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Assegno Unico e Universale: il perno delle politiche familiari italiane

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Assegno Unico e Universale: il perno delle politiche familiari italiane

L’Assegno Unico e Universale (AUU) rappresenta oggi una delle misure cardine del sistema di welfare italiano. Istituito con l’obiettivo di riordinare e semplificare le agevolazioni per le famiglie con figli a carico, l’AUU riassorbe una pluralità di interventi precedenti – dalle detrazioni fiscali agli assegni familiari – e li riorganizza in un meccanismo più organico, razionale e, per l’appunto, universale.
È riconosciuto per ogni figlio a carico fino al compimento del ventunesimo anno di età – a condizione che ricorrano specifici requisiti di studio, formazione o inserimento lavorativo – e senza limiti temporali per i figli con disabilità.

Assegno Unico e Universale: il perno delle politiche familiari italiane

La misura, come chiarisce l’INPS nelle sue circolari attuative, è rivolta a tutte le categorie di beneficiari, indipendentemente dallo status occupazionale. Sono inclusi infatti lavoratori dipendenti pubblici e privati, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati. Un principio che riflette un cambio di paradigma rispetto al passato: il sostegno economico ai figli diventa una funzione strutturale dello Stato, svincolata dalla sola contribuzione previdenziale.

L’accesso è subordinato a requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno: il richiedente deve essere cittadino italiano o europeo, oppure titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo, residente e domiciliato in Italia, e soggetto al pagamento dell’Irpef.

Un impianto flessibile legato all’ISEE
L’importo dell’assegno viene determinato principalmente sulla base dell’ISEE familiare, con una logica progressiva e redistributiva. A ISEE più bassi corrispondono importi più elevati. Tuttavia, anche in assenza di ISEE, l’assegno spetta in misura minima.
Sono inoltre previste maggiorazioni per specifiche condizioni, tra cui: nuclei con più di due figli, presenza di figli con disabilità, giovani madri under 21 e famiglie in cui entrambi i genitori lavorano.

Questa modulazione consente di tarare il sostegno economico alle differenti condizioni sociali e reddituali dei nuclei familiari, garantendo da un lato una soglia minima universale, e dall’altro una risposta mirata ai bisogni delle famiglie più fragili.

Modalità di richiesta e aggiornamenti automatici
La domanda deve essere presentata all’INPS in modalità telematica tramite il portale istituzionale, il Contact Center o i patronati. Può farlo uno dei genitori, il tutore, o direttamente il figlio se maggiorenne. Una volta attivata, la misura viene erogata mensilmente, direttamente sul conto corrente del beneficiario.
Dal 2023, l’AUU si rinnova in automatico per chi ha già presentato domanda l’anno precedente, a condizione che venga aggiornato l’ISEE. In caso contrario, l’assegno viene erogato in misura minima, salvo conguaglio successivo.

Un investimento demografico strutturale

L’Assegno Unico e Universale è anche una risposta al declino demografico che interessa l’Italia: con una natalità tra le più basse d’Europa, il sostegno alla genitorialità si impone come necessità strategica, oltre che sociale. La misura punta a offrire una base economica più stabile per i genitori, incentivando le scelte di vita familiare e rendendo meno gravoso il costo dei figli.

Secondo i dati forniti dall’INPS, nel 2023 l’assegno ha raggiunto circa 5,6 milioni di famiglie, per un totale di oltre 8,5 milioni di figli beneficiari. L’impatto macroeconomico è rilevante: la spesa pubblica per l’AUU si attesta intorno ai 16 miliardi di euro l’anno, rappresentando un pilastro della riforma fiscale e sociale in atto.

Verso un modello europeo di sostegno alla famiglia
L’Italia si allinea così ai principali Paesi europei che da tempo prevedono misure universali di sostegno alla genitorialità. In prospettiva, l’AUU potrebbe divenire lo strumento attraverso cui veicolare ulteriori componenti integrative – come bonus nido o contributi per l’istruzione – consolidando un modello di welfare più semplice, diretto e accessibile.

Il rafforzamento dell’AUU resta una delle priorità nell’agenda delle riforme sociali. Un segnale politico e culturale che conferma l’intento di investire nelle famiglie non come soggetti assistiti, ma come motore demografico, educativo ed economico della società italiana.

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