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Mediobanca, OPA su Banca Generali: i mugugni dei grandi investitori

- di: Bruno Coletta
 
Mediobanca, OPA su Banca Generali: i mugugni dei grandi investitori
Nagel accelera, ma crescono i dubbi: troppi rischi, pochi dettagli.
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L’affondo su Banca Generali riaccende le tensioni
Alberto Nagel ha scelto di alzare la posta: con una mossa audace, Mediobanca ha lanciato un’OPA totalitaria su Banca Generali, mettendo sul piatto circa 6,3 miliardi di euro in azioni Generali. Ma il blitz non ha convinto tutti. Anzi: i grandi soci istituzionali e privati della banca d’affari si stanno irrigidendo, insospettiti da modalità, tempistiche e soprattutto dai contorni ancora opachi dell’operazione.

I soci “storici” chiedono spiegazioni
Il malumore corre veloce tra i corridoi finanziari di Milano. Gli azionisti più influenti – da Delfin (la cassaforte di Del Vecchio) a Caltagirone, passando per i fondi come BlackRock e Vanguard – si interrogano sul senso strategico della manovra. In gioco non c’è solo l’integrazione nel private banking, ma anche – e soprattutto – l’identità futura di Mediobanca.
Molti soci, secondo quanto riferito da fonti, si aspettavano un coinvolgimento maggiore prima che venisse formalizzato l’annuncio. E, soprattutto, pretendono chiarezza su cosa succederà al pacchetto Generali, che rappresenta ancora oggi un asset chiave nel bilancio dell’istituto guidato da Nagel.

Il voto arriverà “al buio”?

A esasperare i toni è la scelta di portare la proposta al voto degli azionisti – previsto per il 16 giugno – senza avere ancora in mano il prospetto definitivo dell’operazione. Il documento ufficiale verrà infatti pubblicato solo dopo l’approvazione assembleare e l’ok della Consob. Un tempismo che ha fatto scattare l’allarme tra gli investitori di lungo periodo: “Non è possibile votare una trasformazione industriale così profonda a occhi bendati”, osserva una fonte vicina a uno dei grandi fondi.

Operazione strategica o mossa difensiva?
L’impressione, condivisa da diversi analisti, è che l’OPA su Banca Generali sia anche un modo per blindare Mediobanca da possibili dalla scalata lanciata da Montepaschi. Acquisire un player forte nel risparmio gestito potrebbe essere il modo per alzare barriere e rafforzare la posizione sul mercato.
Ma l’uso delle azioni Generali – asset già conteso all’interno del board – rischia di spaccare ulteriormente gli equilibri tra Mediobanca e la compagnia triestina, aprendo nuovi fronti in un risiko finanziario tutto italiano.

Prossima fermata: 4 giugno
Prima della resa dei conti assembleare, Nagel ha in programma una tappa cruciale: il 4 giugno incontrerà i principali investitori per illustrare nel dettaglio l’operazione. Sarà il momento della verità. O il CEO riuscirà a ricompattare il fronte dei soci, oppure si aprirà una nuova stagione di tensioni.
“Qui non si tratta solo di approvare un’acquisizione”, spiega un banchiere romano di lungo corso. “È una scelta identitaria: Mediobanca vuole tornare banca d’affari o diventare un ibrido della finanza retail?”.

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