La rinascita di Brendan Fraser, premiato a Toronto e Atteso a Venezia
- di: Barbara Bizzarri
Questa è una delle storie di ascesa, caduta e riscatto che tanto piacciono a Hollywood e dintorni: stavolta il protagonista è Brendan Fraser, attore simbolo dei primi anni del Duemila quando con la trilogia de La Mummia e una manciata di film come Sbucato dal passato, film delizioso quanto poco conosciuto in cui interpreta il figlio di nientemeno che Christopher Walken e Sissy Spacek, George re della giungla, Airheads, Demoni e Dei, era assurto a rango di star mondiale, richiesta e coccolata ovunque e idolo delle ragazzine, e non solo, di ogni angolo del globo: i numeri del resto, li aveva tutti. Bello, atletico, occhi azzurri e fascino da vendere, Fraser aveva il mondo in mano e per lui non poteva che presagirsi un futuro da superstar internazionale.
La rinascita di Brendan Fraser
Invece, nel 2003, qualcosa comincia ad andare storto: le molestie subìte dall’ex presidente della Hollywood Foreign Press Association, Philip Berk, più volte denunciate pubblicamente, e un amarissimo divorzio che lo getta quasi sul lastrico dopo che il giudice lo condanna a pagare cifre da capogiro per il mantenimento dei tre figli avuti dall’attrice Afton Smith, sono il propulsore di una spirale di autodistruzione, come spesso capita in questi casi: l’umiliazione patita, la mancanza di lavoro e la necessità di assumere continuamente antidolorifici a causa dei danni riportati in seguito alle tante scene girate senza controfigura lentamente costringono Fraser nell’ombra.
L'attore ha confessato di essersi chiesto se l'HFPA lo abbia inserito in una blacklist, perché dal 2003 è stato raramente invitato ai Golden Globes, gestiti proprio dall’Associazione. Ha anche pensato che l’accaduto sia stato, almeno in parte, il motivo per cui la sua carriera è deragliata: "Il telefono smette di squillare, e inizi a chiederti perché. Ci sono molte ragioni, ma la mia denuncia era una di queste? Penso proprio di sì". Insomma, una débâcle su tutti i fronti. Ma proprio quando tutto sembra perduto e la carriera volatilizzata, ecco che, come un cavaliere senza macchia e senza paura, appare sulla scena Darren Aronofsky, uno che con il ripescaggio di figure maschili schiacciate dalle difficoltà della vita ci sa fare.
E così, dopo aver recuperato Mickey Rourke e avergli elargito uno dei ruoli più belli della sua carriera in The Wrestler, il regista si volge a Brendan Fraser e gli offre The Whale, un film distante anni luce dalle commedie brillanti e scanzonate a cui ci aveva abituati il nostro, basato su una pièce teatrale ad alto contenuto drammatico di Samuel D. Hunter che narra la storia di un professore affetto da un disturbo dell’alimentazione per il quale arriva a pesare 270 chili e che nel frattempo cerca di ricucire i rapporti con la figlia lontana, interpretata da Sadie Sink, la redhead Max di Stranger Things, prodiga di lodi per entrambi: “Non credo di aver mai fatto un progetto che avesse così tanto lavoro sui personaggi. Darren Aronofsky è brillante, e lavorare con lui è stata un’esperienza davvero formativa, e Brendan è davvero incredibile, probabilmente il mio essere umano preferito sul pianeta. È stato fantastico vivere quell’esperienza con lui. Ho imparato molto su me stessa come attrice e ho affrontato delle cose che non avevo mai esplorato prima”.
Ecco finalmente la rinascita: per questo film, Fraser riceverà l’11 settembre il prestigioso TIFF Tribute Award for Performance, che annovera fra i premiati Jessica Chastain e Benedict Cumberbatch nel 2021; Kate Winslet e Sir Anthony Hopkins nel 2020; e Meryl Streep e Joaquin Phoenix nel 2019. Il direttore artistico della manifestazione, Cameron Bailey, ha dichiarato: “Questo ex abitante di Toronto è stato una star dei film d'azione, un attore comico e il protagonista di commedie sentimentali. È per noi una grande emozione accoglierlo nella sua casa in qualità di attore che ci ha restituito una delle migliori interpretazioni dell'anno”. Il film sarà anche in competizione alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia ed è probabile che regista e protagonista arrivino in Laguna. Soprattutto, la trasformazione fisica è spesso sinonimo di Oscar, basti pensare alle incredibili metamorfosi di Joaquin Phoenix e Charlize Theron, per citarne solo un paio. Dita incrociate, quindi: per quello che ha passato e la bravura indiscutibile che sfoggia nel film, di sicuro Brendan Fraser un Oscar se lo merita.