Borse: la linea dura della Fed affossa i mercati asiatici

- di: Redazione
 
L'annuncio dato dal suo presidente, Jerome Powell, che la Federal Reserve proseguirà nella sua politica di aumento dei tassi di interesse, nell'ambito della strategia anti-inflazione, ha causato, nella seduta di apertura settimana, forti perdite sui mercati borsistici asiatici. Il crollo delle prime contrattazioni in Asia è stato parallelo al calo di Wall Street, dove il Dow Jones Industrial Average ha chiuso la settimana scendendo di oltre 1.000 punti.
Le parole di Powell, pronunciate nel tradizionale appuntamento annuale di Jackson Hole, nel Wyoming, non sono giunte certo inattese, ma a deprimere i mercati, da quelli americani agli asiatici, è stata la loro chiarezza, quando forse gli investitori cercavano qualcosa di più neutrale.

Calano le borse asiatiche a causa delle scelte della Fed

Il benchmark giapponese Nikkei 225 è sceso del 2,8% negli scambi mattutini a 27.831,06. L'S &P/ASX 200 australiano è sceso del 2,2% a 6.946,30. Il Kospi della Corea del Sud è scivolato del 2,2% a 2.425,70. L'Hang Seng di Hong Kong è scivolato dell'1,1% a 19.949,62, mentre lo Shanghai Composite è sceso dello 0,5% a 3.220,04.
A pesare sull'andamento delle borse della regione asiatica ci sono anche i dati economici cinesi nel fine settimana, che sembrano indicare che una forte ripresa richiederà ancora tempo. I profitti industriali cinesi di gennaio-luglio sono scesi dell'1,1% rispetto a un anno fa, a causa delle nuove restrizioni per frenare i contagi di Covid-19.

Powell, a Jackson Hole, ha detto che la Fed dovrà probabilmente mantenere i tassi di interesse abbastanza alti da rallentare l'economia "per un po' di tempo" al fine di respingere l'elevata inflazione che sta investendo il Paese. La Fed ha già alzato il suo tasso di interesse overnight di riferimento quattro volte quest'anno nella speranza di rallentare la peggiore inflazione degli ultimi decenni. Ma, sottolineano gli analisti, se sassi più elevati aiutano a contenere l'inflazione, danneggiano anche i prezzi delle attività. Powell, riconoscendo che gli aumenti dei tassi di interesse danneggeranno le famiglie e le imprese statunitensi, ha anche detto che gli effetti negativi sarebbero molto più grandi se si lasciasse che l'inflazione peggiorasse: "Dobbiamo continuare fino a quando il lavoro non sarà finito", ha aggiunto.

L'S &P 500 è sceso di 141,46 punti, ovvero del 3,4%, a 4.057,66. L'indice di riferimento è ora in calo di quasi il 15% per l'anno. Il Dow ha perso 1.008,38 punti, ovvero il 3%, chiudendo a 32.283,40. L'ultima volta che la media delle blue chip ha registrato un calo di 1.000 punti è stata a maggio. Il Nasdaq è scivolato di 497,56 punti, o del 3,9%, a 12.141,71, il calo più grande da giugno. L'indice Russell 2000 delle società più piccole è sceso di 64,81 punti, o del 3,3%, per finire a 1.899,83.
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