati asiatici

- di: Redazione
 
Nella seduta di ieri Wall Street ha chiuso al ribasso le contrattazioni nell'attesa di conoscere oggi gli ultimi dati sull'occupazione, che potrebbero indurre la Federal Reserve ad attenuare la sua politica aggressiva di aumenti continui dei tassi di interesse. L'attesa di Wall Street ha condizionato i mercati asiatici, con le borse di Tokyo e Hong Kong che hanno chiuso in negativo, mentre le borse cinesi erano ferme per una festività.

Borse: il ribasso di Wall Street trascina i mercati asiatici

Ieri l'indice S&P 500 è sceso dell'1% dopo che un rapporto del settore privato ha affermato che i datori di lavoro statunitensi a settembre hanno assunto, sia pure in modo contenuto, più lavoratori del previsto, dando in un certo senso ragione alle scelte della Fed, che davanti ad una inflazione ai massimi da quarant'anni a questa parte ha imboccato da mesi la strada degli aumenti dei tassi.

Ora l'attesa è per la pubblicazione, oggi, dei dati del governo sull'andamento del mercato del lavoro. Il Nikkei 225 di Tokyo è sceso dello 0,6% a 27.149,75 e l'Hang Seng di Hong Kong ha perso l'1% a 17.823,29.
Il Kospi di Seul ha guadagnato lo 0,2% a 2.241,87 mentre l'S &P ASX 200 di Sydney ha perso lo 0,6% a 6.777,00.

La borsa della Nuova Zelanda ha perso lo 0,2% mentre Singapore e Bangkok sono progredite. A Wall Street, l'S &P 500 è sceso a 3.744,52. L'indice è in rialzo del 4,4% per la settimana dopo il miglior rally di due giorni in 2 anni e mezzo. Il rendimento del Tesoro a 10 anni, che aiuta a fissare i tassi per i mutui, è salito al 3,81% dal 3,75% alla fine di mercoledì. Il rendimento del Treasury a due anni è salito al 4,22% dal 4,14% alla fine di lunedì.

Gli analisti si aspettano che il governo riferisca che l'economia ha aggiunto 250.000 posti di lavoro il mese scorso, ben al di sotto della media mensile dell'anno scorso di 487.000, ma ancora un numero forte nonostante l'inflazione e due trimestri consecutivi di contrazione economica degli Stati Uniti.
Nei mercati energetici, il greggio statunitense di riferimento è salito di 2 centesimi a 88,47 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange, mentre il Brent, la base dei prezzi per il commercio di petrolio internazionale, è sceso di 4 centesimi a 94,38 dollari al barile dollari.
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