Borse: mercati asiatici in ribasso

- di: Redazione
 
Le borse hanno aperto, oggi, per lo più in ribasso, dopo l'arretramento di Wall Street, per dati economici e utili societari deludenti. Gli investitori sono in attesa della prossima mossa della Federal Reserve statunitense, che già mercoledì dovrebbe aumentare nuovamente il suo tasso di interesse chiave, per combattere l'inflazione. L'aumento dovrebbe essere dello 0,75%, mettendo il tasso di riferimento della Fed in un range compreso tra il 2,25% e il 2,5%. , il livello più alto dal 2018.
Il Nikkei 225 di Tokyo ha guadagnato lo 0,8% a 27.678,94 e il Kospi di Seul lo 0,3% a 2.400,38. L'Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,7% a 20.465,69, mentre l'indice Shanghai Composite ha ceduto lo 0,3% a 3.260,74.

Le borse asiatiche registrano un ribasso

In Australia, l'S &P/ASX 200 è sceso dello 0,1% a 6.784,00.
Venerdì a Wall Street, il benchmark S &P 500 ha perso lo 0,9% a 3.961,63, interrompendo un rally di tre giorni che lo aveva portato al livello più alto in sei settimane. Il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,4% a 31.899,29. Il Nasdaq è sceso dell'1,9% a 11.834,11 a seguito di rapporti sugli utili peggiori del previsto da Snap, Seagate Technology e altre società orientate alla tecnologia.

La società dietro l'app Snapchat è crollata del 39,1% dopo aver riportato una perdita peggiore e entrate inferiori per la primavera rispetto alle previsioni di Wall Street.
Venerdì il rendimento dei Treasury a due anni è crollato di nuovo, al 2,98% dal 3,09% di giovedì scorso e dal 3,14% di una settimana fa, a causa delle preoccupazioni per l'economia. Peraltro un rapporto, reso noto venerdì mattina, che l'attività commerciale negli Stati Uniti potrebbe contrarsi per la prima volta in quasi due anni, con i settori dei servizi particolarmente deboli.
Nonostante i ribassi di venerdì a Wall Street, l'S &P 500 è comunque aumentato del 2,5% per la settimana.

Oltre all'allentamento dei rendimenti dei Treasury durante la settimana, il calo dei prezzi del greggio e di altre materie prime ha anche fornito un certo sollievo sul fronte dell'inflazione, aumentando le speranze che l'inflazione possa raggiungere il picco.
All'inizio di lunedì, il petrolio greggio di riferimento statunitense ha perso 64 centesimi a 94,06 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange.
Il greggio Brent, la base dei prezzi per il commercio internazionale, ha perso 97 centesimi a 97,41 dollari al barile.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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