Settore arredo, Ares Studi Mediobanca: "Cauto ottimismo per il 2023"

- di: Barbara Leone
 
Il settore dell’arredo continua a crescere. E’quanto si evince dal Report sull’arredo per la casa, l’ufficio e gli spazi per la collettività realizzato dall’Area Studi Mediobanca. L’indagine analizza i dati economico-finanziari di 286 aziende produttive nazionali con fatturato 2021 superiore a 10 milioni di euro e approfondisce l’andamento del settore a livello internazionale. Lo studio contiene inoltre un’analisi sulle dinamiche più recenti e prospettiche del comparto e un focus sulle tematiche Esg. Stando ai dati, anche per il 2022 le attese sono di un incremento a doppia cifra del giro d’affari mondiale (+12%) a circa 530 miliardi di euro dai 470 miliardi di euro registrati nel 2021 (+14% sul 2020). Data l’incertezza economica, per il 2023 si stima una crescita più contenuta pari al 5%. Le previsioni di lungo periodo porterebbero comunque la produzione a 690 miliardi di euro nel 2027. La Cina, pur mostrando segni di rallentamento, nel 2022 mantiene la leadership coprendo il 37,1% della produzione mondiale. Seguono, molto distanti, gli Stati Uniti (13,6%) e l’Italia che, con una market share del 4,5%, supera la Germania (4,3%) nel ranking globale. L’Italia è il secondo esportatore di arredo dell’Ue-27 dopo la Polonia e quarto nel panorama mondiale, dopo Polonia, Vietnam e Cina; quest’ultima domina la classifica con il 34,1% delle esportazioni complessive. L’Ue-27 costituisce il principale sbocco commerciale del nostro Paese rappresentando il 45,9% delle esportazioni italiane di arredo. Segue l’Europa non UE (16,4%). Vi è dunque una netta preferenza per i mercati di prossimità, ma non vengono trascurati anche quelli più lontani come il Nord America e l’Asia. Il successo sui mercati esteri si deve alla qualità dell’offerta settoriale e alla specializzazione nell’alto di gamma riconosciuta e apprezzata a livello globale. In questo specifico segmento l’Italia è riuscita ad arrivare prima di altri competitor in alcuni mercati in forte sviluppo divenendo la punta di diamante di un mercato globale che nel 2022 ha superato i 50 miliardi di euro con previsioni di ulteriore crescita nel medio-lungo periodo. In particolare, le opportunità per gli operatori italiani saranno trainate dalla maggiore capacità di spesa dei consumatori dei mercati emergenti oltre che dalla richiesta di prodotti sostenibili di alta qualità da parte delle generazioni più giovani.

Settore arredo, Ares Studi Mediobanca: "Cauto ottimismo per il 2023"

La salvaguardia dell’ambiente è un tema prioritario nell’agenda del comparto italiano dell’arredo. L'utilizzo dei materiali riveste una notevole importanza tanto che le aziende si stanno sempre più orientando su prodotti innovativi, atossici, riciclabili, certificati e smaltibili in sicurezza. Sempre in ottica di sostenibilità, è evidente la tendenza verso un allungamento della vita utile del mobilio che richiede prodotti di qualità superiore e, dunque, una maggiore disponibilità nell’assistenza after sale in termini di manutenzione (refurbishment) e di fornitura di parti di ricambio da parte dei produttori. Le imprese del comparto dell’arredo italiano hanno in agenda alcune tematiche non procrastinabili. Tra le principali, l'invecchiamento della forza lavoro combinato alle difficoltà nell’individuare nuovo personale (soprattutto fra i più giovani), fattori che potrebbero portare a carenza di professionisti qualificati e artigiani. Un’altra criticità che il comparto ha dovuto affrontare negli ultimi anni - e che richiede una riorganizzazione della supply chain - è rappresentata dalla dipendenza dalle forniture straniere a condizioni economiche meno vantaggiose, situazione aggravata dall’incremento del costo delle materie prime. Nel 2022 il nostro Paese ha importato più legno a costi più elevati. Ora i prezzi si sono riportati su livelli più contenuti, ma l’adozione di un’adeguata politica forestale che renda l'Italia autonoma nell’approvvigionamento di legname rimane un tema prioritario per non perdere nel medio/lungo periodo competitività non solo in Europa, ma anche nei mercati emergenti. La dipendenza nel reperimento di materiale legnoso potrebbe, tra l’altro, contribuire ad accrescere gli impatti ecologici e sociali nei Paesi esportatori, con coinvolgimento indiretto dell’Italia. La cura dei boschi nazionali riveste un ruolo centrale per la transizione ecologica e favorirebbe la riduzione della CO2, la mitigazione dei cambiamenti climatici oltre che un riequilibrio idrogeologico del nostro Paese.

