Borse: rialzi generalizzati in Asia, ma pesa la crisi in Ucraina

- di: Redazione
 
Giornata di rialzi generalizzati in Asia dove i benchmark sono aumentati nelle contrattazioni mattutine in Giappone, Corea del Sud, Australia e Hong Kong, con la sola eccezione di Shanghai. Le incertezze restano e sono essenzialmente legate al conflitto in Ucraina e, secondo alcuni analisti, alla possibilità che l'Unione europea possa decidere di inasprire le sanzioni, giungendo all'embargo del petrolio russo, con un prevedibile aumento dei costi energetici.

La crisi in Ucraina continua ad avere effetti negativi sulle borse

Le azioni hanno chiuso leggermente al ribasso a Wall Street dopo essere rimbalzate per gran parte della giornata. A spingere i rendimenti obbligazionari sono state le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, secondo cui la banca centrale americana è pronta ad alzare il livello delle sue misure per contrastare l'inflazione.

Il benchmark giapponese Nikkei 225 è salito dell'1,5% a 27.215,65 negli scambi mattutini. L'S&P/ASX 200 australiano ha guadagnato l'1,1% a 7.357,90. Il Kospi della Corea del Sud è salito dello 0,5% a 2.698,49. L'Hang Seng di Hong Kong è salito dello 0,5% a 21.319,19, mentre lo Shanghai Composite è sceso dello 0,1% a 3.249,54.

A Wall Street, l'S&P 500 è sceso di 1,94 punti a 4.461,18, ottenendo una serie di quattro giorni di vittorie consecutive per l'indice di riferimento. Il Dow è sceso dello 0,6% a 34.552,99 e il Nasdaq è sceso dello 0,4% a 13.838,46. Le azioni delle società più piccole sono andate peggio del mercato più ampio. L'indice Russell 2000 ha perso l'1% a 2.065,94.

Mercoledì scorso, la Fed ha annunciato un aumento del tasso - il primo dal 2018 - di un quarto di punto. Dopo l'annuncio le azioni sono cresciute, mettendo a segno la loro migliore settimana in più di un anno.
Nel commercio di energia, il greggio statunitense di riferimento ha aggiunto 2,68 dollari a 112,65 dollari al barile. Durante la notte, i titoli energetici hanno ottenuto solidi guadagni mentre i prezzi del petrolio hanno guadagnato terreno.

Lunedì il greggio di riferimento statunitense è balzato del 7,1% attestandosi a 109,97 dollari al barile. Il Brent, lo standard internazionale, è salito di 2,92 dollari, a 118,54. Nel commercio di valuta, il dollaro USA è salito ai massimi di sei anni contro lo yen giapponese, toccando a un certo punto il rapporto 1/120. Successivamente è stato scambiato a 119,90 yen, rispetto a 119,47 yen. L'euro costa 1,1002 dollari, in calo rispetto a 1,1016.
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