Ue e automotive: dialogo strategico al via, tra sfide e opportunità

- di: Jole Rosati
 
A Bruxelles la macchina del dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea è pronta a partire, con una data ormai quasi certa: tra il 27 e il 29 gennaio. L’iniziativa, annunciata dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (nella foto), punta a delineare un piano industriale che equilibri le esigenze ambientali con quelle economiche, rispondendo alle crescenti sfide del settore.

Un comparto sotto pressione
L’industria automobilistica europea si trova al centro di una complessa transizione verso l’elettrificazione, mentre affronta la crescente concorrenza della Cina e la minaccia di possibili dazi da parte degli Stati Uniti. La competizione globale e i costi della transizione verde stanno mettendo a dura prova le catene di approvvigionamento e la competitività delle aziende del settore.
“Il settore automobilistico è vitale per l’economia europea e per milioni di posti di lavoro”, ha dichiarato Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo (Ppe), durante una conferenza a Berlino. Friedrich Merz, presidente dell’Unione Cristiano-Democratica tedesca, ha ribadito l’importanza di garantire una “neutralità tecnologica” che consenta lo sviluppo di diverse tecnologie pulite, inclusi i biocarburanti.

Il piano d'azione dell'Europa
Superata una fase di stallo dovuta a problemi di salute di von der Leyen, il dialogo vedrà la partecipazione di costruttori, esperti e stakeholder sotto la supervisione diretta della presidente. L'obiettivo è formulare misure concrete che possano essere integrate nel Clean Industrial Deal, atteso per il 26 febbraio.
Secondo quanto dichiarato dal vicepresidente della Commissione Europea per l’Industria, Stéphane Séjourné, il piano includerà incentivi per stimolare la domanda di auto elettriche, interventi sul mercato dell’usato e misure contro i sussidi sleali praticati da altri Paesi. “Le prime risposte arriveranno entro 40 giorni”, ha promesso Séjourné in un'intervista.
Tuttavia, Bruxelles resta ferma su alcuni punti: le multe per il mancato raggiungimento dei target di CO2 rimarranno in vigore, ma saranno introdotti meccanismi di flessibilità, come i pool tra case automobilistiche. Confermato anche lo stop alla vendita di auto a combustione interna a partire dal 2035.

Le posizioni di Italia e Germania
L’Italia e la Germania, pilastri del settore automotive europeo, si stanno muovendo per influenzare le decisioni. Il ministro italiano delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato un incontro cruciale a Strasburgo con i vicepresidenti della Commissione Europea e altri rappresentanti chiave per discutere le proposte italiane.
Tra queste, due documenti elaborati dal governo italiano che chiedono un approccio graduale e meno vincolante alla transizione verde. “Non possiamo permettere che le nostre imprese vengano soffocate da regole insostenibili”, ha affermato Urso durante un incontro con la stampa.
In parallelo, il Partito Popolare Europeo ha presentato un documento approvato a Berlino che richiede una sospensione di due anni di alcune norme green, tra cui la rendicontazione sulla sostenibilità e il meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (CBAM). “È necessario dare respiro alle piccole e medie imprese”, ha aggiunto Weber.

Uno sguardo al futuro

Il dialogo strategico rappresenta una tappa cruciale per il futuro dell’automotive in Europa. Tra sfide interne e pressioni globali, l'Unione Europea dovrà bilanciare gli obiettivi climatici con la competitività economica, garantendo al contempo il sostegno ai lavoratori e alle imprese. Le prossime settimane saranno decisive per definire il percorso del settore verso un futuro sostenibile e innovativo.

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