Giornalismo: la BBC non chiama terroristi i miliziani di Hamas e, sommersa di critiche, spiega il perché

- di: Redazione
 
Le immagini dei miliziani di Hamas che fanno irruzione nelle città e nei kibbutz sparando contro tutti, donne, bambino, anziani, fanno da giorni il giro dei telegiornali e tutti, davanti ai massacri che nulla hanno a che fare con una guerra ''tradizionale'', hanno etichettato i guerriglieri come terroristi, posto che l'obiettivo di chi compie questi atti è, appunto, instillare il terrore nei nemici.
Tutti, con una rumorosa eccezione, quella della BBC che, a tutt'oggi, non chiama terroristi i miliziani di Hamas e per questo, in Gran Bretagna, è stata sommersa di critiche, non solo da parte dei uomini politici e componenti del governo, ma anche di cittadini e persino, cosa non frequente al di là della Manica, anche da giornalisti di altre testate. Tutti a chiedere conto alla BBC del fatto di raccontare i fatti e di non chiamare gli autori di indicibili crudeltà come terroristi.

Giornalismo: la BBC non chiama terroristi i miliziani di Hamas e, sommersa di critiche, spiega il perché

Oggi a queste accuse risponde uno dei giornalisti più noti e rispettati dell'emittente che dice che il perché di questa scelta si rifà ai principi fondanti della BBC.
Le considerazioni che John Simpson pone alla base della sua risposta possono apparire, ad una prima superficiale lettura, ipocrite, ma sono anche una lezione di giornalismo (britannico) e di rispetto per la professione.
''Terrorismo è una parola pesante, che - dice Simpson - le persone usano per riferirsi a un contesto che disapprovano moralmente. Semplicemente non è compito della BBC dire alla gente chi sostenere e chi condannare, chi sono i buoni e chi i cattivi. Sottolineiamo regolarmente che il governo britannico e altri governi hanno condannato Hamas come organizzazione terroristica, ma questi sono affari loro. Conduciamo anche interviste con ospiti e citiamo collaboratori che descrivono Hamas come terroristi''.

''Il punto chiave - è questo il cuore della spiegazione del giornalista della BBC - è che non lo diciamo con la nostra voce. Il nostro compito è presentare al nostro pubblico i fatti e lasciare che prenda una decisione. Si dà il caso, ovviamente, che molte delle persone che ci hanno attaccato per non aver usato la parola terrorista hanno visto le nostre foto, ascoltato i nostri audio o letto le nostre storie, e hanno preso una decisione sulla base dei nostri resoconti, quindi non è come se nascondessimo la verità in qualche modo, tutt'altro. Qualunque persona ragionevole rimarrebbe sconvolta dal tipo di cose che abbiamo visto. È perfettamente ragionevole definire 'atrocità' gli incidenti accaduti, perché è esattamente quello che sono. Nessuno può difendere l'omicidio di civili, soprattutto bambini e neonati, né gli attacchi contro persone innocenti e amanti della pace che partecipano a un festival musicale''.

Ricordando che, nei 50 anni di professione, s'è occupato degli eventi del Medio Oriente, anche i più cruenti, Simpson dice che ''l'orrore di cose del genere rimarrà nella tua mente per sempre.
Ma questo non significa che dovremmo cominciare a dire che l'organizzazione i cui sostenitori li hanno compiuti sia un'organizzazione terroristica, perché ciò significherebbe rinunciare al nostro dovere di rimanere obiettivi. Ed è sempre stato così alla BBC. Durante la Seconda Guerra Mondiale, alle emittenti della BBC fu espressamente detto di non chiamare i nazisti malvagi o empi, anche se potevamo chiamarli, e lo facevamo, 'il nemico'''. ''Non prendiamo posizione - aggiunge Simpson -. Non usiamo parole caricate come 'malvagio' o 'codardo'. Non parliamo di 'terroristi'. E non siamo gli unici a seguire questa linea. Alcune delle testate giornalistiche più rispettate al mondo hanno esattamente la stessa politica. Ma la BBC riceve un'attenzione particolare, in parte perché abbiamo forti critici in politica e nella stampa, e in parte perché siamo giustamente tenuti a uno standard particolarmente elevato. Ma parte del rispetto di questo standard elevato è essere quanto più obiettivi possibile. Ecco perché le persone in Gran Bretagna e in tutto il mondo, in gran numero, guardano, leggono e ascoltano ciò che diciamo, ogni singolo giorno''.
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