Le giovani generazioni italiane si trovano davanti uno scenario complicato da decifrare a livello di welfare pubblico ed equilibri previdenziali: studi recenti hanno dimostrato che nel 2045, chi andrà in pensione lo farà con un tasso di sostituzione del reddito decisamente insufficiente a garantire un eguale tenore di vita rispetto al periodo lavorativo (46% dell'ultima retribuzione).
Investimento progressivo e azionariato in portafoglio: le linee guida di Banca Generali per costruire una rendita integrativa
Un motivo in più per spingere i giovani, e non solo loro, a costruire una rendita integrativa che possa andare ad affiancarsi al trattamento pensionistico pubblico. Un impegno che è sempre più una necessità per il futuro di tanti lavoratori del nostro Paese, che non possono affidarsi unicamente a forme di previdenza complementari o semplicemente al risparmio, nell'eventualità in cui il patrimonio risparmiato o investito non è utilizzato in maniera efficiente.
Soltanto il 15% del patrimonio finanziario risparmiato viene dedicato all'investimento finanziario, nonostante esso rappresenti l'asset in grado di creare il maggior valore nel medio-lungo periodo, restituendo (secondo i dati Aipb) un rendimento medio di circa il 10% annui nel lungo periodo, rispetto al 4% del reddito fisso. Numeri che non rendono totalmente l'idea del peso che può avere nel lungo periodo un ampliamento dello spazio dedicato in portafoglio alle azioni.
Per questo motivo, Banca Generali ha condotto una simulazione su tre diversi tipi di portafoglio d'investimento del valore di 10.000 e su un orizzonte a 30 anni, dal dicembre 1993 al settembre 2024.
- Il primo rappresenta il portafoglio tipico delle famiglie italiane non private, con un 10% di azionariato, e avrebbe visto un aumento del capitale investito fino a 32.000 euro.
- Il secondo portafoglio è allineato all'asset allocation delle famiglie private italiane, col 29% di azionariato. Esso avrebbe portato a un risultato finale di oltre 57.000 euro.
- Il terzo ha una composizione simile a quelli adottati dalle famiglie degli Stati Uniti, col 50% di azionariato, e avrebbe visto un aumento del capitale investito oltre i 90.000 euro, con una crescita di 800 punti percentuali.
Andrea Ragaini, vice-direttore generale di Banca Generali (nella foto), ha commentato questi dati: "Di fronte a questi numeri il ruolo dei consulenti dovrebbe essere quello di accompagnare i clienti indicandogli il valore che si trova nel saper dare tempo al tempo. Questo però spesso si confronta con l’emotività del cliente, specialmente nel caso di un investimento come quello azionario che può essere soggetto a una volatilità anche considerevole".
Una volatilità che è stata evidente a tutti soltanto pochi mesi fa, dopo l'introduzione dei dazi annunciati dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha portato a perdite anche del 10% in un solo giorno, recuperate poi nel giro di poche settimane.
Banca Generali si pone quindi l'obiettivo di fornire strumenti che possano anticipare o mitigare l'emotività dei clienti e questa incertezza: "Una strada" - spiega Ragaini - "sono i meccanismi Step In, che abbiamo iniziato a inserire nella gamma della nostra Sicav LUX IM, e che nel corso di un periodo di tempo prefissato di alcuni anni aumentano gradualmente l’esposizione azionaria fino ad arrivare al 100%, mitigando così l’impatto della volatilità nei primi anni".
Un meccanismo a cui si possono aggiungere i Piani di Accumulo di Capitale (investimenti prefissati mensili di una quota), senza dimenticare che l'investimento progressivo è la base su cui si fondano forme di previdenza complementare, come i Piani Individuali Pensionistici.
In base a un set di simulazioni condotte da Banca Generali, una somma di 100 euro investiti ogni mese nell’indice Msci World (l’indice di riferimento azionario globale) in vent’anni si sarebbe trasformata in 104.000 euro, in trent’anni in 216.00 euro e in 35 anni in 388.000.
Questi strumenti possono dare risultati importanti nel lungo periodo, nonostante le crisi a cui il mercato può andare incontro. Un concetto perfettamente spiegato nella chiusura di Andrea Ragaini: "Non si può sottovalutare la forza della pazienza e del tempo. A goccia a goccia può formarsi un mare, grazie, come spiegato da Warren Buffett, alla combinazione di cultura del risparmio e della magia della capitalizzazione composta nel lungo termine".