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Assifer: “Filiera ferroviaria da 7,1 miliardi, il PNRR non sia un capolinea”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Assifer: “Filiera ferroviaria da 7,1 miliardi, il PNRR non sia un capolinea”

Il conto alla rovescia verso giugno 2026, data di conclusione del PNRR, preoccupa seriamente l’industria ferroviaria italiana. Per ANIE ASSIFER, l’associazione che riunisce 150 aziende del comparto, quella data «non può rappresentare un punto d’arrivo, ma un nuovo inizio». Il timore è che l’enorme infrastruttura produttiva creata attorno ai progetti del PNRR — competenze tecniche, posti di lavoro, catene di fornitura — rischi di disperdersi se non verrà garantita continuità normativa e programmatica.

Assifer: “Filiera ferroviaria da 7,1 miliardi, il PNRR non sia un capolinea”

L’associazione parla apertamente della necessità di «una pianificazione a lungo termine» e di «certezze normative» affinché la filiera non subisca un rallentamento proprio mentre l’Europa accelera su mobilità elettrificata, alta velocità e sistemi di gestione avanzati. E insiste: il PNRR, arrivato a metà percorso, deve trasformarsi nella base strutturale di una nuova fase industriale.

Una filiera da 7,1 miliardi che presidia innovazione e sicurezza
Il cuore della preoccupazione sta nei numeri: nel 2024 ANIE ASSIFER rappresentava un comparto con oltre 7 miliardi di euro di fatturato (7,1 miliardi), 1,5 miliardi di export e 22.500 addetti diretti impegnati nella progettazione, produzione e installazione delle tecnologie ferroviarie e del trasporto urbano elettrificato.

Una filiera che negli ultimi anni si è confermata tra le più avanzate d’Europa: l’Italia è stata pioniera nell’adozione dell’ERTMS, il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario che uniforma e rende interoperabili le reti dei vari Paesi. A questo si affiancano gli investimenti in treni ad alta velocità, soluzioni a zero emissioni — idrogeno e batterie — e la sempre maggiore partecipazione delle imprese italiane a grandi progetti europei.

Il settore, spiega l’associazione, è oggi «un motore dell’innovazione ferroviaria a livello continentale» e rischia gravi contraccolpi se gli investimenti dovessero interrompersi dopo il 2026.

Viale: “L’aggiornamento prezzi è essenziale per salvare cantieri e imprese”

Il presidente di ANIE ASSIFER, Michele Viale (nella foto), è netto: «Il settore ferroviario italiano ha dimostrato di essere un motore strategico per l’economia e la transizione sostenibile del Paese. Ma oggi abbiamo bisogno di certezze per non fermarci».

Viale pone una priorità sopra le altre: la proroga del meccanismo di aggiornamento dei prezzi, introdotto dal Decreto Aiuti e fondamentale per sostenere i cantieri, assorbire gli aumenti dei costi dei materiali e garantire la continuità degli appalti. «La proroga è fondamentale per garantire la continuità dei cantieri e la tenuta delle imprese che, con professionalità e visione, hanno risposto alla sfida del PNRR», sottolinea.

La conclusione è chiara: «Il 2026 non può essere un traguardo, ma deve rappresentare l’inizio di una nuova fase industriale, in cui il ferroviario continui a essere al centro della mobilità del futuro».

Una filiera strategica anche per il sistema industriale italiano
L’appello di ANIE ASSIFER si inserisce nel quadro più ampio della Federazione Anie, voce di un sistema industriale che comprende 1.100 aziende, 480.000 addetti e un fatturato aggregato da 112 miliardi di euro nel 2024, con 27 miliardi di export nelle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche.
Le imprese aderenti ad Anie investono mediamente il 4% del fatturato in Ricerca e Sviluppo, contribuendo da sole a oltre il 30% di tutti gli investimenti privati italiani in R&S: un indicatore chiave della capacità innovativa del comparto.

Il rischio: disperdere un patrimonio industriale costruito in pochi anni
Il messaggio della filiera ferroviaria è immediato: senza una politica industriale stabile, l’Italia potrebbe perdere in poco tempo ciò che ha costruito con lunghi investimenti pubblici e privati. Il PNRR ha generato un picco di domanda, ha accelerato cantieri, messo in moto assunzioni e formato competenze che rischiano di non trovare continuità se il sistema dovesse improvvisamente frenare.

ANIE ASSIFER chiede dunque al governo e al Parlamento di «recepire al più presto le istanze del settore», perché investire nel ferroviario «significa investire in un futuro più verde, digitale e interconnesso». Un futuro, avverte l’associazione, che non può permettersi pause.

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