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Berlusconi: l'addio, tra commozione e dolore

- di: Redazione
 
Berlusconi: l'addio, tra commozione e dolore
L'ultimo atto terreno che ha visto Silvio Berlusconi protagonista è stato all'insegna della compostezza, della commozione, della partecipazione al dolore della famiglia. Un ultimo saluto all'ex presidente del Consiglio cominciato dall'uscita di villa San Martino, quando il feretro, preceduto e seguito da auto e moto delle forze dell'ordine, ha varcato il cancello, dirigendosi verso Milano, con il Duomo come destinazione. Lungo la strada, qui e là, piccoli gruppi di persone hanno salutato il corteo, aumentando di numero con l'avvicinarsi al centro della citta, fino alle migliaia di uomini e donne che aspettavano nella piazza antistante il cuore religioso del capoluogo.

Berlusconi: l'addio, tra commozione e dolore

Il feretro, portato a spalla dai necrofori e scortato da sei carabinieri in alta uniforme, ha quindi percorso lentamente la navata centrale, accolto al suo ingresso da un lungo applauso, che si è concluso solo quando la bara in mogano è stata deposta davanti all'altare, dove il cardinale di Milano, mons.Mario Delpini, ha officiato il rito, davanti a migliaia di persone, con le massime autorità dello Stato (dal presidente Mattarella, a quelli di Senato e Camera, La Russa e Fontana, del Consiglio, Meloni, della Cassazione, Sciarra) e una foltissima rappresentanza di governanti stranieri.
L'omelia di mons.Delpini, visto il profilo dello scomparso e le tante sfaccettature della sua vita e del suo essere politico e imprenditore, è stata molto equilibrata, distinguendo di Silvio Berlusconi l'uomo pubblico da quello privato. E alla fine ha riportato Berlusconi al suo essere un uomo ''che ora incontra Dio''.

Di lui, mons.Delpini ha sottolineato il desiderio di vivere: 
''Vivere e amare la vita. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita. Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c'è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d'uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti. Vivere e sentire le forze esaurirsi, vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora. Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento''.

Parole che, per quel che è sembrato, hanno voluto togliere spazio e tempo ad interpretazioni, a possibili giudizi sulla persona riportando tutto ad una dimensione umana, come quella dell'amore e dell'amare, desiderando di essere amato.
''Amare e cercare l'amore - ha detto l'arcivescovo di Milano -, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa. Desiderare di essere amato e temere che l'amore possa essere solo una concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell'amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande. Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi''.

Mons.Delpini, forse ponendo molta attenzione per non mostrare di dare giudizi, ha anche parlato dell'aspetto privato di Silvio Berlusconi: ''Essere contento e amare le feste. Godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini. Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti. Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia. Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante. Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria. Essere contento e sentire l'insinuarsi di una minaccia oscura che ricopre di grigiore le cose che rendono contenti. Essere contento e sentirsi smarriti di fronte all'irrimediabile esaurirsi della gioia. Ecco che cosa si può dire dell'uomo: un desiderio di gioia, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento''.
Berlusconi è stato anche ''uomo d'affari'', con ''momenti di successo e momenti di insuccesso'', che ''arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d'affari e deve fare affari''.

Così come mons.Delpini ha ricordato il Berlusconi politico, che ''cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C'è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta''.
Silvio Berlusconi ''è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d'affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia''.
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