Infine, la digitalizzazione apre l’opportunità di sviluppare il canale delle vendite online, strategico per penetrare soprattutto i mercati esteri e ampliare il target di riferimento. Nel 2022 il valore degli acquisti di arredo tramite e-commerce in Italia ha superato i 3,5 miliardi di euro. Si tratta di un incremento significativo considerando che nel 2017 il valore era pari a poco meno di un miliardo. Le 286 maggiori aziende hanno segnato un fatturato aggregato nel 2021 pari a 14 miliardi di euro (di cui il 55,2% riferito all’export). Il maggior numero di aziende è ubicato nel Nord Est con 149 unità, seguito dal Nord Ovest con 63 imprese. Il comparto dell’arredo italiano ha una forte connotazione distrettuale che riguarda 226 imprese, rappresentative dell’84,8% del fatturato totale. In termini di specializzazione, la più rappresentativa per fatturato è quella che comprende i mobili in kit, componenti e complementi di arredo con 3,2 miliardi. Seguono i prodotti da soggiorno, notte e ambienti diversi dal bagno e cucina con 2,6 miliardi e le poltrone e i divani, sostanzialmente a pari merito con le cucine, con 2,5 miliardi ciascuno. I mobili per l'ufficio e le sedie con i tavoli sono appena sotto il miliardo. Appare più contenuto il giro d’affari dei produttori di arredo di spazi per la collettività (600 milioni), mobili per il bagno (500 milioni) e prodotti per l'outdoor (300 milioni). Le produzioni riferibili all’alta gamma hanno realizzato vendite per 3,7 miliardi di euro, mentre la maggior parte del giro d’affari è in capo a imprese che operano in segmenti appartenenti alla gamma medio-bassa, economica o mass market (10,3 miliardi).

Il 2021, con una crescita del 23,8%, ha recuperato il calo di vendite del 2020 (-5,2%) dovuto alla crisi pandemica. L’incremento ha interessato sia il mercato domestico (+19,8%) sia quello oltreconfine (+27,3%). La crescita media annua del triennio è stata complessivamente pari all’8,3%. Scendendo nel dettaglio dei singoli comparti produttivi, si segnalano le buone performance dei produttori di mobili per il bagno (crescita media annua del fatturato pari al +12,6%), delle poltrone e divani e dell’arredo outdoor (entrambi +12,1%). L’alta gamma è cresciuta meno rispetto alla fascia economica (Cagr +7,8% vs +8,5%), ma ha goduto di un apprezzamento oltreconfine superiore (+7,5% vs +7,3%). Le imprese analizzate nel panel sono in aggregato assegnatarie di una PD (probability of default), misura di sintesi dell'affidabilità finanziaria corrispondente alla codifica alfanumerica delle agenzie di rating, equivalente a BBB- e rientrano pertanto nella macrocategoria 'investment grade' ossia quella con la solvibilità maggiore.

Il trend di crescita delle vendite già registrato nel 2021 sembra esser proseguito anche nel 2022 con un aumento del fatturato nominale pari al 18%, più marcato sul mercato estero (+20%) e meno su quello interno (+16%). Nonostante le incertezze dovute al contesto geopolitico e alla spinta inflazionistica, il 57% delle aziende prevede un incremento di fatturato ed esportazioni anche nel 2023, sebbene più contenuto rispetto ai due anni precedenti, il 32% stima un calo, mentre l'11% prevede di rimanere sui livelli del 2022. Per fronteggiare i rischi di rottura delle catene di fornitura, il 58,3% delle società ha in agenda l'aumento o la diversificazione dei fornitori che si combina con la loro prossimità nazionale (41,7%) o addirittura locale (37,5%). Tra gli asset ritenuti strategici per lo sviluppo futuro delle aziende, il capitale umano rappresenta l’elemento centrale su cui focalizzare i maggiori sforzi: il 23,7% delle aziende lo pone al primo posto, seguito dai patrimoni tecnico e conoscitivo dell’impresa (entrambi al 19,6%), da quello finanziario (19%) e, infine, dal capitale organizzativo (18,1%).

Le tematiche Esg rappresentano una parte rilevante delle politiche aziendali delle aziende dell’arredo. Ne è prova il fatto che il 68% delle aziende le considera come un trend destinato a perdurare e che deve essere inglobato con convinzione nei processi aziendali perché fonte di vantaggio competitivo. Vi è comunque una quota di aziende ancora scettiche che considerano il fenomeno come una moda temporanea, ma non trascurabile (12%) o addirittura come un costo non evitabile e privo di ricadute positive (un ulteriore 12%). Scorporando i diversi ambiti Esg, sul fronte Environment, che è la tematica ritenuta prioritaria dalle imprese del panel, le azioni maggiormente intraprese vertono sul raggiungimento dell’efficienza energetica (88% delle rispondenti), sull’utilizzo di materiale riciclato e sulla gestione circolare dei rifiuti (63%) e sulla decarbonizzazione accompagnata dalla riduzione delle emissioni inquinanti (42%). In ambito Social viene attribuita molta attenzione alle condizioni lavorative del personale (68%) per il quale vengono predisposte anche delle forme di welfare aziendale e iniziative per conciliare il tempo lavorativo e quello personale (57% delle aziende rispondenti). Infine, tra le principali azioni intraprese in tema di Governance, la predominante è rappresentata dalla comunicazione efficace e trasparente dei risultati finanziari dichiarata dal 63% delle imprese. Il 54% attribuisce importanza alla gestione etica dell'azienda e il 38% adotta un codice di autodisciplina. Ancora esigua la quota di imprese propense all'apertura del CdA a membri esterni (8%).

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