Associazioni dell'Automotive e dell'Autotrasporto: proposto al Governo un piano di efficientamento del parco circolante

- di: Daniele Minuti
 

Le associazioni nazionali dell’autotrasporto e dell’automotive ANFIA, ANITA, FEDERAUTO, UNATRAS, UNRAE hanno tenuto, in occasione di Ecomondo, una tavola rotonda sul tema "La transizione green dell’autotrasporto merci". Per l'occasione, è stata presentata una proposta corale con l'obiettivo di stimolare gli investimenti del settore, in modo da accelerare il processo di transizione tecnologica dei veicoli industriali.

Associazioni dell'Automotive e dell'Autotrasporto: proposto al Governo un piano di efficientamento del parco circolante

Le associazioni si rivolgono così al Governo per sensibilizzare sulla necessità di adottare un piano di efficientamento che incentivi le imprese a traguardare la graduale ed effettiva transizione del settore in direzione di una trasformazione sostenibile, innovativa e competitiva dei servizi di trasporto merci.

La proposta sarà presentata al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in tutte le sue declinazioni e parte dalle implicazioni nazionali della regolamentazione europea in via di definizione e sulla base dello state dell’arte del parco italiano, traccia una roadmap di breve periodo per accelerare il rinnovo del circolante con veicoli industriali a basse emissioni che abbia impatti positivi da un punto di vista ambientale e della sicurezza della circolazione.

Il fabbisogno finanziario è stimato in circa 700 milioni di euro, che dovranno supportare gli investimenti fino al 2026 in veicoli a emissioni zero e loro infrastrutture nonché stimolare la diffusione dei carburanti rinnovabili. Le associazioni, inoltre, propongono una modifica sostanziale di funzionamento del «Fondo autotrasporto», che garantisca procedure rapide di liquidazione alle imprese di autotrasporto. L’evento di oggi è il primo segnale unitario e forte che le associazioni intendono inviare al Governo, per stimolare al più presto l’adozione di un lavoro congiunto e di impegni reciproci per affrontare da subito una transizione che appare ancora densa di contraddizioni: da una parte, le istituzioni dell’Unione europea che - in assenza di correttivi razionali in grado di accogliere il principio di neutralità tecnologica - tendono ad imporre regolamenti avulsi dalle dinamiche di mercato e tempistiche di phase-out tecnologico molto «sfidanti», se non addirittura irrealistiche; dall'altra una Legge di Bilancio nazionale che tende verso una sostanziale decontribuzione degli strumenti di sostegno agli investimenti delle imprese per quella transizione ecologica richiesta dagli stessi regolamenti europei.

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