Arabia Saudita: raffinerie e impianti sotto attacco dei ribelli Houthi, rallenta produzione
- di: Redazione
I ribelli yemeniti Houthi hanno scatenato, ieri, uno dei loro attacchi più intensi - utilizzando razzi e droni - contro le strutture energetiche più importanti dell'Arabia Saudita. Uno degli obiettivi - un impianto di estrazione - ha dovuto sospendere l'attività. Gli attacchi non hanno causato vittime, ma hanno colpito siti della Aramco, una delle compagnie energetiche più importanti del mondo e danneggiato veicoli e abitazioni civili. La coalizione militare, a guida saudita, che combatte la ribellione degli Houthi ha anche reso noto che, nel mar Rosso meridionale, è stata intercettata e distrutta una barca a pilotaggio remoto carica di esplosivo.
I ribelli yemeniti Houthi attaccano le strutture energetiche più importanti dell'Arabia Saudita
L'amministratore delegato del gigante petrolifero Aramco, Amin H. Nasser, ha precisato che gli attacchi non hanno avuto alcun impatto sulle forniture di petrolio, mentre, di contro, il ministero dell'Energia saudita ha riconosciuto che un attacco di droni contro la Yanbu Aramco Sinopec Refining Company ha causato "una riduzione temporanea della produzione della raffineria".
L'interruzione, poiché i prezzi del petrolio aumentano in un mercato energetico già ristretto, secondo il ministero, sarà compensata attingendo alle scorte. Un altro attacco aereo nel corso della giornata ha colpito un serbatoio di carburante in una stazione di distribuzione Aramco nella città portuale di Jiddah, provocando un incendio. All'attacco ha reagito il sistema di intercettori missilistici che, secondo la coalizione militare saudita, hanno intercettato altri proiettili diretti sulla città.
Gli attacchi hanno confermato l'aumentata capacità offensiva dei ribelli Houthi, che si sospetta ricevano armi e addestramento dall'Iran, e le persistenti lacune nelle difese aeree del regno. Un sofisticato attacco nel 2019 agli impianti petroliferi di Aramco mise fuori combattimento metà della produzione petrolifera del regno, minacciando una crisi regionale.
Gli attacchi di domenica sono arrivati quando la Aramco, la più grande compagnia petrolifera del mondo, sostenuta dallo Stato saudita, ha annunciato che i suoi profitti sono aumentati del 124% nel 2021 a 110 miliardi di dollari, un balzo alimentato da rinnovate ansie per la carenza di forniture globali e l'impennata dei prezzi del petrolio.
Aramco, nota anche come Saudi Arabian Oil Co., ha pubblicato i suoi guadagni annuali dopo settimane di intensa volatilità nei mercati energetici innescata dall'invasione russa dell'Ucraina.
Domenica il greggio Brent, benchmark internazionale del petrolio, è salito di oltre 107 dollari dopo aver quasi raggiunto un picco di 140 all'inizio di questo mese. L'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno finora resistito agli appelli occidentali di aumentare la produzione di petrolio per compensare la perdita di petrolio russo mentre i prezzi della benzina salgono alle stelle.
La Casa Bianca ha condannato gli attacchi, incolpando l'Iran di aver fornito agli Houthi parti di missili e droni, nonché addestramento ed esperienza.
"È ora di concludere questa guerra, ma ciò può accadere solo se gli Houthi accettano di collaborare con le Nazioni Unite", ha affermato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. "Gli Stati Uniti sostengono pienamente questi sforzi".