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Bonomi (Confindustria): "Interventi strutturali per salvare l'economia italiana"

- di: Daniele Minuti
 
Bonomi (Confindustria): 'Interventi strutturali per salvare l'economia italiana'
Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, ha parlato durante la conferenza stampa tenuta dopo la presentazione del rapporto di previsione del Centro Studi. E le stime per l'economia nostrana sono tutt'altro che ottimistiche.

Il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha parlato della situazione economica del nostro Paese

Le previsioni per il PIL 2022 (primi due trimestri di recessione e una crescita dell'1,9% a causa del rimbalzo dell'anno scorso) sono piuttosto nere andando in una direzione diversa da quelle del Tesoro. "Mentre stiamo tutti attendendo l’aggiornamento delle previsioni che il Governo metterà tra pochi giorni alla base del DEF" - ha dichiarato Bonomi - "Confindustria ha lavorato ad un proprio contributo serio sull’analisi dei gravi problemi che dobbiamo affrontare. Con l’invasione russa dell’Ucraina che ha ulteriormente aggravato tutte le tensioni sui prezzi, la scarsità di materie prime e input di produzione, e i colli di bottiglia nel commercio globale che già erano potentemente in opera prima del conflitto, formulare previsioni in queste circostanze è molto difficile. L’incertezza assoluta di quanto ancora possa durare la guerra, quando e come sarà possibile una cornice condivisa tra Mosca e Kyiv per il cessate il fuoco prima e poi per la evoluzione in un vero accordo di pace, il cui rispetto sia garantito anche da altri Paesi: da tutto questo dipenderà l’intensità e la solidità del raffreddamento delle conseguenze economiche che oggi sono di fronte a noi".

Il presidente di Confindustria non ha usato mezzi termini: "Non sarà un processo breve e formulare oggi previsioni economiche significa dover essere espliciti e chiari nelle ipotesi di contesto da immettere nel modello previsivo. Per questo il Rapporto del Centro Studi è stato redatto sulla base di tre ipotesi diverse: una che è quella che oggi appare la migliore possibile e auspicabile, una intermedia, e infine una terza ipotesi decisamente avversa. A seconda che le armi tacciano con un primo passaggio alla diplomazia entro 3 mesi, che invece un vero cessate il fuoco non ci sia fino alla fine dell’anno, o addirittura che arrivi ancora più avanti. I numeri che se ne deducono, però, spaventano e sono tali da dare estrema e ulteriore concretezza all’allarme crescente e inascoltato che da mesi Confindustria ha lanciato".

Lo scenario più ottimistico dei tre proposti dal Centro studi vede una crescita del PIL nel 2022 sotto il 2% e dell'1,6% nel 2023. Con quello più severo che vede il Paese in recessione: "Anche nel migliore dei casi" - prosegue Bonomi - "la produzione industriale passerebbe quest’anno dal +11,7% del 2021 al +1,5%, se e solo se nella seconda metà del 2022 le cose miglioreranno. Gli investimenti fissi lordi, dopo l’incoraggiante +17% del 2021, quest’anno aumenterebbero solo del +4,5%. Colpendo la propensione a investire delle imprese proprio in questo 2022, che è fondamentale per la realizzazione del PNRR. Questi sono scenari e numeri che dovrebbero costituire un serissimo allarme generale per le istituzioni e la politica del nostro Paese".

Il Presidente ha concluso spronando l'adozione di misure strutturali che vanno in 4 direttrici di azione: la prima riguarda industria e manifattura italiana (legata al caro energia) ed è un tetto al prezzo del gas, proposta già illustrata al Governo; la seconda direttrice è quella del mix energetico e del FIT for 55 (per liberarsi dal vincolo della quota di gas russo; la terza sono misure nazionali che attenuino il rallentamento che è in corso; l'ultima si concretizza in "una riconfigurazione generale delle catene del valore e commerciali su cui l’industria europea e la manifattura italiana hanno costruito negli ultimi vent’anni i propri successi".
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